CAPITOLO TREDICI

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Eccomi ragazze/i..

Come promesso ecco a voi il nuovo capitolo de L'Incontro tra Acqua e Fuoco.  

IMPORTANTE: ALLA FINE DEL CAPITOLO, LEGGETE LA PARTE DEDICATA A *SPAZIO AUTRICE*

                                                                                     *****

"Ma scusa. Se non vuoi che siamo amici e non vuoi nemmeno essere il mio ragazzo..cosa siamo io e te?".

Queste mie parole rimangono sospese nell'aria e pesano sulle mie spalle mentre le mie pupille dilatate si incastrano nelle sue iridi. Velocemente lui molla la presa, lascia andare le mie mani come se gli scottassero la pelle e quella tranquillità che si era creata che manteneva in tensione tutto il mio corpo si è sgretolata d'improvviso quando il ragazzo al mio fianco si incammina e mi abbandona ai miei pensieri.

Mai mi sarei aspettata da lui una reazione del genere, così intenzionata a ricevere almeno una risposta lo seguo e gli appoggio una mano sul braccio fermandolo e mettendomi davanti a lui.

"Puoi almeno rispondermi?"

La mia voce trema leggermente mentre lui sospira e guarda al di sopra della mia testa, non so esattamente in che direzione e per capire dove sta guardando mi giro e i miei occhi cadono su una figura lontana vestita di nero appoggiata ad un tronco di un albero.

Filippo quasi sembra non respirare e noto un lieve velo di insicurezza misto rabbia nei suoi occhi. Poi con un fil di voce sussurra poche parole che io a stento sento e che mi lasciano ancora più confusa.

"Chi è quello?"

Ma ancora lui non risponde e ciò che mi fa raddrizzare le antenne, è il suo movimento verso di me. Quel piccolo gesto che mi fa accapponare la pelle, quegli occhi così chiari da sembrare cristalli e quelle sue labbra morbide che lentamente si posano sulla mia tempia ed è proprio quell'unico piccolo gesto che mi manda in tilt.

"C'è tempo per la risposta."

Preme talmente piano queste parole sulla mia pelle quasi come se volesse imprimermele addosso, tatuarmele con cautela. E senza che io me ne renda conto lui, di nuovo, è già lontano da me e mi lascia lì, in balia del vento, come se fossi un esile filo d'erba che viene strattonato a destra e sinistra dal vento, come una piccola fragile foglia di mentuccia tremante che viene trasportata da una leggera brezza primaverile.

Ancora una volta mi ritrovo a cinque metri dietro di lui a osservagli la schiena e le spalle perfettamente fasciate e messe in risalto dalla camicia che indossa. Ancora una volta mi ritrovo ad osservare la sua altezza e la sua struttura fisica, le sue gambe lunghe, le sue braccia lasciate libere mollemente adagiate lungo i fianchi. Ancora una volta mi ritrovo a pensare quanto lui sia dannatamente bello da far paura ed a ridurmi uno scricciolo con un solo sguardo. Quell'unico bacio, quelle parole dette poche ore fa forse non sono servite a nulla, forse lui voleva solamente capire se tutto ciò fosse fattibile o meno, e a quanto pare la risposta è NO.

Come sempre, alla fine di ogni mia riflessione giungo ad un unico pensiero fisso.

Lui è irraggiungibile.

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La serata non è andata come pensavo, infatti sono successe molte cose a partire dal fatto che io e Filippo non ci siamo rivolti parola se non qualche volta, abbiamo litigato su chi doveva pagare e abbiamo finito per pagare ognuno il suo, ma soprattutto quando siamo tornati in hotel lui è andato dritto nella sua stanza senza dire una parola, mentre io lo guardavo sparire dietro la porta. In quel preciso istante dentro di me mi sentivo sopraffare da una strana emozione mai provata prima, alla quele non saprei dare un nome. 

La parte migliore della serata è stata quando un ragazzo giovane, sui 25 anni, al pianoforte presente nella sala da pranzo aveva suonato NUVOLE BIANCHE di Ludovico Einaudi, FUR ELISESILENCE  e poi MOONLIGHT, ovvero Sonata al chiaro di Luna di Beethoven e infine qualche pezzo di Mozart. 

Mentre la mia mente vaga per i fatti suoi, cerco le chiavi per aprire la porta della camera e sento un rumore strano provenire dall'interno di quest'ultima e a causa di ciò ritorno alla realtà. Sembrano dei passi, ma decido di non badarci e penso che forse è solo la mia immaginazione, dopotutto è stata una giornata abbastanza pesante e sono stanca.

Nel momento in cui inserisco la chiave nella serratura della porta sento di nuovo un rumore, ma questa volta è molto più forte rispetto a prima, è come se fosse caduto un vaso di vetro..

IL MIO VASO DI VETRO

E appena realizzò ciò mi rendo conto che c'è qualcuno nella mia stanza e magari ora si trova proprio dietro questa porta..

Decido di entrare e scoprire chi si è intrufolato nella mia stanza e quando apro la porta vengo invasa da due occhi azzurri chiari puntati nei miei color nocciola.

"Chi sei tu? Che ci fai nella mia stanza? Cosa vuoi?"

"É un piacere rivederti Emma." 

                                                                                   *****

*SPAZIO AUTRICE*

Bene, eccoci qui. 

Oggi Martedì 25 Giugno ho fatto l'esame orale di maturità, lo ammetto..ho fatto una faticaccia a mantenere la calma davanti a sette professori, ma alla fine è andata bene e non ci sono stati molti problemi. 

Comunque, bando alle ciance.

Cosa ne pensate per ora di questa storia? Vi piace? Cosa vi aspettate che possa succedere tra Emma e Irama? Chi è l'uomo vestito di nero appoggiato all'albero? E il ragazzo dagli occhi azzurri? 

Commentate e lasciate una stellina se gradite, mi scuso se è corto ma mi farò perdonare con i seguenti.

Kisses & Hugs 

-E 

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 25, 2019 ⏰

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L'incontro tra Acqua e Fuoco // IRAMA    #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora