CAPITOLO NOVE

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Stranamente io e Filippo..e Jack..ci ritroviamo a camminare per le vie di Roma ridendo e scherzando mentre andiamo da Anna e Matti. Non appena arriviamo loro ci propongono di andare fuori e così abbiamo deciso tutti assieme di andare a fare un giro in centro. Filippo per tutto il giorno non ha fatto altro che infastidirmi.

"Dovresti tagliarti i capelli, volano ovunque."

"A me piacciono così come sono."

"Devi sapere che io ho un debole per le more"

"Eh beh? Io sono mora con le punte dei capelli biondi. Se non ti va bene sono cazzi tuoi"

"Dovresti tingerteli di scuro allora."

"Smettila."

"Dovresti essere più dolce" aggiunge.

"E tu dovresti smetterla di parlare."

"Tu dovresti essere meno permalosa"

"Tu dovresti essere meno stronzo"

"Mi spiace non posso, è nella mia indole essere stronzo"

"E coglione."

"Non sono un coglione."

"Ieri te lo sei detto da solo."

"Sei tu che mi hai imbrogliato"

"Eri tu che continuavi a ripetere quello che dicevo io come se tu fossi un pappagallo"

"Io non sono un pappagallo."

"Sì, lo sei."

"No. Non lo sono"

"Beh. Ora taci."

"No. Taci tu."

Alzo gli occhi al cielo. 

Lo odio ogni giorno di più.

"Avete finito? Siete peggio dei bambini" commenta è Anna

"Ma perché li hai fermati? Era divertente!" ammette Matti.

"Ha cominciato lui"

"Ha cominciato lei"

Io e Filippo ci guardiamo perché abbiamo detto le stesse parole nello stesso istante.

Io ringhio e lui ride.

"A cuccia cagnolino"

Gli tiro una pugno sul braccio per quello che ha detto.

"Aiuto..se ne vedranno di tutti i colori" sospira Anna.

Si sono fatte le sette di sera e decidiamo di andare a mangiare una pizza insieme in compagnia. Jack non parla mai, credo che lui si stia perfino annoiando. Ma perché ha scelto questo lavoro? Mentre il mio cervello frigge le pizze arrivano e mangiamo. Finalmente c'è silenzio e pure quel ragazzo stronzo dagli occhi verdi sta zitto, ma ora è il mio turno.

"Sembri quasi simpatico quando non parli"

"Io ffono sempre fimaptifco" dice con la bocca piena, "sfei tu che non cogli il mio umorifmo" tutti scoppiamo a ridere.

"Non si parla con la bocca piena."

"Fatti i fatti tuoi"

"Okay."

"Okay."

"Bene" commenta Anna "per quanto rimani qui Emma?"

"Ancora per una settimana. Il tempo scorre quando ci si diverte."

Il mio telefono squilla. Arnold.

"Che c'è?"

La telefonata è molto breve, ma bastano poche parole..sospiro e annuisco chiudendo la telefonata. Tutti mi guardano.

"Riformulo. Parto domani."

Cala il silenzio. Anna si rattrista, Matti si raddrizza sulla sedia e si schiarisce la gola, Jack mi guarda e il suo sguardo è diabolico. Ora che ci faccio caso sono passate già tre settimane e mi stavo affezionando a Fil, il quale a momenti si strozza con la pizza. Aspetta, l'ho appena chiamato Fil?

"Perché?"

"Perché devo fare un'intervista a..emh..eh ..a Como."

"A Como!?"

"A Como, sei sordo? L'ho appena detto!" scatto

"Mi scusi, stellina"

"Ho detto che non mi devi chiamare così"

"Ma è dolce" interviene Anna

"No, è irritante"

"É esilarante" mi guarda negli occhi, "come la faccia che hai ora"

"Filippo. Basta."

"Basta." mi imita di nuovo

"Stronzo"

"Stronza"

"Coglione"

"Cogliona"

"Idiota"

"Idiota"

"Filippo sei un cretino"

"Filippo sei un cretino"

Ahahaha di nuovo. Gliel'ho fatta di nuovo. Sono troppo forte. Invincibile in questo.

"Sei insopportabile Emma"

"Sono invincibile Filippo, ammettilo."

Tutti ridono, pure Jack. L'unico a non ridere però è proprio il ragazzo dagli occhi smeraldo. Un po' mi dispiace.

"Ehi dai, stavo scherzando"

"No, non è per questo"

"Per cosa allora?"

Non mi risponde. Anna mi guarda e mi fa occhi strani e pure Matti lo fa..ma che hanno oggi tutti?

"Che c'è Anna?

"No..emh..niente..non è importante"

"Si che lo è. Che devi dirmi"

"Non voglio che tu te ne vada domani"

"Anna..non è colpa mia, è di Arnold. Il manager"

Sento lo sguardo di Filippo bruciarmi addosso. Sta per aprire bocca ma lo zittisco.

"Ora è meglio che io torni indietro..devo preparare le valige"

"Comunque prima non ridevo perché sai.." si schiarisce la voce "la mia fiamma domani parte"

Ora sono io quella che si strozza. Sgrano gli occhi e quasi cado dalla sedia. Spero che stia scherzando, ma quando lo guardo realizzo che è terribilmente serio. Mi alzo e pure Jack lo fa, gli dico che vado in bagno e si risiede.

LA MIA FIAMMA DOMANI PARTE. 

L'incontro tra Acqua e Fuoco // IRAMA    #Wattys2019 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora