Prologo

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Zoccoliche sfrecciano fra gli alberi alzando nuvole di polvere e foglieingiallite, rumori di corsa che si amalgamano con dolci risate diincitamento.

Unagiovane donna cavalcava entusiasta il suo bianco destriero senzabadare ai rami che le sfioravano e raschiavano il viso, oppure alvento che le scompigliava i capelli ben acconciati sulla schiena. Lacavalla correva libera e la ragazza volava con lei. Fermò di colpol'animale solo quando un rumore di passi la raggiunse oltre la fittapiantagione che la nascondeva.

«Sta'buona, insomma!»

Lagiumenta raschiava la terra sotto gli zoccoli, nitriva e scalciava inpreda al nervosismo, impedendo alla ragazza di riconoscere quei passifelpati che momento per momento si facevano così vicini a loro.

Latensione intorno a loro cresceva smisuratamente quando Rosalie sentìil bisogno di smontare e fronteggiare coraggiosamente l'intruso cheosava aggirarsi intorno alle loro proprietà.

Lasagoma si stava facendo più vicina, un passo dopo l'altro el'estraneo si trovò faccia a faccia con la donna in attesa.

«Sietevoi! Buon dio, non immaginerete mai la paura che mi avete fattoprendere!» La donna volò entusiasta tra le braccia spalancate delragazzo che l'accolsero con tanto calore e affetto.

«Nonera mia intenzione spaventarvi, mon coeur.»

Ilgarzone marchiò con le proprie le labbra carnose della giovane chesi ritrovò ad ansimare di aspettativa tra di esse.

Felicidi poter ritagliare ancora qualche momento per loro, si lasciaronoconsumare dalla passione che li univa ormai da tempo.

Strettaal suo petto, Rosalie osservava l'unico squarcio di cielo che glialberi con le loro folte chiome non poterono coprire.

«Cipensate mai ad una vita insieme?» Chiese improvvisamente,continuando ad osservare l'azzurro sulle loro teste.

Un'impercettibilemovimento accanto a lei la fece voltare lentamente.

Dueocchi malinconici ricambiavano il suo sguardo sognante.

Contocco delicato, accarezzò la guancia ispida del ragazzo che avevafatto breccia nel suo cuore.

Lasua domanda non aveva ricevuto nessuna risposta, ma Rosalie bensapeva che quel silenzio era più eloquente di qualsiasi paroladetta.

«Loso.» Annuì in un sospiro rotto. Lacrime amare le pungevano gliocchi e un groppo in gola le impediva di respirare bene.

«Maconcedetemi almeno il beneficio di sognare.»

Siraggomitolò accanto al corpo caldo del garzone, le lacrime che avevacercato con tutte le sue forze di respingere avevano iniziato ascendere silenziose, solcandole le guance e morendo su un senoesposto.

«Sapetemeglio di me che ci è concesso solo questo. Non ci è dato amarcialla luce del sole, né tanto meno suggellare questo amore con unvincolo sacro.»

Leparole dell'uomo non fecero altro che trascinare la donna in unabisso ancora più fitto di disperazione.

Insinghiozzi regolari buttava fuori tutto il dolore che provava in queifrangenti, cullata tra le sue forti braccia dava sfogo alla suafrustrazione, schiacciata dall'ingiustizia e dalle regole che ilmondo esterno dettava.

Nonaveva mai amato nessuno come amava lui e pensare alla possibilità didoversene separare un giorno per prendere in marito un vecchionobile, le torcigliava le budella dolorosamente.

«Comevivrò senza il vostro amore quando verrà il momento? Ditemi!»

Stringendoloa sé, con la tacita speranza di poterlo tenere al sicuro tra le suebraccia, per sempre, Rosalié lo guardò implorante.

Una Rosa Alla Corte Di VersaillesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora