Quel dannato corpetto le impediva di respirare regolarmente, un sole caldo batteva sul sottile ombrellino che la schermava dai raggi, sotto quell'acconciatura troppo pomposa per i suoi gusti, il sudore tracciava linee umide sul collo e dietro la schiena.
Le temperature quella mattina si erano fatte molto alte tanto che il desiderio della regina di passeggiare tra gli infiniti giardini le sembrò una follia.
Affiancandola discreta, tentò con tutte le sue forze di nascondere il malessere che sopraggiungeva.
Quell'assurda moda dei corpetti poteva, per Antoinette, benissimo essere ritirata dal commercio.
Le riteneva unicamente una tortura ingiustificata, una sofferenza parata a dettare uno stile di vita frivolo e licenzioso.
Odiava il fatto che tutti gli uomini dell'intera corte potessero adagiare a lungo i loro occhi sul suo seno alto e in mostra, un senso di disagio ogni qualvolta succedeva le causava terribili giramenti di testa, tutte quelle attenzioni indesiderate non la facevano sentire potente di sé come la maggior parte delle dame a corte, al contrario, più di una volta ebbe il desiderio impellente di scappare il più lontano possibile.
«Siete silenziosa, per caso vi sto annoiando? Madame De Laval?»
Si sentì improvvisamente richiamata dalla voce infastidita della regina e sembrò non averne più lei per poterne emettere anche un solo suono.
«Che Vostra Altezza voglia perdonarmi, sono solo preda di un malumore di passaggio che ben presto mi libererà dai suoi artigli. Ne sono certa.»
Spiegò a voce bassa, dandosi della sciocca per aver permesso ai suoi inutili pensieri di prendere il sopravvento sulle proprie mansioni.
La Regina la guardò di sbiego, indagando se la fanciulla nascondesse un velo di menzogna negli occhi.
Il cipiglio indurito e una leggera ombra di sospetto perenne ad aleggiare sul viso.
«Siete libera di rientrare nelle vostre stanze se questo può servire ad alleviare le vostre pene.»
Antoinette avrebbe voluto accettare immediatamente l'offerta della donna, ma una vocina le propose di continuare quella passeggiata al fianco della sovrana, per cui a malincuore ma con un sorriso dolce sulle labbra declinò l'offerta.Il sole si fece sempre più alto, il calore aumentava drasticamente e fu una benedizione quella di fermarsi all'ombra di un fusto padrone di una chioma folta.
Un sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra secche.
Tante donne sotto braccio ad uomini sofisticati passavano dinanzi a loro e ognuno di loro era ben felice di poter rivolgere alla loro regina un saluto ossequioso.
Quest'ultima, di rimando, regalava loro sorrisi gratificanti.
La regina Maria Teresa era una donna dai sani principi morali e religiosi, sempre attenta ai bisogni dei meno fortunati, ligia nei suoi compiti e brava Regina e moglie.
Antoinette sapeva del buon cuore della donna, era ben conscia delle svariate volte in cui faceva visita agli ospedali, donando anche somme generose per poter aiutare i malati, di come trascinasse con sé a pregare donne libidinose, di come era circondata da suore e nani che le facessero compagnia.
Pensò che la Francia non avrebbe potuto mai sperare in due monarca migliori.
Solo una era la questione che le arrovvelava il cervello da quella mattina: non si spiegava la motivazione del repentino cambio di atteggiamento quando doveva confrontarsi con lei.
Si era posta dinanzi a sé svariate opzioni, tutte implasuibili se pensava che non aveva mai avuto a che fare con lei, se non qualche ora prima.
La regina Maria Teresa covava antipatia per Antoinette e la ragazza difficilmente si sbagliava sulle sensazioni da lei provate.Rientrarono nella reggia che era primo pomeriggio, i piedi le dolevano in quelle scomode ciabatte e il desiderio di poterci camminare senza era impellente, quanto quello tacito che la giornata giungesse in fretta al termine.
Doveva abituarsi a tante cose, il pranzo per lei fu magari la parte della giornata più assurda, odiava mangiare circondata com'era da troppa gente, figurarsi essere osservata mentre consumava le moltecipli vivande.
Una bizzarra tradizione quella, ma alla corte del Re Sole, capì che le stravaganze non erano nemmeno iniziate.Si ritirò nelle sue stanze al tramonto, dopo un pomeriggio passato tra ricami, letture di ogni genere e chiacchiere frivole per combattere il tedio che molto spesso andava a farle visita.
Afferò un candeliere posto su uno dei comodini affiancati ai lati del letto, posandolo sulla toilette.
Riflettendosi nello specchio poté sciogliere i lunghi capelli liberandoli sulla schiena, si fece aiutare per poter districare i nastri del corsetto e liberarsi così da quell'ammasso di stoffe e merletti.
Quando indossò la leggera vestaglia da notte sorrise soddisfatta a se stessa, sollevata di poter tornare ad essere se stessa per qualche ora.
Con piedi scalzi e doloranti raggiunse il letto, vi adagiò accanto la candela oramai giunta al termine e non prima di essersi coricata tra i freschi tessuti ci soffiò sopra facendo calare tutt'intorno una penetrante oscurità.
Cullata dalla stanchezza che provava chiuse gli occhi, ma ciò non durò molto poiché un leggero cigolio seguito da una linea luminosa la colpì in pieno, paralizzandola dallo stupore.
Chi mai potrebbe addentrarsi nelle stanze di una gentildonna rispettabile?
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Una Rosa Alla Corte Di Versailles
Chick-LitStrappata dalla sua vita e gettata nelle fauci spietate della corte di Versailles, Antoinette si ritroverà catapultata in un modo che non le appartiene, fatto di lusso, intrighi e amori inaspettati. Al fianco di Luigi XIV ricoprirà il suo ruolo di a...