Antoinette De Laval era bella, cocciuta, ribelle e aggraziata.
Il suo vecchio padre, stanco oramai della vita, ogni qualvolta incrociava quel paio di occhi così passionali, non poteva fare a meno di rivedere dinanzi a lui quella giovane moglie che venticinqueanni fa si era gettata dallo stesso balcone da dove lui ora osservavala sua bella Antoinette correre dietro Louis, un gigantesco alano ch'egli stesso le aveva regalato per il suo ventiduesimo anniversario d'età .
Ciocche lisce sfuggivano dall'elaborata acconciatura sprigionando bagliori infuocati, catturati dal sole caldo di quel pomeriggio.
Risate spensierate ed esplosivi ululati riempivano di allegria quell'immenso giardino nascosto da una fitta vegetazione.
In piedi , mantenuto ad un elaborato bastone, quel stanco padre osservava la figlia con un'espressione corrucciata.
L'ora di cena si avvicinava sempre di più ed era tristemente conscio che quel sorriso che tanto amava si sarebbe spento fino a morire lentamente sul viso della giovane.
Lo sapeva, per questo passò l'intero pomeriggio a guardarla divertirsi, perché sapeva che quella ne sarebbe stata l'ultima.
Voleva imprimersi la gioia sul suo bel viso nella propria mente, per potersene ricordare e sorridere quando la mancanza della sua presenza in quella grande casa si sarebbe fatta pesante e insopportabile.
***
Seduto a capo di quella lunga tavolata aspettava che la sua bella Antoinette facesse il proprio ingresso.
Strinse gli occhi tenendosi le tempie, colpito da un'improvvisa fitta alle tempie, cosa che accadeva spesso quando era nervoso.
Nel momento in cui udì un ticchettio frenetico provenire dalla stanza adiacente si stampò la caricatura di un sorriso sul viso e fu così che accolse la sua bella ragazza nella sala da pranzo.
Spalancò con vigorosità le pesanti ante mostrandosi all'uomo in tutta la sua semplice bellezza.
«Buonasera padre, come state?»
Disse radiosa affiancandosi all'uomo e posando sulla sua testa un bacio affettuoso .
Guardandola attraversare la stanza in una nuvola di leggera mussola, l'uomo la vide raggiungere il suo posto con occhi lucidi.
Decise che si sarebbe tolto quel dente, che le avrebbe rivelato quale destino l'aspettava da quel momento in poi.
Il viso pallido della giovane assunse una piega seria, fattore alquanto raro per una come Antoinette.
«Cosa vi angustia padre mio?»
Chiese, con la voce incrinata dalla preoccupazione.
Il suo colorito divenne, se possibile, più bianco del solito, il rossore dalle sue guance scarne scivolò via di botto, quando il vecchio dinanzi a lei sospirò pesantemente.
Drizzò la schiena e le spalle, le labbra serrate e gli occhi puntati sull'espressione affranta dell'uomo.
«Non mi è facile parlartene, mon petite.»
Antoinette era ammutolita, non un suono rischiava di far fuoriuscire dalla gola oramai stretta nella morsa della paura.
Aizzato da tale atteggiamento da parte della ragazza, l'uomo parlò, buttando fuori quel morso avvelenato.
«Io non so davvero come dirtelo e il modo più facile per me è evitare un giro di parole che terrebbe sulle spine entrambi.»
Nessuna reazione da parte di Antoinette che come una statua di sale so stava su quella sedia di legno freddo.
Una mano tremante si andò a posare tra i lunghi capelli bianchi ben acconciati in una coda bassa tenuta ferma da un nastro in seta.
«Sua maestà il Re ha espresso il desiderio di averti a corte affianco a lui.»
Tutti erano ben consci di cosa volesse dire il re con quella proposta.
Perfino lui era tristemente al corrente di che ruolo avrebbe occupato Antoinette una volta a Versailles al fianco di Luigi XIV.
Antoinette si alzò scattante, poggiando due palmi sudati sulla superficie del tavolo guardò con occhi sgranati suo padre, l'uomo che l'aveva cresciuta fino a quel momento e che sapeva benissimo non avrebbe potuto aiutarla in nessun modo.
I desideri del Re erano un ordine da rispettare, rifiutare sarebbe significato andare incontro a morte certa.
Con occhi ricolmi di lacrime amare scattò via da quella stanza in un fruscio assordante.
Solo quando s'ebbe chiusa le pesanti ante dietro, l'uomo poté udire con dolore lo scoppio tormentato di un pianto che portava il profumo di una disperazione inconsolabile.
In cuor proprio anche lui stava provando quel dolore lacerargli il petto , ma non avrebbe potuto nulla dinanzi a tutto quello.
Cosa volevano lui e Antoinette non aveva importanza, il Re in persona l'aveva pretesa e quel medesimo li avrebbe fatti uccidere se solo avessero osato disobbedire alla sua autorità monarchica.
Artigliandosi i capelli lasciò fuoriuscire, per la prima volta, tutta quella frustrazione che lo stava divorando interamente.
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Una Rosa Alla Corte Di Versailles
ChickLitStrappata dalla sua vita e gettata nelle fauci spietate della corte di Versailles, Antoinette si ritroverà catapultata in un modo che non le appartiene, fatto di lusso, intrighi e amori inaspettati. Al fianco di Luigi XIV ricoprirà il suo ruolo di a...