Capitolo 34

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RAGAZZE PER FAVORE METTETE MI PIACE E COMMENTATE COSÌ MI FATE CAPIRE CHE LA STORIA VI PIACE E CHE VOLETE CONTINUI. GRAZIE MILLE ♥♥

Tornata a casa da scuola mi misi a fare i compiti siccome la professoressa di matematica ci aveva spiegato un argomento nuovo su cui, tra una settimana, avremmo dovuto fare la verifica e ciò prevedeva un miliardo di esercizi per prepararci al meglio.

Erano passate due ore circa da quando avevo iniziato quindi decisi di fare una pausa dove bevevo un succo e mi mangiavo una fetta di pane e nutella, preparai il tutto mentre mia madre puliva e cucinava tutto il tempo.

*drin drin*

"Carolyn vai ad aprire tu per favore" disse mia madre mentre io ero in cucina e lei nel salone

Non le risposi neanche, finii di fare quello che stavo facendo cioè sistemare la cucina dopo aver mangiato e poi con passo lento andai ad aprire la porta.

Devo dire che si, l'ho fatto apposta a camminare lento e fare con comodo, ma tutto questo solo perché me lo aveva chiesto mia madre

Arrivai alla porta e senza chiedere chi fosse aprii la porta e sbuffai senza sapere chi avessi davanti.. beh forse era meglio non aprire, che ci faceva Austin con suo padre  sulla porta di casa mia

"Tu devi essere Carolyn" disse il nuovo compagno di mia madre

"E tu devi essere il vecchio che tromba con mia madre"

"Carolyn ti prego" intervenne Austin

"Senti Austin 'vogliosoloportartialettoepoiscaricarti' Butler non puoi dirmi cosa fare o non fare perché questa è casa mia e della mia famiglia"

"Figlia, non trattare così gli ospiti, sii gentile con loro" intervenne mia madre "Ciao Austin, ciao amore" disse per poi dare un bacio a stampo al padre di Austin

"Visto che sembro il terzo incomodo, me ne vado in stanza" dissi iniziando a camminare verso la mia camera

"Non andare in camera tua quando ci sono ospiti" disse in tono severo mia madre

"Tu puoi tradire mio padre e io posso andarmene in camera quando mi pare e piace" dissi per poi sbattere la porta di camera mia appena fui dentro

Perché mia madre gli aveva inviati? Loro non centravano niente con me e la mia famiglia, l'avevo già una famiglia.

Mi buttai sul materasso del letto e cercai di mandare via le voci di mia madre e di quell'uomo che continuavano a parlare in salone.

Mi stavo rilassando leggendo 'la danzatrice bambina' quando bussano alla porta di camera mia..

"Vai via mamma, non ti voglio parlare" dissi anche se non ero sicura che ci fosse lei dietro la porta

Silenzio tranne per la maniglia che si abbassava lentamente per cercare di aprire la porta anche se essa era chiusa a chiave.

"Dai Carolyn apri la porta" disse Austin

Che voleva ora?

"Vai via, non voglio parlare con nessuno" dissi

"Allora perché mi stai parlando?" disse da dietro la porta

"Perché.." mi fermai per due secondi e mi misi a ridere da sola per la mia stupidaggine

"Adesso perché ridi?" si capiva dal tono di voce che stava sorridendo

"Perché sono stupida" risposi

"Non è vero,  l'unico stupido qua sono io per averti fatto soffrire anni fa"

Presi la chiave tra le mani e la girai della parte per sbloccarla e la maniglia venne abbassata dall'altro lato, lui spinse dalla sua parte e io tirai dalla mia e in poco tempo ci trovammo faccia a faccia.

Lui ancora nel corridoio, io in camera mia..    

Mi spostai di lato e lui entrò dentro la stanza.

"Non importa, è acqua passata" dissi per spezzare il silenzio

"Si invece, importa, ti devo chiedere perdono, sono stato uno stronzo a trattarti in quel modo" rispose lui sedendosi sul bordo del letto

"Hai ragione" risi leggermente "ma ti ho già perdonato tranquillo Butler" dopo aver chiuso la porta mi sedetti anche io sul letto, affianco a lui.

"Grazie Carolyn" disse con un timido sorriso

"Nulla Butler, anzi Austin" sorrisi anche io

"Ci sono rimasto anche io male a questa notizia" disse

"Non capisco come posso aver fatto questo a mio padre" dissi sinceramente

"Mi dispiace davvero, ma da una parte è bello vedere mio padre felice dopo quattro lunghi anni"

"Che cosa è successo?"

"Mia madre è morta quattro anni fa" mi rivelò

"Mi dispiace, scusami se te l'ho fatto ricordare"

"Non importa, l'ho superato ormai" disse prima che venimmo interrotti da mia madre che ci chiamava per avvissarci che la cena era in tavola.

Durante la cena non parlai, annuire e fare no con la testa era l'unica cosa che facevo ed era meglio così siccome se avessi iniziato a parlare ne avrei dette di tutti i colori e avrei preso qualche piatto dal tavolo sarebbe finito per terra in mille pezzi.

Finito di mangiare mi chiusi di nuovo in camera mia, non chiusi la porta siccome sapevo sarebbe arrivato Austin da un momento all'altro, e iniziai a prendere dei pupazzi che avevo su una mensola, regali dei parenti quando ero piccola e che conservavo ancora, e cominciai a lanciarci per terra sfogandomi dalla rabbia che avevo dentro di me ma non funzionava molto.

Quando entrò Austin, la mensola era ormai vuota.. Austin prese un cuscino dal mio letto e me lo lanciò mentre prese un altro cuscino con il quale mi colpì, per vendicarmi feci lo stesso ma a lui e tra una cuscinata e l'altra scaricai la mia rabbia.

Prima che se ne andasse lo ringraziai per avermi tenuto compagnia e lui mi baciò una guancia come segno di saluto.

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