Le nostre facce a cinque centimetri l'una dall'altra. I nostri sguardi immobili. Ci fissavamo le pupille. Probabilmente in un altro momento ci saremmo baciati. Ma adesso no. Lei aveva gli occhi lucidi. Io avevo le labbra tremolanti. Entrambi non avevamo il coraggio di parlare. Quelle parole, se proferite, sarebbero state come dei macigni. Avrebbero fatto crollare l'universo intero. Io non aspettavo altro che iniziasse lei a parlare, per poi interromperla e investirla con il mio discorso. Aspettavo la sua mossa. Era da un po' che entrambi desideravamo questo momento. Litigavamo e basta. A stento ci baciavamo. Zero sesso. Bisognava tirare le somme. Andare a convivere era risultata una scelta troppo avventata. Solo il primo mese era passato serenamente. Forse perché col trasloco, l'imbiancatura e le varie sistemazioni, il tempo passava e non c'erano nè la voglia nè i momenti per litigare. Dal secondo mese in poi è stato un crescendo. Litigavamo per qualsiasi cosa. "Chiudi la finestra!". "Stasera volevo la pasta". "Le tue scarpe sono sempre in mezzo alla stanza!" Eccetera eccetera eccetera. Tra un urlo e un altro era passato un anno. Ed era arrivato il momento di dire basta. Era la soluzione più giusta per entrambi. Eravamo in affitto. La casa probabilmente l'avrei tenuta io. Lei sarebbe andata a vivere da sua sorella, almeno per il momento. Eravamo convinti fosse la cosa più giusta. Ma nessuno adesso aveva il coraggio di parlare. Eravamo lì per questo ed entrambi tacevamo. Assurdo. Avevamo paura. Paura di restare soli.
(Le presi la mano. La strinsi a me. Le sussurrai se volesse andare fino in fondo. Mi rispose di sì. Mi alzai le diedi un bacio sulla guancia e la lascia sola. Sola sulla panchina del nostro primo bacio.)
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