A dire il vero, non si era mai addormentato. Ipotizzò fosse istintivo, il bisogno di stare allʼerta, anche dopo lʼesaurimento della sua presentazione. Il suo lavoro ora era proteggere e prendersi cura di Seokjin. Non riusciva a dormire.
Era tardo pomeriggio quando Seokjin si risvegliò, borbottando, sudato e accaldato per la febbre da calore, e Jeongguk aveva passato diverse ore a guardarlo, seguendo il percorso che il sole estivo percorreva sul suo viso, trascinando la luce da diverse angolazioni, lasciandolo più bello di prima.
Non sembrava più malato grazie alla presenza alfa di Jeongguk, ma la sua febbre era costantemente peggiorata mentre dormiva, e Jeongguk sapeva, sia dallʼodore che dalla vista, che era solo questione di istanti prima che il suo calore prendesse piede.
Come previsto, Seokjin si svegliò senza fiato, un grido rauco che lo squarciò prima che Jeongguk portasse una mano sul suo viso, calmandolo.
ʻʻSono qui.ʼʼ
Seokjin stava tremando. ʻʻAlfa.ʼʼ Mormorò, e Jeongguk fece cenno con il capo.
ʻʻSono qui,ʼʼ ripeté, le dita che sfiorarono la tempia di Seokjin. ʻʻDimmi di cosa hai bisogno.ʼʼ
Gli occhi di Seokjin da appannati diventarono limpidi. Sbirciò Jeongguk mentre ansimava e si avvicinava, cercando di premere la lunghezza del suo corpo contro quello di Jeongguk.
ʻʻJeongguk?ʼʼ Lo chiamò, sottovoce. ʻʻTu... tu sei... un alfa?ʼʼ
ʻʻSì,ʼʼ disse Jeongguk, scostando i capelli di Seokjin dagli occhi. ʻʻSono un alfa ora.ʼʼ
