Capitolo tredici

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A scuola mi stavo letteralmente addormentando. Dopo essere tornata alle 4:49 esatte al lavoro, ci rimasi fino a quando non portai Stephen a scuola ed io non andai all'università, ovvero alle 8.

Le palpebre erano più pesanti del solito, tremendamente pesanti. Avevo una voglia infinita di urlare e piangere, spaccare tutto.

Odiavo la mia situazione, odiavo il mio lavoro, odiavo la mia casa, odiavo i ladri venuti a rapinarmela, odiavo quella stupida scuola, odiavo i miei compagni, odiavo i professori. Perfino i banchi che dondolavano.

"Stander, hai fatto after ieri sera?"

Ed i compagni di banco. Soprattutto i compagni di banco.

"Ero obbligata, dato che lavoro lì" risposi secca

"Quindi potrei avere degli sconti sui drink?"

"Sognatelo"

"Come vuoi"

La conversazione finì così.

Dopo tutte le sei ore di scuola, uscii finalmente da quella gabbia.

Aprii la borsa, ma stavolta non estrassi una semplice e stupida sigaretta.

Avevo bisogno di calma, di relax, e non potevo aspettare fino a casa per averla.

Ingoiai più pastiglie possibili in una sola volta, e mi sedetti a terra, aspettando.

Ombre. Le ombre sono dappertutto. Ogni oggetto ce l'ha, ogni colore ha un proprio nero.

Oh, poi c'è il mare. Quanto amavo andare al mare, da piccola. Il suono delle onde era la cosa più bella che ci potesse essere.

Ma-mamma. È davvero lei? Pensavo se ne fosse andata da noi, per scappare da questa realtà dolorosa. Le persone scappano da tutto ciò che le fanno sentire vive. Tutte. Lei mi ha lasciata qui, così vulnerabile e distrutta.

Sentii due braccia attorno alla mia vita stringermi.

"Mamma, sei tu?" balbettai

"Non sono tua madre, sono soltanto Harry"

La voce era roca, ma mi calmava per davvero.

"E la mamma dov'è?"

Già, dov'è?

"Arriva presto. Tranquilla, piccola"

Dopo questo sentii delle soffici labbra baciarmi la fronte, finché non mi addormentai del tutto.

Fearless || Harry StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora