Capitolo 5

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Concerto 13 di 76: Melbourne

"Hay, Haz, Niall sta per fare un altro veloce soundcheck, se vuoi provare le luci ora," lo informò Liam.

Harry diede un'altra occhiata alla sua sezione della postazione di controllo, non riuscendo a trovare niente di rotto o di mancante. Tutti i suoi schermi grafici e tutti i suoi impianti di illuminazione erano stati montani appena un'ora fa, quindi sarebbe dovuto essere tutto apposto.

"Certo, posso testare le luci," rispose Harry. "Qualcuno ha visto L-" Inghiottì il resto della frase quando proprio la persona che il riccio stava cercando arrivò nel luogo su uno skateboard.

Harry ebbe pochi secondi per prepararsi allo charme, al sorriso, agli occhi azzurri. Ciò, ovviamente, significava che non era per niente pronto. In questi giorni, non lo era mai veramente.

"Salve, ragazzi! Cosa state combinando?" Li salutò con lo skateboard ora infilato sotto il suo braccio. Harry non avrebbe dovuto fissare tutti quei tatuaggi che ricoprivano la sua pelle baciata dal sole, o i suoi muscoli che si flettevano sotto di essa. Non avrebbe dovuto, eppure era proprio quello che si ritrovò a fare, sbattendo subito dopo le palpebre prima che qualcun altro se ne accorgesse; sopratutto, Louis stesso.

"Stai bene?" C'era lo stesso livello di divertimento che di preoccupazione nel suo volto mentre Harry abbassava lo sguardo verso la sua console, fingendo di star facendo qualcosa di importante riguardante il suo lavoro da direttore della luce.

"Er- Sì. Sì, sto bene," balbettò il riccio, come se un Louis Tomlinson che indossava una canottiera fosse diverso da qualsiasi altra persona che ne indossava una; cosa non vera. Non proprio. Sicuramente non avrebbe dovuto far così tanto effetto su di lui, cazzo. Oltre all'essere colleghi e amici sempre più stretti, Louis non sarebbe nemmeno dovuto essere un puntino sul radar di Harry, che fosse ubriaco o sobrio. Stava fottutamente impazzendo.

Questi erano i molto strani e conflittuali problemi di cui Harry avrebbe voluto tanto parlarne con Thomas. Soprattutto dopo l'incidente accaduto la notte del loro primo concerto. Non sapeva come un paio di bevute celebrative tra amici si fossero trasformate in Harry che non riusciva a pensare ad altro se non a come soltanto il tocco delle loro labbra potesse far fermare il mondo intorno a loro. La sua unica ipotesi era stata un momento di pazzia temporanea mischiata ad una forte ubriachezza. E una volta che gli era passato tutto, il riccio aveva giurato di smettere di bere (e di passare troppo tempo da solo con Louis), ed aveva riportato il suo culo ubriaco nella sua camera d'albergo, ricordando a se stesso che, per l'appunto, era fidanzato. Sebbene il suo ragazzo pieno di rancore non gli avesse nemmeno riposto al fottuto telefono.

"Ci hai messo un po' a venire qui," borbottò Niall, riuscendo soltanto a far sorridere ancora di più Louis.

"Aww. Ti sono mancato così tanto?"

"Affatto," sbuffò il biondo con un sorriso persistente. "Abbiamo aspettato che finissi di abbronzarti, così che potessimo iniziare a fare il soundcheck." Sembrava solo un po' amareggiato per non essersi potuto godere il bel tempo che avevano avuto da quando avevano lasciato la Germania, più di una settimana fa.

"Lo dici come se domani non avessimo una barca tutta per noi per il nostro barbecue australiano!" Ricordò Louis a Niall e, per puro caso, anche a Liam ed Harry. Il riccio si era dimenticato del tutto del loro pomeriggio libero. Non vedeva l'ora di poterlo passare sentendo il sole sulla sua pelle e insieme alla migliore compagnia che ci fosse.

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