Capitolo 1

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"Porta solo un pochino più giù il lato sinistro. A malapena due centimetri," disse Harry dall'altra parte della sala eventi nella quale lui e un'altra dozzina di persone avevano fatto avanti e indietro per tutto il pomeriggio. "Er- Così è troppo. Adesso, sollevalo di appena uno o due centimetri. Ci siamo. Così va meglio," annuì in approvazione, mentre un membro dello staff della pianificazione dell'evento aggiustava il lampadario, gli occhi di Harry che lo seguivano per tutto il tempo. Si spostò ancora più indietro di quel che era, quando la donna in cima alla scala smise di giocherellare con la catena regolabile del lampadario, sollevando un sopracciglio in direzione di Harry.

"Va bene? È pari?" Chiese lei.

Il ragazzo non rispose immediatamente, facendosi di nuovo più vicino, fino a quando non si ritrovò quasi sotto al gigante lampadario rettangolare, che aveva scelto personalmente per dare più dimensionalità a quel vecchio spazio soffocante e dare vita a quel ricevimento. Si abbinava perfettamente con le luci più piccole infilate tra il tessuto drappeggiato attraverso le vecchie travi di legno. Questa combinazione dava l'illusione di piccole stelle che spuntavano fra le nuvole, e poi, esattamente al centro di tutto, c'era il lampadario di Harry, scintillante come se qualcuno avesse preso dei pezzi di sole e li avesse forgiati in un migliaio di lacrime di cristallo, così da illuminare anche l'angolo più oscuro della sala. Era perfetto.

"È perfetto!" sorrise, indietreggiando per osservare gli effetti delle sue scelte progettuali da un'altra prospettiva, quando si imbatté in qualcosa di alto che bloccò il suo indietreggiare. O meglio, qualcuno.

Era solo Thomas, realizzò Harry quando, girandosi, si ritrovò davanti il proprietario della Black-Tie Events & Designs, che guardava accigliato e con un sopracciglio alzato il lampadario dietro la testa del ragazzo.

"Che diavolo è quella roba e perché è appesa in mezzo al mio spazio eventi?"

Quella non era propriamente la reazione che Harry si sarebbe aspettato dal suo capo, o dal suo fidanzato da otto mesi, per quel che contava. Stava sperando in qualcosa come una sorta di combinazione tra una pacca sulla schiena e un "buon lavoro", come minimo, ad ogni modo, il ragazzo provò a non offendersi troppo. Dopo tutto, non era una faccenda personale. Si trattava di lavoro.

"Quello è il lampadario Julie e ho appena trascorso gli ultimi venticinque minuti a vedere come appenderlo e decidere a che altezza posizionarlo," rispose Harry gentilmente, facendo l'occhiolino all'unica dipendente della Black-Tie che sapeva essere perfezionista quanto lui. "Ed è nel bel mezzo del tuo bellissimo spazio eventi perché tra qualcosa come quattro ore e mezza si terrà un ricevimento nuziale ed ai tuoi clienti probabilmente piacerebbe vederne uno, una volta arrivati."

Harry sorrise dopo la sua piccola battuta, rattristendosi quando Thomas non si accorse nemmeno del suo tentativo di alleggerire il livello di stress in quella stanza.

"Tiralo giù," disse il ragazzo, prestando di nuovo attenzione al suo tablet. "Con i clienti avevo accordato per l'impianto piccolo e rotondo."

"Beh, sì, quello lì è delizioso. Tuttavia, ho parlato con loro appena la settimana scorsa e abbiamo deciso, bensì, per questo qui perché..."

"E chi ti ha chiesto di farlo, Haz?"

C'era una punta di asprezza nella voce di Thomas, che rendeva ancora più ovvio il suo essere infastidito. Harry poteva perfettamente dire che non era felice della sua variazione, decise quindi di andarci piano, spegando le sue motivazioni.

"Questo qui non costa tanto ed è molto più bello. È unico e apre davvero lo spazio circostante. Per questo l'ho scelto, tesoro."

"Risalta troppo rispetto al nostro discreto piano originale, è molto più fastidiso di quello più piccolo, ed è più diffcile da tirare su."

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