Celeste
Avevo tutti gli occhi della sala prove puntati addosso, nell'attesa che io sbagliassi qualche passo, per poi avere il pretesto di dirmi di non essere all'altezza per quella scuola.
Ormai erano mesi che provavo e riprovavo i passi di quel balletto, "Il Cigno Nero", per passare l'audizione all'Accademia multi artistica di Brooklyn, ed ora che ero lì, davanti ai professori, non mi sarei tirata di certo indietro.
All'inizio ebbi qualche problema con i primi passi poiché, data la tensione stante in quella sala, ero stata come avvolta da una nuvola che mi offuacava la mente, ma, appena chiusi gli occhi, tutto riaffiorò, si fece più nitido, e cominciai a ballare come se non ci fosse nessun altro al di fuori di me nella stanza.Conclusa l'esibizione, i professori si scambiarono delle occhiate, annuendo, ma talvolta, scuotendo la testa.
Alla fine mi fecero accomodare fuori insieme a tutti gli altri per attendere l'esito finale.
Il tempo sembrava non passare mai, tanto era la tensione che, man mano, cresceva, quando a un certo punto sentii pronunciare dalla voce proveniente dall'altoparlante dei nomi.
<Shally Edwards, Liv Groove, Elisabeth Frees e Celeste Cove sono attese nella sala prove per l'esito finale>.
Non sapevo se saltare dalla gioia o piangere dalla disperazione in quel momento, dato che non avevo idea di cosa ci dovessero riferire, se cose negative o positive.
Ero stata chiamata per ultima, forse avevano pensato a lungo sulla mia esibizione e avevano deciso che sarei stata all'altezza di questa scuola o…
In quel momento una voce mi strappò via dai miei pensieri e mi fece tornare alla realtà.
<Congratulazioni ragazze, le vostre sono state delle esibizioni eccellenti, sono contenta di riferirvi che da questo momento fate parte di questa Accademia!>, ci disse la professoressa di danza classica, Mrs. Janette, stringendoci la mano e congedandoci con un inchino.
Un modo strano per salutare, ma era l'ultima cosa a cui volevo pensare, ero stata ammessa, ed era una cosa semplicemente fantastica!
Mi persi di nuovo tra i miei pensieri e mi resi conto che ero rimasta a bocca aperta per una manciata di minuti, quando una delle ragazze, alle quali era stata riferita la stessa notizia, ci prese per le mani e si mise a saltare di gioia, contagiandoci.
Uscimmo dalla sala prove con un sorriso stampato in faccia, che neanche un ebete sarebbe riuscito a sfoderare, e i ragazzi che non erano stati chiamati, e aspettavano ancora un esito, compresero dalla nostra euforia che non erano passati, e se ne andarono abbattuti, talvolta congratulandosi con noi.Dopo una mezz'oretta ritornammo in noi e ci presentammo. Nel frattempo ci eravamo accomodate in un bar poco distante dalla scuola per festeggiare, e prendemmo delle bevande calde e una fetta di torta a testa, specialità di quel posto: torta al cioccolato con crema alle fragole, semplice ma gustosissima (e anche piena di calorie, ma per quel giorno sgarrai volentieri la dieta che mi ero prefissata).
Mi trovai molto bene con le ragazze, in particolare con Liv, una ragazza solare e piena di vita, con una risata coinvolgente.
I suoi capelli color cioccolato le ricadevano morbidi sulle spalle, accentuando la forma tondeggiante del suo viso e i suoi occhi di un colore tra il verde ed il grigio chiaro.
Elisabeth, invece, era molto timida, e in questo mi ci rispecchiavo molto, ma aveva dei momenti in cui si chiudeva in se stessa e non capivamo il motivo; d'altronde ci conoscevamo solo da un paio d'ore, e avrei avuto il tempo di conoscerla meglio.
Lei aveva dei capelli castani scalati che le arrivavano poco sopra le spalle, occhi marroncino chiaro che davano un tocco di mistero al suo sguardo e, sparse qua e là sulle gote ed il naso aveva delle lentiggini che le donavano molto.
Infine c'era Shally, se ti doveva dire qualcosa non si faceva scrupoli, brutta o bella che fosse la notizia, te la diceva in faccia; sicuramente teneva dentro di se qualcosa appartenente al passato e, di conseguenza, aveva quell'atteggiamento rigido.
Aveva i capelli color vaniglia, biondi, ma non troppo, e li portava, come me, lunghi fino a sfiorare il fondoschiena.
Gli occhi color castagna le rendevano lo sguardo cupo, ma le risaltavano molto.Consumammo ciò che ci era stato servito e, subito dopo, decidemmo di fare una passeggiata per le vie di Brooklyn parlando del più e del meno.
Tra i vari argomenti che affrontammo, i più importanti riguardavano la scuola, i corsi a cui ci si poteva ancora iscrivere, alle stanze rimaste nel dormitorio e, soprattutto, al fatto che l'inizio del primo quadrimestre era ormai alle porte.In quei giorni alloggiavo in un Bed & Breakfast, poichè venivo dall'Italia, antistante dalla scuola dieci minuti a piedi. Così, verso le sette di sera ci salutammo e ci recammo ai nostri alloggi, poichè il giorno seguente ci saremmo dovute trovare di primo mattino a scuola per iscriverci ai corsi e ottenere delle camere nel dormitorio femminile dell'ala est dell'edificio.
La mattina seguente facemmo come programmato, ci incontrammo tutte e quattro davanti all'ingresso, chi arrivò prima chi dopo, e andammo alla ricerca di corsi che ci potessero interessare, oltre a quelli obbligatori.
Alla fine io mi iscrissi a danza classica e moderna, storia dell'arte e della danza, ad un corso di disegno e fotografia, ad uno di musica, poichè sapevo suonare molto bene il pianoforte, e, infine, trovai un posto libero per la salsa, uno stile che non avevo mai provato, ma che, in qualche modo, mi affascinava.
Fui molto felice quando mi resi conto che anche Liv aveva scelto il corso di danza classica e moderna, ed ero sicura che, col tempo, saremmo diventate ottime amiche.
Ora mancava solo una cosa, tra l'altro la più importante: trovare dei posti al dormitorio!
Così ci mettemmo alla ricerca di stanze e ne trovammo una con tre posti ed un'altra, già occupata da una ragazza, per una persona.
Perfetto! Avevamo trovato gli ultimi quattro posti, da non credere, così decidemmo che Shally Liv ed io saremmo andate in quella da tre posti, mentre Elisabeth nella camera in compagnia della nuova ragazza.Nei giorni seguenti portammo tutte le nostre cose nelle stanze e ognuno decorò la propria parte a modo suo.
La parte di Liv era piena di foto raffiguranti lei ed i suoi amici, i suoi familiari, almeno credevo, e altri scatti di panorami con ripiani molto dettagliati. Aveva, inoltre, una lampada dai colori sgargianti ed un portatile personalizzato, che posò sulla sua piccola scrivania, con su scritto let the dream came true, una frase che rapì la mia attenzione, forse anche dal fatto che era scritta con i coloro dell'arcobaleno.
Shally, invece, si limitò a sistemare sul suo comodino una cornice che la raffigurava in compagnia di un ragazzo più piccolo di lei, e pensai subito che si trattasse di suo fratello.
Infine, io trovai il modo di creare due scaffali sui quali appoggiai i miei libri, i miei spartiti ed una foto che catturava me e la mia famiglia al tramonto di una giornata passata allo zoo e ad un parco giochi a Roma.
In quello scatto avevo poco più di dieci anni, ma ci tenevo molto.
Tirai fuori, inoltre, il mio portatile, neutro a confronto di quello di Liv, e lo posai sulla scrivania.
La camera era abbastanza spaziosa, aveva per l'appunto, tre letti, un bagno ed un cucinino per preparare qualcosa al volo se serviva, ed ero contenta di condividerla con loro.Finalmente mi potevo rilassare, ce l'avevo fatta, mi trovavo in una delle più prestigiose scuole di Brooklyn e, a breve, vi avrei cominciato i miei studi.
STAI LEGGENDO
Close your eyes
ChickLitCeleste, una ragazza arrivata dall'Italia, si trasferisce a Brooklyn per realizzare il suo sogno, diventare una ballerina professionista, lasciando una parte del suo cuore nel suo paese. Lei è una brava musicista di pianoforte e un'accanita lettric...