-Capitolo 28-

952 66 19
                                    

Bip.
Bii-bip

Questo strano rumore mi giunge alle orecchie.
Lo sento vicino.
Va a ritmo regolare.
Mi porto una mano sulla fronte ed inarco le sopracciglia.
Era come se un martello mi battesse contro la testa.
Apro lentamente gli occhi, sbattendo le palpebre più volte.

<Ryu, menomale!>

Le braccia di Akane mi circondano il collo.
Nanami mi stringe la mano e si asciuga qualcosa sotto gli occhi.
Dietro di loro vedo due figure una di fianco all'altra.
Quando riesco a mettere a fuoco, realizzo chi sono: mio padre e mia madre.
Riporto la mia attenzione verso le mie due amiche.
Akane si è rimessa a sedere e mi ha lasciato respirare.
Tutte e due le sorelle hanno gli occhi rossi.
Lentamente, mi metto a sedere, tenendomi la testa che sembra scoppiare.

<Come state?>

<Tu come stai, idiota!>

Risponde Nanami.
Poi mi si lancia addosso e nasconde la testa nel mio petto.
Avvicino le braccia al suo corpo e la stringo per quel che posso.
Inizia a singhiozzare.
Restiamo così per qualche secondo, poi si allontana asciugandosi gli occhi.

<Smettila di piangere o ti cala il trucco, scema.>

Gli dico io.
Poi sposto la mia attenzione verso l'altra sorella che stava torturando la coperta del letto.

<Anche tu, smettila. Vuoi distruggere questa povera copertina che non ti ha fatto nulla?>

Le prendo la mano e la stringo.
Rivolgo lo sguardo fuori dalla finestra.
Il sole sta già andando a dormire, lasciando il posto alla notte.
Il colore del tramonto è bellissimo:l'arancione che si mischia all'azzurro e al blu.
Passo in rassegna la stanza, notando quanto sia vuota, ad esclusione di altre due sedie in fondo alla stanza.
I macchinari accanto a me continuano a fare quel rumore assurdo che mi da noia.
Sbatto un attimo le palpebre e tutto mi torna in mente.
Sposto subito di lato la coperta e mi alzo di scatto, pentendomene subito dopo.

<Ryu, cosa fai?>

Le due gemelle si alzano e Akane mi corre subito incontro, aiutandomi con la sorella.
La schiena mi brucia in un modo atroce.

<Siediti dai.>

Mi rimetto sul letto.
Mi porto la mano sulla schiena e la massaggio.

<Non è nulla di grave, hanno detto i dottori. Ma siccome un peso che stava cadendo da una certa altezza ti è finito addosso, il corpo ne ha risentito, e soprattutto la schiena.>

Un peso che stava cadendo...
Stringo i denti e mi alzo lo stesso, stacco il filo collegato al macchinario e mi avvicino alla porta.

<Ryunosuke, dove vai?>

Guardo mia madre di lato e la ignoro.
Esco dalla stanza e acchiappo il primo dottore che trovo.

<In che stanza si trova Nakajima Atsushi? Il ragazzino che è caduto ed è stato portato qui qualche ora fa.>

Il dottore mi guarda attraverso gli occhiali e poi guarda nei suoi fogli.

<Stanza numero 302.>

Inizio a guardare tutti i numeri sulle porte finché non trovo quella che mi interessa.
Busso e appoggio l'orecchio per riuscire a sentire la risposta.
Nessuna risposta, così apro lentamente la porta e entro nella sua stanza trovandola vuota proprio come la mia.
C'è una sedia accanto al suo letto.
Mi ci siedo sopra.
Ha gli occhi chiusi.
Anche lui è collegato ad un solo apparecchio come me.
Segna il suo battito cardiaco.
Le sue labbra sono rosacee, la sua pelle ha ripreso colore.
Gli prendo una mano e la stringo nella mia.

<Per fortuna non ti sei fatto nulla... non penso avrei potuto sopportare il fatto di perdere qualcun altro.>

Rimango fermo a sedere e continuo a guardarlo.
Non riesco a staccargli gli occhi di dosso.
Penso sarei rimasto ad osservarlo anche per sempre, se non fosse per il rumore della porta che si apre e la voce di qualcuno che mi chiama.

<Professor Inoue?>

Lascio di scatto la mano a Nakajima e mi giro verso la porta, senza però alzarmi dalla sedia.

<Professoressa Kobayashi...>

La mia collega si avvicina:in mano tiene una bottiglia d'acqua.
Guarda Nakajima.

<A quanto pare si è riaddormentato...>

Alzo un sopracciglio e, notando la mia espressione sorpresa, ridacchia.

<Ero qui con lui e si era appena svegliato e siccome aveva sete sono andata a prendere dell'acqua.>

Ritorno a guardare il mio alunno.
Lentamente, mi alzo, sentendo la schiena bruciare.
Ci porto sopra la mano e mi massaggio.

<La schiena come ti sta?>

<Brucia. Ma non è nulla.>

Sposto di nuovo lo sguardo verso Nakajima, poi mi avvio verso la porta.

<Va già via?>

Annuisco alla mia collega.

<Le posso chiedere un favore?>

La professoressa annuisce, guardandomi preoccupata e curiosa.
Le do la schiena ed appoggio la mano sulla maniglia.
Apro la porta.

<Vorrei accompagnarlo io a casa e spiegare la faccenda ai suoi genitori... quindi mi può avvertire quando lui si sveglia?>

<Sì, sì, certo.>

Ed esco definitivamente dalla stanza per tornare nella mia.

Angolo autrice
Eh, povero Nakajima...
Ah, e povero Ryu.
Eeeeeeee non ho niente da dire...
Quindi non rompo più e sparisco, sciauh

&quot;C'è un errore nei miei calcoli&quot; - Boyxboy- [Completata] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora