-Capitolo 29-

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Apro gli occhi, sbadigliando.
Accanto a me, le due sedie sono vuote.
Ricordo che ieri sera, dopo che sono tornato in camera, Nanami ed Akane sono dovute andare via perché l'orario di visita era finito.
I miei, invece, erano già tornati a casa, come immaginavo...
Sospiro.
Mi alzo lentamente e mi siedo.
Guardo verso l'orologio sopra la porta e noto l'ora: le 5:19.
Scosto le coperte e cerco di mettermi in piedi.
Ieri ho dormito anche il pomeriggio, non sono più di tanto stanco...
Stacco ancora una volta il filo ed esco dalla stanza.

<Tanto vale faccio una camminata...>

Sbadiglio e, tenendomi la schiena come se fossi un vecchio, cammino per il corridoio.
Scorro con lo sguardo tutte le porte con altri pazienti dentro che sicuramente hanno problemi peggiori di una semplice botta alla schiena.
Ad un certo punto, mi ritrovo davanti ad una stanza: la numero 302.
Senza pensarci su, busso, senza ricevere risposta.
Abbasso la maniglia ed entro.
Nakajima era disteso sul letto come ieri.
Mi siedo e guardo il suo viso: stava dormendo e dalla sua espressione deduco che stia facendo un bel sogno.
Incrocio le braccia al petto e rimango li a fissarlo.
Ad un certo punto, sposta la mano che era lungo il corpo e la butta dall'altra parte.
Con il resto del busto si gira e si volta tutto nella mia direzione.
Gli occhi sono ancora chiusi.
La bocca è semi aperta.
Respira lentamente.
Il petto va su e giù.
A quella visione, un piccolo sorriso mi si forma sulle labbra.
Sento il cuore iniziare a battere e lo stomaco iniziare a girare come fosse in una lavatrice.

<Da quando hai catturato il mio cuore?>

Appoggiato allo schienale, socchiudo gli occhi, finché non vedo solo il buio ed alla fine mi addormento,cullato dal suo respiro.

[...]

Sento qualcosa che mi scuote gentilmente la spalla.
Una voce dolce mi chiama.

<Professore...>

Apro gli occhi, ritrovandomi Nakajima davanti.
Aveva una mano sulla mia spalla e il suo viso era vicino al mio.
I suoi occhi color nocciola si immergono nei miei ed io faccio lo stesso.
Poi, distoglie lo sguardo e le guance si colorano di rosso. Un rosso acceso.

<Buongiorno...>

Dico, coprendomi con una mano lo sbadiglio.
Non sento la risposta, anche se lo vedo muovere le labbra.
Con ancora la mano davanti alla bocca, nascondo un piccolo sorriso che si era formato.

Mi mancava vederlo arrossire.

<Come ti senti?>

Nakajima si stringe nelle coperte e appoggia la testa sulle gambe rannicchiate al petto.
Gli occhi vengono nascosti come sempre dalla frangia.

<B-bene... non mi sono fatto nulla... mi sono solo spaventato.>

Annuisco, tenendomi il mento con la mano.

<Cosa ti ricordi della caduta?>

Con gli occhi si guarda intorno, nascondendo l'evidente imbarazzo.

<Ricordo di averla vista correre verso di me, poi qualcosa che mi stringe, che mi circonda le spalle... qualcosa di caldo ed accogliente. Mi sentivo protetto. Ricordo solo questo.>

Qualcosa di caldo ed accogliente...
Mi sentivo protetto.

Sento il mio battito cardiaco aumentare.

<Ma lei che cosa ci fa qui? L'orario delle visite è alle 10:00.>

Apro bocca per rispondere, ma non faccio in tempo...
La porta si apre, mostrando una donna che portava una divisa bianca entrare.
Quando alza lo sguardo, pensando di non trovare nessuno, rimane sorpresa da quello che vede.

<Buongiorno. Non pensavo ti fossi già svegliato, Nakajima...>

Poi sposta lo sguardo verso di me ed inarca le sopracciglia.
Mi si avvicina, lasciando il blocco degli appunti che aveva in mano su un mobile.

<Lei che ci fa qui? Come mai non è in stanza?>

Mi alzo dalla sedia, ma avendolo fatto troppo velocemente, un bruciore forte mi invade tutto il corpo.
Un "Ahi" mi scappa dalla bocca e mi rimetto a sedere, tenendomi la schiena.
La dottoressa si avvicina subito.

<Anche ieri si è mosso. Vuole rischiare di peggiorare la situazione? La riaccompagno a letto e guai a lei se si rimuove.>

Mi afferra un braccio, ma io mi libero dalla presa.

<Le chiedo scusa per averla disturbata, ma non si deve preoccupare, sto bene e poi, come professore, mi preoccupo prima per la salute del mio alunno.>

La dottoressa si mette le mani sui fianchi e sospira.
Scuote la testa e mi fissa seria, finché un piccolo sorriso le cattura le labbra.

<Faccia come vuole, è sempre stato testardo, signor Inoue. Cerchi solo di non sforzare troppo la schiena, altrimenti è costretto a stare con me ancora di più.>

Dice scherzando.
Riprende la sua roba e ci saluta sventolando la mano.
Io fisso la porta sorpreso: mi ha riconosciuto...
Si ricorda di quel ragazzino che fece casino quando Eiji era in ospedale.
Mi rigiro verso il mio alunno.

<Che cosa ha fatto alla schiena?>

Sbatto le palpebre più volte per poi scuotere la testa e ritornare in me.

<Ah, sì... ti ho preso qualche secondo prima che toccassi il suolo. Akane ha detto che, oltre ad aver sbattuto la schiena, la situazione è diciamo cambiata perchè ho ricevuto un atterraggio di un peso che stava cadendo.>

Nakajima mi guarda con la bocca spalancata.
Mi appoggio allo schienale e incrocio le braccia.
Giro la testa per vedere l'orologio: segna le 7:30.
Nakajima segue il mio movimento, ma quando vede l'ora, spalanca gli occhi e lancia le coperte dall'altro lato del letto.

<Sono in ritardo per andare a scuola!>

Si alza, ma lo blocco, prendendogli il polso.

<Scherzi vero? Come minimo ti devi prendere una settimana di pausa.>

Mi alzo, aiutandomi con lo schienale.
Mi porto una mano all'anca e sospiro, passandomi l'altra mano sui capelli.
Mi avvio alla porta e la apro nello stesso momento del dottore.

<Oh, signor Inoue, vedo che è in piedi. Come si sente?>

<Bene, dottore. Il mio alunno può tornare a casa?>

Il dottore si affaccia e guarda sopra la mia spalla.
Nakajima si trova in mezzo alla stanza e sembra veramente molto confuso.

<Sì, ho saputo che era sveglio così ho pensato di dirgli che stava bene e che se voleva poteva uscire.>

Nakajima si avvicina a noi e guarda il dottore.
Quest'ultimo gli sorride e gli scompiglia i capelli per cercare di rassicurarlo.
Poi si gira verso di me con una mano in tasca.
Quando la tira fuori, mi tende un paio di chiavi.

<La sua amica Fuji mi ha detto di dargliele appena si svegliava.>

Prendo le chiavi della mia macchina e ringrazio il dottore.

<Andiamo, Atsushi, ti riaccompagno a casa.>

Angolo autrice
Perdono.
Ero occupata.
Sparisco senza aggiungere altro.
Ciao.

&quot;C'è un errore nei miei calcoli&quot; - Boyxboy- [Completata] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora