Capitolo 2

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LINO'S POV

Arrivo in teatro nel primo pomeriggio, parcheggio e mi incammino verso l'entrata. Durante il tragitto incontro una decina di persone intente a trasportare sedie, panche e tavoli.

Mentre sto per varcare la porta d'ingresso mi accorgo di una ragazza che sta per fare la stessa cosa ma nella direzione opposta alla mia trasportando una pila di sedie. Riesco a scansarmi ed è lei a passare per prima; si volta per ringraziarmi ma ancor prima di dire "Grazie" posa a terra le sedie e mi porge la mano.

"Lino! Ben arrivato! Qui è ancora tutto in alto mare, mi hanno dato il permesso di utilizzare uno spazio più grande soltanto mezz'ora fa e quindi stiamo portando tutto là. Ma non mi sono ancora presentata, io sono Rebecca!"

Rebecca. Proprio così ti ho immaginata durante le nostre telefonate: raggiante, positiva, piena di voglia di vivere, semplice e... bella.

"Beh, come già sai, io sono Lino. Piacere!"

Le sorrido e lei ricambia.

"Ma posso dare una mano in qualche modo?"

"Se la situazione non fosse disperata non te lo chiederei mai. Nel magazzino di sotto, che saprai meglio di me dove si trova, ci sono delle sedie bianche di plastica, sono da caricare nel furgone sul retro. Grazie mille!"

"Figurati, è un dovere. Comunque a me il palco andava benissimo anche dov'era prima, eh!"

"Diciamo che per stasera sono previste più persone del solito e per quanto mi è possibile, non posso permettere che qualcuno rimanga fuori."

Fece una piccola pausa e poi aggiunse:

"In un certo senso sei tu il colpevole di tutto ciò, quindi forza, al lavoro!"

Scoppiammo entrambi in una risata dopodichè si caricò nuovamente in spalla le sedie e continuò da dove si era interrotta. Mentre si allontanava mi urlò:

"Ah! Grazie per la porta!"

Non potei far altro che sorridere, anche se probabilmente non stavo facendo altro da quando ho incrociato il suo sguardo.

...

REBECCA'S POV

Pochi minuti dopo le 21, Lino è pronto a salire sul palco.

E' incredibile come la sua tensione sia la stessa che avevo io ai miei primi spettacoli. Eppure queste 300 sedie sgangherate non sono nulla in confronto all'immensità dei teatri in cui ha recitato.

13 schiocchi di dita e poco dopo è già sul palco.

Viene accolto da un rumoroso applauso, le luci si abbassano ed inizia lo spettacolo, nel vero senso della parola.

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