Capitolo 5

547 33 6
                                    

REBECCA'S POV
Appena prendo posto in regia, mi si avvicina Lino con gli occhi lucidi, mi bacia una tempia e resta in silenzio al mio fianco.
Okay, non mi aspettavo per niente una reazione del genere. E ora che faccio?
Qualsiasi parola sarebbe di troppo, gli accarezzo i capelli e poi lo abbraccio, facendo sì che lui possa posare il suo viso sulla mia spalla, e accarezzandogli la nuca.
Restiamo così fino a quando non è tempo per me di mettermi al lavoro; prima di staccarsi mi lascia un bacio sul collo che mi provoca milioni di brividi.
Che lo spettacolo abbia inizio.

Un'ora dopo i ruoli si sono invertiti, sono io che piango con la testa appoggiata al suo petto con lui che mi stringe e mi accarezza.
Su quel palco sono stati incredibili, di un'intensità pazzesca.
Ho seguito la preparazione di questo spettacolo da lontano, passo dopo passo. Pensavo di conoscere alla perfezione il copione, ma non era così. Mi hanno volutamente lasciato nascoste alcune cose ed io mi sono inevitabilmente commossa.
Con la voce ancora rotta dal pianto, mi allontano leggermente da lui:
«Lino, la camicia...» -dissi notando macchie di mascara e un alone bagnato lasciato dalle lacrime
«Non importa.» -disse lui allargando le braccia per stringermi di nuovo

Dopo un po' sentiamo qualcuno tossire, come per richiamarci: è Matteo.
«Ehi, voi due! Volete degnarci della vostra presenza almeno a cena?»
«Certo che sì, ho una gran fame!»
«E quando mai...!»

A piedi raggiungiamo il locale. Stasera ci abbuffiamo di pizza e non vedo l'ora, è assolutamente uno dei piatti che mi è mancato di più in Kenya.
«Io mi fermo fuori a fumare una sigaretta, tu raggiungi gli altri intanto.» -mi dice Lino
«Okay, ti aspetto dentro.»

Non avevo ancora avuto l'occasione di vedere i miei amici dopo lo spettacolo, per questo motivo andai velocemente nella loro direzione.
«Siete dei veri infami!»
«Noi?» -risposero in coro
«Vedete qualcun altro qui dentro?»
In effetti mancavano parecchie persone, le quali probabilmente avevano avuto la stessa idea di Lino. Loro si guardarono ridendo sotto i baffi.
«Vi odio, ma devo ammettere che siete stati bravi!» -aggiunsi io gettandomi in mezzo a loro per un abbraccio di gruppo

Nel frattempo entrarono altre persone, mancavano solo Lino e Giacomo.

LINO'S POV
«Guanciale, me la offri una sigaretta?»
«Giacomo! E come no, tieni.»
«Allora, che mi dici? Come stai?»
«Niente male, direi. Tu invece?»
«Tutto bene, tutto bene.»
«Poi tornare qua mi ha fatto stare ancora meglio, ha avuto un effetto catartico oserei dire.»
«Rebecca?»
Mi limitai ad annuire.
«Vi ho visti prima, c'è qualcosa che devo sapere?»
«Non per il momento.»
«Stai attento tu, eh! Rebecca per me è come una figlia e non la lascio di certo nelle mani del primo che passa.»
Sorrisi.
«Sotto l'aspetto lavorativo invece?»
«A breve ho i provini per un nuovo ruolo in una fiction Rai. Mi piace, è diverso da qualsiasi altro personaggio interpretato da me e anche le circostanze in cui agisce sono un po' particolari...»
«Ah, bene! E come si chiama la fiction?»
«La porta rossa.»
Vidi Giacomo deglutire ed iniziare a giocherellare freneticamente con le mani.
«Giacomo, tutto okay?»
«Ehm... sì... sì...»
Fece una pausa.
«Io adesso ti dico una cosa, ma nessuno la deve sapere, men che meno Rebecca, d'accordo?»
Annuii.
«Beh, io ho intenzione di proporre a Rebecca di fare il provino per il ruolo di Vanessa.»
Tutto mi sarei aspettato tranne che una notizia del genere.
«Ma è fantastico! Cazzo, farò di tutto per ottenere quel ruolo, per quanto riguarda lei il ruolo di Vanessa è già suo, ha talento da vendere!»
«Lino, frena un attimo l'entusiasmo... non voglio che lei sappia della possibilità che vi possiate ritrovare a recitare assieme. Oggi temeva molto il tuo giudizio, non voglio che lei rifiuti per paura.»
«Tranquillo, ho la bocca cucita.»
«Grazie Lino!»
«Oi, Giacomo» -lo fermo, mentre si dirige verso la porta d'ingresso- «da questo momento in poi vedi di non fare più arrabbiare Rebecca, potrebbe rivelare degli aneddoti piuttosto imbarazzanti su di te.»
«Ma sei uno stronzo!»
«È sempre un piacere!»

Entrando nel locale cercai immediatamente Rebecca con lo sguardo e la vidi intenta ad addentare un'enorme fetta di pizza facendo strabordare pomodoro ovunque.
Io mi sedetti a fianco a Giacomo e altri vecchi amici.

«Guarda che panciaaaaa, sembro incinta!» -disse Rebecca uscendo dal locale
«E ci credo, con tutto quello che hai mangiato! Sembrava non toccassi cibo da mesi.»
«Senti, mi mancava la pizza. Facciamo una passeggiata fino a casa per smaltire?»
«Seh, come se bastasse!»
«Stronzo!»
«E siamo già a due stasera!»
«Chi ha avuto questo onore prima di me?»
«Giacomo... quando gli ho confessato di averti raccontato certi aneddoti.»
Entrambi scoppiammo a ridere.

Passeggiammo per un'ora tra le vie del centro rievocando piacevoli ricordi. Io tenevo una mano sul suo fianco, che sembrava adattarsi perfettamente al mio tocco. Via Farini, dove ho abitato per anni, Piazza Garibaldi, il Duomo, il Parco Ducale e l'Oltretorrente.

«Linoooo, una gelateria aperta! Che facciamo?»
«Ma non hai già mangiato abbastanza?»
«Ma per il dolce c'è sempre spazio, poi voci di corridoio mi hanno detto che sei piuttosto goloso...»
«Prendi informazioni su di me, eh! Comunque, vada per il gelato.»

REBECCA'S POV
Ovviamente non ha voluto sentire ragioni ed ha offerto lui ed ora ci troviamo in un piccolo piazzale davanti a due bei gelati.
«Certo che la coppetta non la prende più nemmeno mio cugino di cinque anni!» -lo prendo in giro io
«E tuo cugino di cinque anni non si sbrodola quanto te, guarda che disastro!»
«È colpa di questo caldo infernale, scioglie tutto il gelato!»
«Bah, alle due di notte non mi sembra ci sia tutto questo caldo, ma se lo dici tu...»
Seguirono pochi minuti di silenzio, necessari ad entrambi per finire il nostro spuntino notturno.
«Sai, qui ci venivo spesso con mia nonna quando ero piccola...»
«Eri molto legata a lei?»
«SONO molto legata a lei! Mia nonna è vive e vegeta e più in gamba di me e te messi assieme!»
Si diede una manata sulla fronte per la figuraccia appena fatta.
«Comunque anch'io venivo spesso qui, magari ho incontrato inconsapevolmente una piccola Rebecca!»
Gli sorrisi, poi mi sfuggí un piccolo sbadiglio.
«Dai rientriamo, è tutto il giorno che non ti dai tregua, sarai stanchissima, e poi così io prima mi metto in viaggio e prima arrivo a Roma.»
«Ma parti stanotte?! Me lo potevi dire, non ti avrei fatto perdere tutto questo tempo.»
«Te l'avrei detto se non avessi voluto passare del tempo con te.»

Pochi metri e raggiungiamo il portone di casa.
«Allora buonanotte e grazie di tutto! Questi due giorni con te sono stati intensi, stupendi... è stato bello conoscerti!»
«Lo stesso vale per me. Mi capita di lavorare con moltissima gente ma con te è stato diverso, è scattato qualcosa...»
«Non perdiamoci di vista, eh! Trova un minuto per pensarmi, scrivermi tra i tuoi mille impegni da sex simbol d'Italia!»
E come faccio a dimenticarmi di te, Reb.
In due giorni mi hai capovolto la vita.
Era da tempo che non ero così spensierato.
«Ci rivedremo, anche prima di quanto pensi...»
«Buon viaggio, Lino!»
Ci salutammo con due baci sulla guancia, il secondo dei quali forse un po' troppo vicino alle labbra.

Vorrei soltanto amarti❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora