3. Notte, Alba, Giorno

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Reidgrey aveva scelto l'ultima camera a destra in fondo al corridoio. L' arredamento era minimo, ma la vera sorpresa era la vista. La finestra di affacciava direttamente sul lago notturno e sulla rupe. La rocca scoscesa che cadeva a picco nell'acqua, la terra che formava uno strato superficiale di fango sopra quel liquido scuro, gli alberi spogli che sembravano privi di vita e la notte oscurata dalle nubi che non lasciavano intravedere la luna. Lo scenario gli sembrava descrivesse la sua anima e il suo potere. Il giorno, con l'acqua che assumeva il colore azzurrino , il cielo che si illuminava, i canti degli uccelli che testimoniavano la vita nel bosco e i caldi raggi del sole, testimoniavano il nuovo inizio dopo la presa di coscienza del giorno precedente. Avrebbe avoluto svegliarsi tutti i giorni all'alba per osservare il limite della sua coscienza prima della rivelazione e riassistere così al miracolo della verità. Si addormentò pensando a questo, però ci volle parecchio tempo. Ascoltò la voci di Gwendoline e Law discutere in un tono piuttosto alterato e immaginò che fosse lui il soggetto della discussione. Aveva causato solo problemi e il senso di colpa per ciò che aveva fatto all'uomo non diminuiva. Non era stato volontario, era impossibile controllarlo. Rumori imprecisati e infine solo la cartomante parlava ancora. Reidgrey riuscì ad assopirsi.

Sbatté le palpebre, si girò verso sinistra, si rigirò a destra. Il cultista si mise a sedere sul letto e osservò la luce propagarsi dalla finestra: il domani sorgeva oltre il dirupo. L'innocente desiderio si era avverato.
Lo specchio del lago prendeva una tinta rossiccio simile a quella del cielo. L'infinito oltre la rupe era una tavolozza ben più varia di quella dell'arcobaleno. Il sole era la fonte della bellezza e il dirupo era la vetta da scalare per raggiungerla. Carico di adrenalina si vestí, quindi scese di sotto in cucina. Stava per farsi un caffè con la macchinetta sul tavolino quando vide delle lettere essere infilate sotto la porta d'ingresso. L'aprí verso l'esterno e scorse il postino mentre tornava indietro. Non avrebbe mai pensato di vedere un altro uomo oltre a loro in quel desolato luogo. Pensandoci bene, non era affatto vestito come un uomo delle lettere, piuttosto come un comune passante. Eppure aveva lasciato la posta...E anche il quotidiano. Il mago rabbrividí prima di raccoglierlo.
" Quindi c'è qualcuno sveglio a quest'ora"
Non era chi credeva: nessun portalettere aveva quell'accento. La tonalità era allegra e giocosa quasi quella di chi ti prende in giro.
" Speravo tanto che qualcuno mi aprisse, a quest'ora di solito tutti dormono... Monello, sei fortunato a vivere distante dal paese, almeno i tuoi si saranno salvati"
" In verità io... Ho... Dormito a casa di un amico"
Il sedicenne aveva quasi rivelato ciò che sapeva, doveva riflettere prima di dire altro. Magari il cinquantenne aveva già intuito che qualcosa non andava nella baita: Reidgrey aveva esitato troppo nella risposta.
" Allora non sai nulla dell'incendio"
" Quale incendio?"
" Non vorrei essere proprio io a dirti la verità... Il fatto è che... Ieri sera è scoppiato un violento incendio a Rosacrociana, non riuscivano a domarlo. Ci sono stati ingenti danni, numerosi feriti e innumerevoli vittime. L'elenco è riportato sul giornale"
Il quotidiano e la sua energia negativa. L'adolescente sapeva fin dall'inizio di non voler leggere quelle notizie. I suoi occhi si riempirono di terrore, i suoi polmoni di ansia. Alzò lentamente quei fogli stampati. "Terribile incendio devasta il comune di Rosacrociana". Scorse brevemente gli occhi sull'elenco delle vittime, non li aveva ancora trovati.
" Spero con tutto il cuore che i tuoi parenti non figurino in quel registro piccolo "
A. B. C. D. De. Do. Dr. Duc. Dushat Cornyard deceduto.
" Non ci sono, vero?"
"... No, non gli è successo niente per fortuna"
Continuava a tenere il cuore incollato alla pagina. Il suo respiro era la più grande conferma delle sue menzogne.
Dushat Raquel deceduta.
" Sicuro di sentirti bene?"
"Si è tutto apposto"
Stava provando a mantenere la calma in ogni modo di fronte a quell'individuo alto e smilzo però le sue mani ora stringevano prepotentemente quelle carte.
" Se è così io dovrei continuare il mio giro di consegne"
Lo sconosciuto si stava inoltrando nel bosco quando si girò un'ultima volta verso il ragazzo.
"Sei l'unico sveglio in casa?"
"Si... Perché?"
"È strano che ci sia solo una persona sveglia in un'abitazione nel bosco all'alba... Ed è ancora più inverosimile sapere che quella persona non abita lì"
Si era nascosto tra gli alberi e dalla distanza era difficile vederlo e sentirlo mentre parlava. Il cultista sentiva che si stava muovendo intorno a lui, esattamente come la volpe che attende di avventarsi sulla lepre. La conversazione aveva preso una piega che stava agitando Reidgrey. Non sapeva come districarsi nel discorso e rimase in silenzio.
"Forse sarebbe meglio che tu smettessi di mentire"
"No, io... È una coincidenza, mi sono svegliato prima dei miei amici..."
"Quanti siete in quella baita? Chi vi sta sorvegliando?"
"Siamo in due, abbiamo deciso di stare insieme per qualche giorno dato che i suoi genitori sono via"
"E lui non ha fratelli o sorelle maggiori, nonni, zii, cugini, qualcuno che badi a lui nel frattempo?"
"No. Siamo solo noi"
Si stava innervosendo. Sapeva di trasmettere ogni emozione negativa che provava alle persone che gli stavano accanto, eppure a lui non accadeva nulla.
" Quindi mi stai dicendo che quell'immensa baita con tutte quelle camere, normalmente, ospita solo il tuo amico e i suoi genitori"
Blackout. Cervello spento. Era stato distrutto su tutta la linea. Non aveva idea di cosa inventarsi per mandarlo via ed era troppo vicino a scoprire la verità sul rifugio. Reidgrey non aveva attraversato nessuna crescita, era rimasto il solito bambino. Spesso allontanato per il suo comportamento infantile, spesso infelice per i giudizi degli altri e troppo stupido per capire che ciò che deve cambiare è il suo atteggiamento e non il mondo intorno. Una singola presa di coscienza non basta per cambiare la mentalità di un uomo. Niente cambia da un giorno all'altro, ma la speranza è sempre quella che la mentalità inizi a mutare ed adattarsi alle situazioni, fino a quando sarà il momento di cambiare pelle.
" Pensa di più alle tue menzogne che alle tue verità, ragazzino. La verità la racconti uguale a tutti ed è facile da credere, mentre le menzogne...Vanno rigirate per ogni singolo essere per convincerli che gli altri sbagliano. Non indagherò su ciò stai facendo, però sappi che ti tengo d'occhio ignorante moccioso"
L'unica cosa che il cultista si sentí di rispondere fu " Grazie". Lo sconosciuto non aveva infierito. Non aveva annientato le sue barriere, ma si era fermato proprio davanti ad esse. Gli aveva dato un consiglio, che avrebbe dovuto seguire e lo aveva ammonito. D'ora in poi sarebbe sempre dovuto essere cauto, insieme agli altri. Più astuto dell'avvocato e più invisibile di un virus. Al minimo passo falso, il postino avrebbe segnalato la sua posizione agli agenti di sicurezza e loro gli avrebbero portato via ogni cosa che aveva trovato.
" Non devi sentirti mai al sicuro con me: io perseguo sempre la verità e la trovo sempre, anche a costo di sacrificare le mie conoscenze mentendo e abbassandomi al livello degli ignoranti. Impiegherò pure molto tempo, ma alla fine sarò capace di raccontare a tutti ciò che vogliono veramente sapere."
Ancora una volta lo sconosciuto gli aveva voltato le spalle e aveva fatto qualche altro passo dentro il bosco, nel fitto degli alberi, quindi si era fermato. Reidgrey si aspettava che l'uomo continuasse a parlare, si riavvicinnasse, invece continuò per la sua strada. Il ragazzo raccolse le lettere.

La prima era indirizzata direttamente a lui. Non c'erano sigilli o mittenti. La busta era bianca e dietro recava il suo cognome. Con mano tremante decise di aprire l'involucro.
" Caro Reidgrey,
È da molto che ti osservo, da prima del rituale. Se te lo stai chiedendo no, non ci conosciamo. Sono un sacerdote che conosce a memoria oramai quasi ogni libro esistente e sono alla disperata ricerca di qualcosa di interessante. Prima viaggiavo di paese in paese per cercare stimoli sempre nuovi che stuzzicassero il mio genio, eppure non riuscivo a trovare nulla di interessante. Alla fine ti ho visto e sono giunto alla conclusione che tu sia un ottimo esemplare da studiare. I tuoi comportamenti sono sempre imprevedibili: dettati dalla tua ignoranza oppure dal caso, mai dalla logica. Si può dire che tu sia tra i soggetti più deficienti e allo stesso tempo intriganti che abbia mai incontrato. Ti autocondanni continuando inutilmente a supplicare agli Dei l'arrivo di un vento di cambiamento in chi ti sta attorno; quando succede qualcosa di negativo scappi senza pensare che il combattimento può portare a dei vantaggi se vinto. Alla fine della fiera rimani sempre lo sconfitto e torni a pregare come uno che non ha capito la lezione.
Inoltre, io so che passi pomeriggi interi alla stazione inventandoti di essere con degli amici che in realtà sono per lo più immaginari. Tu sei praticamente invisibile per il mondo. È questa la tua preghiera: "Vi prego consideratemi" . Sei nullo proprio perché non ti metti mai in gioco e corri anziché fermarti a riflettere. Nonostante tutto ho comunque l'impressione che ti piaccia crogiolarti nel dolore e così decidi di perseguire una vita che ti ha lanciato solamente colpi bassi. Non ti senti in contrasto con te stesso quando immagini di prendere un treno e scappare, ma poi rinunci sempre?
Adesso sembra che io sappia tutto di te, vero? Ti rispondo che non è così e che solo tu hai la risposta alla più grande domanda, che solo la più contraddittoria è ignorante delle creature può capire: come si può definire una persona intelligente? Finché non mi darai una soluzione, io diventerò la tua ombra e ti mostrerò come ci si sente ad esistere, abbattendo tutte le tue barriere. Per ora ti lascio intimandoti di riflettere su un fatto: l'alba non esisterà mai senza il sole. Mostra il tuo sole.
Arrivederci, per ora.
Il sacerdote"
I sacerdoti. Coloro la cui capacità mnemoniche superano quella di ogni altro individuo. Coloro che riescono a studiare un tomo di trecento pagine in ventiquattro ore. Tra i maghi più richiesti dal governo. Uno di loro aveva conversato proprio con il piccolo cultista. La senzazione che il ragazzo provava era diversa da quella quando aveva percepito quando Low gli aveva letto l'anima. Era svetrato, squoiato e pensava che il cuore gli fosse stato divorato davanti ai suoi occhi. Il cervello era scivolato via spalle orecchie. Era atterrito come un'animale dopo che gli hai sparato alla testa. Non era cambiato e non c'era nessuna possibilità di salvezza per lui. Se esistere voleva dire avere paura di ogni spettro che ti circonda, allora avrebbe voluto continuare ad essere uno spettro e circondarsi di altri fantasmi. Che cosa voleva dire mostrare il proprio sole? Il proprio potenziale? La propria intelligenza? L'alba vista quel giorno era perciò solo un comune lasso di tempo che era trascorso e non indicava niente, non aveva nessun significato. La notte perpetra imperterrita la sua luce nella mente dell'adolescente.

La grande stella si era già innalzata nel cielo, chissà per quanto tempo Reidgrey era rimasto davanti l'uscio a riflettere. Rientrò e prese la decisione di bruciare nel camino la sua lettera. I suoi problemi dovevano essere risolti solo da lui, non c'era bisogno dell'aiuto di nessuno. Sentí aprirsi una porta al piano di sopra: qualcuno si era svegliato. Ma c'era anche un altro rumore, qualcosa sbatteva su un vetro. Il sedicenne si avvio verso la porta finestra; un uomo alto e magro stava bussando da fuori. Muoveva la bocca come per dire qualcosa, Reidgrey non sentiva. Tuttavia il mago si avvicinò lentamente per la curiosità : come aveva raggiunto, il quarantenne, il retro della baita senza bagnarsi? I suoi vestiti sembravano di un'altro mondo, però i suoi lineamenti erano familiari. Il clima freddo aveva lasciato sul vetro una sottilissima patina di gelo. La persona allungò la mano destra e scrisse sulla superficie con le sue dita: "Ho bisogno di parlare con te, Low e Gwendoline, ti prego fammi entrare"

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