Capitolo 13 - Doctor Strange

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Amber's Pov

"Perché pensi che Stephen Strange sappia di Eros?" domando camminando a fianco di Steve

"Tuo padre mi raccontò una storiella su Strange e ora voglio sapere se aveva ragione" risponde vago

"C'entra sempre mio padre vero?" domando sbuffando

"Si" risponde secco mentre io alzo gli occhi al cielo.

Dopo circa 30 minuti arriviamo di fronte a quella che dovrebbe essere la sua casa

Steve bussa più volte e alla fine ci viene ad aprire un uomo abbastanza robusto che viene sicuramente dal continente asiatico

"Steve Rogers, che piacere rivederti" esordisce stringendogli la mano

"Anche per me è un piacere Wong, Strange è in casa?" domanda e lui annuisce lasciandoci passare

L'interno è davvero molto bello, devo ammetterlo

"Rogers, ti aspettavo" afferma un uomo mentre scende le scale

"Stephen, da quanto tempo" dice stringendo la mano anche a lui

"Purtroppo avrei preferito in circostanze migliori" ribatte incupendosi

Ah già, mi ero scordata che aveva la Gemma del Tempo e può fare tutti i suoi trucchetti

"Siamo qui per chiederti aiuto, purtroppo gli Avengers non sono più quelli che hanno combattuto Thanos" gli spiega Steve e Strange annuisce capendo la situazione

"Avrete senz'altro il nostro aiuto Steve, non possiamo permettere che accada una tragedia più grande di quella di Thanos" accetta convinto per poi soffermarsi su di me fissandomi per qualche secondo

"Steve, potrei parlare con la ragazza in privato?" domanda Strange

"M-ma certo" risponde Steve lasciandomi sola con lui

Strange mi fa cenno di seguirlo dentro una stanza e così faccio

"Tirala fuori" mi ordina dopo aver chiuso la porta

"Cosa?" domando non capendo

"Sai a cosa mi riferisco" ribatte e allora lì mi si accende la lampadina

"N-non so davvero a c-cosa tu ti riferisca" mento

"Tua madre quando mente sposta lo sguardo mentre tu quando lo fai balbetti" mi fa notare con un ghigno in volto

"Ora tirala fuori" mi ordina subito dopo facendomi salire subito la rabbia

"Ascoltami bene mago da quattro soldi, non so chi ti credi di essere ma tu per me sei nessuno, quindi non provare più a darmi ordini o finisce male" lo minaccio andandogli incontro nonostante la mia scarsa altezza

Lui però alza un braccio e mi lancia sul divano dietro di me

"Ora ascoltami tu, ragazzina viziata, io proteggo la tua realtà quindi ti consiglio di portarmi rispetto se non vuoi passare dei guai" mi minaccia ma io mi alzo per affrontarlo di nuovo

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