Va'via di qui, subito, cazzo! Subito! Perché non ho abortito quando vi ho messo al mondo?! Perché?! - urlò contro Vane, che rimase pietrificato nel vedere il regresso.
Non mi servivi tu per farmi capire quanto sono sbagliato, quanto mi odi. Ma va bene così. Vuoi far la zoccola con lui? Vuoi drogarti per poi andare a suicidarti da qualche parte? Ottimo. Fallo pure, a me non frega un cazzo. Mi hai fatto perdere mia sorella e mio padre, sapendo quant'erano importanti per me, e ora? Me li hai portati via entrambi. Complimenti, complimenti per aver reso tuo figlio una persona pessima; mi complimento soprattutto per la persona di merda che sei diventata dietro a 'sto minchione - disse tranquillo, racimulando i vestiti che aveva - Sta'zitta mamma, non ribattere. Anche tu sai quant'è vero, quindi non parlare, non sei nella condizione di farlo, specie con me - disse bloccando la madre, prima che potesse ribattere.
Senti, pezzo di merda di un Vanetti, 'minchione' ce lo chiamerai quell'handicappato leucemico e sfigato di tuo padre, chiaro? - sbraitò sbattendo Massimo al muro, che però rimase impassibile per qualche secondo, per poi tirargli un pugno in pieno volto, lasciandolo per terra.
Senti un po', bello: io sono fiero del cognome che ho, e non lo farò infangare da un cazzone alcolizzato; 'sfigato leucemico' ci chiami tuo fratello, okay? Non volevo dirlo, perché nessuno lo merita, e so che significa, ma sai che c'è? Spero che anche tu abbia una malattia, e veda quant'è brutto perdere te stesso e la persona che 'ami' per la strada - disse con un'espressione al culmine della delusione - Se fossi rimasto in silenzio sarebbe stati meglio, anche se con un pugno in faccia o no, fai cagar lo stesso. Contro Vane non ci va nessuno, neanche Dio può fermare la mia ira. Vedi di fare poco il coglione con me. Detto questo, vi auguro una buona bucata; auguri anche per il futuro da vene esplose che avete - guardò la madre - Quando starai in overdose, non chiamarmi, non ci sarò - disse freddamente, prima di uscire di casa e andare a zonzo per la città.
Provò a chiamare un suo amico di Brebbia, per sapere se avrebbe potuto ospitarlo per un po'a casa, e così fece. Timoroso, domandò il permesso, che gli venne accettato con felicità e prese il primo treno per andare da lui.
Non avendo il biglietto, decise di adottare la vecchia tecnica del nascondersi nel bagno del treno, ed uscire solo alla fermata.
Arrivò, e quando sentì la folla muoversi, uscì assieme a loro e andò via velocemente; accese una canna e cominciò a camminare per i vicoletti di Brebbia, per poi arrivare dal suo amico, che lo accolse calorosamente.
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Siαmo 7 miliαrdi, Mαssimo Pericolo
Fanfiction❝E non mi ero mai sentito così, come se nessuno c'ha tutto e io sì, come se non mi fossi mai perso niente e non avessi più niente da perdere. Potrei anche andarmene adesso, e chiudere questa partita, senza mettermi in fila con gli altri e aspettare...