Capitolo 3.1 - "Felicemente riuniti"

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Sono già passati due mesi dalla morte di Linda, ma per Alberto è come se ogni giorno continui ad essere il primo.
Nel suo cuore si è aperto un baratro profondo e lacerante, incapace di ricucirsi ma, anzi, sempre pronto a risucchiare qualsiasi spiraglio di emozione o sentimento, a rendere indefinito il confine tra astrattezza e realtà che, ai suoi occhi, si sovrappongono e si mescolano senza senso, mandandogli il cervello in frantumi e annullando la sua persona.
Tutto quello che per lui rivestiva una certa importanza, ora l'ha persa del tutto.
Ogni cosa, giungendo di fronte ad Alberto, non trova una morbida superficie in cui affondare, ma una lastra di pietra dura, spessa e respingente, impossibile da scalfire.
Lo stesso vale per gli eventi degli ultimi tempi: le condizioni critiche in cui veste il calzaturificio, la deriva psicologica di suo nipote Giacomo, l'incidente dei suoi figli, il ritorno inaspettato di Eleonora.
Nulla di tutto ciò lo ha toccato; niente gli ha dato la spinta necessaria ad uscire da casa sua, in cui si è rifugiato come fosse un bunker.
Villa Bordani, d'altronde, rappresenta il simbolo più importante del lungo amore con Linda, un vero e proprio nido progettato insieme durante gli anni in cui vivevano ancora in un appartamento umido e malconcio del centro e costruito poi col tempo, grazie ai sacrifici e ai primi successi conseguiti in azienda.
Il posto più adatto per sentirsi vicino a lei.

Ma Alberto sa bene di non poter continuare così.
Ora che Gianni e Filippo sono usciti dall'ospedale, ora che quasi tutti i Bordani sono tornati a Bologna, egli ha deciso di ridare vita a quelle enormi stanze vuote e silenziose, di far sentire a Linda che la sua famiglia c'è ancora e che non l'ha dimenticata.
È una domenica di fine novembre: Villa Bordani si prepara ad accogliere uno sfarzoso pranzo di famiglia, come non se ne vedevano da tempo.

                                                                   *************

"Beh dai, pensavo peggio." - dice Eleonora, in macchina con i suoi fratelli, con Sandra e con Giacomo, varcando il vecchio cancello cigolante e percorrendo il viale ghiaioso che conduce all'ingresso della villa, costellato su entrambi i margini da piccoli arbusti sempreverdi, sfoltiti quel tanto da tenerli separati l'un l'altro e mantenuti tutti alla stessa altezza.
L'immenso giardino, diviso a metà proprio dal viale, è ancora curato nei minimi dettagli: l'erbetta, irrorata da poco, è tagliata uniformemente; le due fontane di marmo bianco, una su un lato e una sull'altro, sono ben lucide, e dalla loro sommità si spiegano a cascata fiotti di acqua fresca e pulita; il ciliegio piantato da Gianni ed Eleonora quando erano bambini, ora divenuto un possente albero dai rami intricati ma comunque ben tenuto, si staglia spoglio e triste su un lato, in attesa della bella stagione ventura che lo rivestirà di nuova vita; persino l'esuberanza dell'edera, abbarbicata sul recinto per tutta la sua lunghezza, è stata domata grazie ad una potatura realizzata da poco, con una precisione tale da trasformare la sua invadenza in un abbraccio sinuoso.

Anche la facciata della villa, nonostante il giallo acceso di un tempo sia ormai logoro e tendente al bianco, resta la stessa di sempre, riccamente finestrata, con possenti marcapiani decorativi, color granata, ed imponenti colonne in pietra antica che sorreggono tutta la parte anteriore dell'edificio, separando il primo piano dall'ampia veranda sottostante, che si apre proprio sul giardino.

Eleonora, scesa dall'auto, è ancora immersa nei tanti ricordi che ogni angolo le riporta alla mente, quando Alberto fa capolino dal portone d'ingresso.
"Vostra madre ci teneva tanto a questa villa; non faceva altro che pensare a tenerla pulita, sempre perfetta. E come vedete io sto continuando a trattarla allo stesso modo, come se fosse una reliquia."
Eleonora, in lacrime, corre ad abbracciare suo padre che, però, si trattiene dal fare lo stesso.
Quando sua figlia si stacca e lo guarda perplessa, come a chiedergli "Non sei contento di rivedermi?", egli si lascia sprofondare su una vecchia poltrona di paglia e si abbandona ad un pianto quasi disperato, durante il quale esprime tutto il suo dolore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 09, 2019 ⏰

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