Maybe I'm crazy, but maybe not

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Il mio nome è Eddie e sono bipolare. Come sono giunto a questa conclusione? Beh, molto semplice. Sono dentro al reparto di psichiatria a lunga degenza in questo ospedale dimenticato da dio da oramai tre mesi e me l'hanno diagnosticato. È stata molto dura accettarlo, all'inizio. Non ci volevo credere, insomma mi sono sempre reputato un ragazzo normale ma in fondo a me, nel mio intimo, sapevo che c'era qualcosa che non andava. E adesso ne ho la conferma. Il giorno in cui sono entrato non me lo scorderò mai. Era un martedì e pioveva a dirotto. Appena entrato al pronto soccorso io e la mia famiglia ci dirigemmo verso il triage, solo che c'era già altra gente, quindi ci sedemmo e aspettammo. Dopo circa quattro o cinque minuti dissero il mio cognome e io entrai, sempre seguito dalla mia famiglia. C'era una infermiera gentile e molto carina.
"Ciao, tu devi essere Eddie, giusto?" Io annuii
"Possiamo darci del tu, vero?" io annuii un'altra volta
"Bene! Allora, Eddie, perché sei qui?" io feci un respiro profondo, poi iniziai a parlare
"Sono qui perché penso di avere dei problemi, alla testa, e non so bene cosa dovrei fare, immagino che venire qui sia stata una saggia scelta, ma non so. Per iniziare mi sembra un po' di essere depresso e non so il perché. Poi ho dei brutti pensieri, su di me e sugli altri. Tipo che dovrei farmi del male o che dovrei farne agli altri. La prego, mi dica che potete fare qualcosa" L'infermiera mi guardò, poi sorrise e disse "Certo che possiamo fare qualcosa, mio caro Eddie. Avviso subito la guardia psichiatrica, così farai un colloquio con lui, a te va bene?" Io annuii semplicemente. Ci fecero sedere in un area vicino a quella del triage e ci dissero di aspettare lì. Dopo quella che sembrò un'eternità, arrivò lo psichiatra.
"Tu devi essere Eddie, giusto?" io feci di sì con la testa
"Bene, allora perché non andiamo a fare due chiacchiere?"Allora i miei genitori si alzarono ma lui fece cenno di stare lì
"Sarà una chiacchierata un po' privata, ma se proprio volete, potete entrare, ditemi voi" i miei genitori mi guardavano e io feci intendere che ce la potevo fare. Entrammo nello studio e feci per muovere la sedia ma lo psichiatra mi disse
"È inchiodata al suolo, per evitare che a qualcuno che noi visitiamo vengano strane idee" Mi scioccava un po' trovarmi in quel posto, e il dottore l'aveva capito.
"Allora, Eddie, come mai sei qui oggi?" io ripetei quello che dissi all'infermiera e lui allora sembro pensare un po' poi mi rivolse la parola
"Bene, Eddie. Allora dimmi, hai qualche amico?"Io penai per una frazione di secondo, poi risposi "Non riesco tanto bene a mantenere le mie amicizie. Ho tante amiche femmine e con loro vado d'accordo, ma con quelle con i maschi no. Non saprei dire il perché, forse perché mi impongo troppo o forse perché penso di avere sempre ragione, ma proprio non riesco a mantenere le mie amicizie con i maschi" allora lui fece un
"MhMh" e poi mi chiese "E invece come va la tua vita sessuale?"
A me la domanda sembrò parecchio strana e lui per consolarmi mi disse che se non ne volevo parlare non c'era niente di male quindi io dissi qualcosa come
"Se non le dispiace, preferirei non parlarne" ci furono due secondi di silenzio che mi sembrarono durare in eterno poi finalmente lui disse
"E questi pensieri che hai, me li descriveresti un po'?"
Io risposi quasi subito "Sono dei pensieri che non riesco a togliermi dalla testa, cerco di pensare ad altro, ma proprio non ci riesco. Per lo più e come se spuntassero all'improvviso, come se non avessero ne capo ne coda. Mettiamo che io in un momento stia leggendo un libro, l'attimo dopo mi spunta questo pensiero che per esempio mi dice di mettere una mano dentro una pentola che bolle, e io non riesci proprio a mandarlo via, ci provo così duramente, ma proprio non ci riesco"
"Interessante" Disse il dottore
"Sono pazzo?" chiesi preoccupato io
"La parola pazzo non mi piace, direi che hai un disturbo psichiatrico ecco tutto" replicò lui
"Devi sapere che se entri nel reparto di psichiatria ci sono delle regole molto severe Eddie, siamo negli anni 70, e certe cose non sono permesse. Usiamo ancora le punizioni corporali per comportamenti scorretti o per chi prova a fare birichinate durante la notte. Ora se non ti dispiace, mi diresti se ti piacciono i maschi o le femmine?" Io rimasi basito.
"Penso che mi piacciano i maschi" risposi io con un filo di voce"E i tuoi genitori che ne pensano?"
"Non l'hanno presa bene, vorrebbero avere un figlio etero"
"Bene, saranno loro allora a decidere se potremo iniziare una terapia sperimentale, non è nulla di che, semplicemente verrai punito per ogni pensiero sugli uomini che hai e ti prego di essere sincero se davvero vuoi guarire, se ci accorgiamo che menti le funzioni saranno più dure. Ti imposto una terapia con lo Zoloft, il Seroquel e un tranquillante, direi il triazolam. Va bene per te?"
Io in quel momento avrei voluto dirgli che non c'era niente di male nell'essere gay e che io mi adunavo bene com'ero ma cosa mi potevo aspettare andando in un reparto di psichiatria, negli anni 70, quando ancora l'omosessualità era considerata una malattia? Che stupido che ero stato
"Va bene" Dissi io
"Va bene, vedo quale delle tre psichiatrie è libera e visto che hai brutti pensieri e l'ospedale è grande, ti porteremo con un'ambulanza interna"
Io annuii un'altra volta
Uscii dalla stanza e dissi tutto ai miei.Loro sembravano sollevati che mi volessero curare dall'omosessualità ma io no, cazzo no, non ero contento per niente.
Dopo circa un ora arrivò l'ambulanza e salutai i miei genitori, in quattro avevo già compiuto l'età sufficiente per stare in psichiatria da solo.Una volta giunti in reparto, il lettighiere suonò il campanello disse il mio nome
Arrivò un infermiera, sembrava antipatica e mi disse "Hai oggetti affilati con te? Chiavi? La cintura? I lacci delle scarpe?" Io feci di la testa sì e lei mi disse "Devi darmi tutto" Io un poi riluttante le diedi tutto"Bene Eddie, benvenuto in Psichiatria 2, la tua stanza è la 10B, troverai già lì il tuo compagno di stanza"
Io mi incamminai e dopo aver rifatto il corridoio tre volte trovai la stanza. Entrai e nella stanza c'era un ragazzo con gli occhiali e i capelli corvini. Io, essendo timido, mi schiarii la gola e dissi"Piacere, io sono Eddie, il tuo compagno di stanza, tu sei?"
"Ciao carino! Io mi chiamo Richie! Piacere mio!, ti va se ci andiamo a fumare una sigaretta? Offro io. Qua c'è una stanza per i fumatori, ti va?" Disse lui."Io in verità non fumo" Risposi io titubante."Beh dai, almeno mi fai compagnia" e così ci incamminammo verso la stanza dei fumatori."Come mai sei qua dentro?" Mi chiese dopo essersi acceso una Marlborlo Rossa 100's."Ho dei brutti pensieri, tu invece?"
"Io sono borderline, sai cosa vuol dire?"
"No" Risposi io incuriosito."È un disturbo della personalità, io ho paura del rifiuto e mi arrabbio molto facilmente e faccio anche molta fatica a mantenere le relazioni sentimentali. Io sono bisessuale per la cronaca"
"E io sono gay. Ma non mi sembra che tu abbia problemi con le relazioni, mi hai subito accolto molto bene e mi hai anche offerto da fumare, non capisco" Dissi io perplesso
"Si perché sono sotto farmaci. Quei farmaci mi fanno smettere di essere Richie, il vero me. Io sono un tipo estroverso, mi piace il rock, mi piace il dark, mi piace fare battute, e invece adesso non sento niente. Sai tenere un segreto?" Chiese lui sottovoce
"Sì" replicai io d'impulso"
Sono due giorni che faccio finta di prendere le medicine e non le prendo mio caro Eds"
"Come mi hai chiamato scusa?""A me piace dare soprannomi alla gente, aspetta di conoscere gli altri del nostro gruppo, noi ci definiamo i Perdernti"
"Ma sei pazzo?!?! Devi prendere le tue medicine sennò ricomincerai a stare male!" risposi io tutto d'un fiato
"Non è vero, le medicine che ti danno qua ti annullano dal mondo, e quando invieranno a far effetto lo vedrai"
"Ma se non prendi più i farmaci perché non hai paura del mio rifiuto?" Chiesi io ancora più confuso"Io sono più grande di te, almeno credo, e tu sembri davvero un bravo ragazzo, io sono molto attento a scegliere le amicizie dopo quello che mi è successo, e sono diventato anche molto bravo, ma se davvero vuoi diventare mio amico ti prego di non rifiutarmi, non lo sopporterei, davvero. Mai. Quindi io mi fido di te, come mi fido di Bill, di Everly, di  Mike di Ben e di Stan, ma stai lontano da Henry Bowers e i suoi amici, mi hanno fatto delle cose terribili, ma non mi va di parlarne, magari quando ci conosceremo meglio" Oramai lui aveva finito già la sigaretta da un pezzo, eravamo in un angolino perché stava ancora piovendo e il soffitto era fatto a grate e faccia anche freddo."Possiamo tronare in camera ora?" Chiesi io."Certo Eds"."Smettila di chiamarmi così, mi da sui nervi"."Va bene Eds"."Ti odio" dissi io sorridendo.Lo conoscevo da due minuti ma già sapevo che sarebbe stato un amico fantastico e tenero e magari anche qualcosa di più. Ma poi mi fermai a pensare a quello che mi aveva detto lo psichiatra e cercai di scacciare il pensiero. C'era da aggiungere anche che io sono una persona che si innamora facilmente, ma così era davvero troppo, non potevo dire di avere una cotta per lui o qualcosa del genre, E sicuramente, data la bellezza di Richie, lui non ricambiava. Non capivo cosa mi stesse succedendo. Mi stavo cose innamorando? Mi chiesi se l'amore a prima vista era una cosa possibile: Adesso avevo la risposta.








Saaaalve gente!

Ecco qua la mia prima Reddie, sarà una storia molto complessa e diciamo che non sarà per nulla corta, spero vi piaccia, sentitevi liberi di lasciare stelline e commenti se la storia vi è piaciuta!


-Fabio

Bipolar Mind | Reddie #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora