'Cause I'm only a crack in this castle of glass

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La mattina seguente mi tolsero le cinghie, mi misero in piedi e senza tanti preamboli mi rimandarono in camera. Non avevo idea di che ora fosse, dato che non avevo un orologio e non ne vedevo neanche uno. Raggiunsi la mia stanza, dopo un po' di tempo, e dentro ci trovai Richie.
"Hey Eds, che hai fatto ieri notte?" Mi chiese lui sorridendo. Io allora abbassai lo sguardo e mi fissai i piedi. In qualche modo il mio silenzio fece capire al mio compagno di stanza quello che era successo.
"Quindi sei stato chiuso nella panic room eh? Deve essere stata dura, per te. Non ti farò la solita predica del tipo "È per il tuo bene" perché a parer mio non lo è. Sai, io ci sono finito molte volte e oramai ci ho fatto l'abitudine, sempre se si possa fare l'abitudine ad una cosa così terrificante" A quel punto lo guardai negli occhi, erano bellissimi, ma non è questo il punto. Quello sguardo mi diede forza e scorsi molta tristezza ma anche un qualcosa che non so definire, qualcosa del tipo che ne aveva vissute di tutti i colori.
"Possiamo parlare d'altro?" Chiesi io quando il silenzio iniziava a farsi imbarazzante.
"Certo, di cosa vuoi parlare?"
"Come sei finito qua? Di tua spontanea volontà?" Chiesi io con un filo di voce, avendo paura di farlo arrabbiare
"No, mi hanno fatto un tso, che vuol dire "trattamento sanitario obbligatorio" per colpa di mio padre.
Lui mi picchiava e picchiava anche mia madre. Andava avanti da quando ho memoria e lo faceva con la prima cosa  che gli veniva in mano.
Una sera non ce l'ho fatta più e l'ho spinto. Lui e caduto e gli è venuto un livido grosso. Allora lui ha chiamato la polizia dicendo che l'avevo spinto e che avevo picchiato la mamma. La mamma era impaurita da lui, quindi confermò la versione, ed eccomi qua, in questo posto di merda" Disse lui, fissandosi i piedi in modo nervoso. Era la prima volta che lo vedevo così.
"Mi dispiace" Risposi io. Non ero mai stato bravo a consolare le persone e non sapevo bene cosa dire.
"Non importa, tanto quando torno a casa ricomincerà a darmele, quindi meglio qua che là"
Io rimasi in silenzio. Mille pensieri in testa. Pensieri del tipo "Oddio, deve essere stato brutto avere un infanzia così" oppure "Lo abbraccerei, se non fossi così timido".
A riscuoterai dai miei pensieri fu Bill che entro nella stanza bussando alla porta già aperta.
"Hey Big Bill" Disse Richie alzandosi sorridente
"C-C-Ciao B-Boccaccia"
"Allora, che ci fai qui?" Chiese sempre Richie, guardandolo negli occhi, per incutergli fiducia.
"Nulla, non mi andava di stare da solo, continuo a vedere mio p-p-padre c.-che mi d-dice che è s-solo colpa mia se Georgie è-è-è morto"
"Dai Billy, distraiti un po', parla con me ed Eddie, vuoi che te lo presento?" A quel punto intervenni io
"Ci siamo conosciuti al gruppo"
"Ottimo!" Esclamò "Boccaccia" "Parliamo un po' di quello che volete" Disse continuando a far rimbalzare lo sguardo da me a Bill.
"Parliamo un po' di quello che fate fuori da qua, di come era la vostra vita prima di finire qua dentro" Dissi io
Richie si schiarì la gola ed iniziò a parlare

Saaaaalve bella gente, come va?
Inanzi tutto scusate se il capitolo è corto ma sto avendo poco tempo con la scuola ad imparare gli algoritmi per informatica ma comunque:
Ho bisogno di idee (quindi commentate pls, anche solo uno).
Vi piacerebbe se adesso inserissi un interludio riguardo alla storia di Richie e poi via via che conosciamo i perdenti fare lo stesso per gli altri?
Fatemelo sapere!
E grazie per le 100 views, so che non sono molte, ma per me valgono tanto.
Prossimo capitolo a breve.
Kisses
Fabio

Bipolar Mind | Reddie #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora