we do not belong here

231 20 0
                                    


Mi svegliai non so quante ore dopo ed e non stavo bene.

Mi trovavo in un posto a me estraneo e all'inizio pensavo di stare sognando. Anche le voci le sentivo distanti ma man mano che il tempo passava si avvicinavo e si facevano più chiare

"Eddie, Eddie! Mi senti?" Mi chiese una persona che non riuscivo ad identificare.

"Sì, la sento" Dissi io fissandolo.

"Henry, mio figlio, mi ha detto quello che è successo e sono dispiaciuto dal sentire dire che hai attaccato briga col figlio del direttore del reparto" Disse lui sorridendomi. feci per parlare ma lui mu zittii e continuò lui

"Ora tu e gli altri ragazzi verrete trasferiti nel reparto psichiatrico ad alta intensità per casi acuti. Ora io so che è la prima volta che tu fai una cosa del genere ma i tuoi amici hanno continuato ad infastidire mio figlio fin dal giorno in cui sono arrivati" Feci per parlare di nuovo ma lui si allontanò e arrivo un'infermiera che mi spiegò come sarebbe avvenuto il trasferimento.

Una volta arrivati in reparto, la prima cosa che notai era che non c'erano finestre. Nessuna e che tutte le stanze fossero singole con delle porte che definirei blindate. Poi c'era un area per passare il tempo con una tivù messa dentro ad una specie di gabbia. I posti saranno stato tipo dieci e noi eravamo in tre Non si preannunciava niente di buono.

Dopo aver fatto il colloquio con lo psichiatra, che trovai burbero, mi chiusero nella stanza per "Farmi riflettere su quello che avevo fatto e sul fatto che le mie azioni avevano conseguenze".

La stanza sarà stata tipo sette metri quadrati e io iniziavo a stare malesi. C'era un gabinetto e un lavello ma nient'altro. Il letto era a dir poco spartano. Non sapendo cosa fare, cercai di dormire invano. Non sapevo neanche che ore fossero. Dopo quelle che sembrano tre ore, la porta si aprì e mi dissero che era ora di cena. Sollevato, pensai di poter rivedere Richie e invece mi diedero un vassoio e richiusero la porta. Arrivò la terapia, che mi fece uno strano effetto: biascicavo ed ero rallentato. Mi addormentai ma non sognai.

La mattina seguente mi fecero uscire dalla stanza e riassaporai quello che voleva dire poter muovere liberamente le gambe. Di alcune cose non ti accorgi finché non ti vengono a mancare.

Cercai Richie ma per strada trovai Bill, sembrava perso nel suo mondo. Provai a salutarlo ma lui continuava a farfugliare che era colpa sua se suo fratello era morto. Poi cercai Richie e lo trovai nella sua stanza, seduto per terra con la testa tra le gambe.

"Richie" sussurrai io perché avevo capito che stava piangendo

"Eddie, sei cosciente?" Chiese sorpreso lui.

"Per il momento" Risposi di rimando

"Lo psichiatra mi ha tolto la terapia e sto incominciando a stare male Eddie +, davvero male +. Io sinceramente penso di meritarmi tutto quello che mi ha fatto mio padre. Io ho fatto del male e del male doveva essere fatto a me. Anzi ne ho anche ricevuto poco in proporzione a quello che ho fatto" stava per continuare a parlare quando alzò la testa "dobbiamo scappare di qua e io so come fare"

"Come?" Chiesi io.

"Aspettiamo la cena, aspettiamo che le infermiere si diano consegna e ci intrufoliamo nel loro bagno. Aspettiamo il cambio di turno, le nuove infermiere non ci conoscono ancora e ci travestiamo da quelli delle pulizie e diciamo che abbiamo dimenticato il badge. Ovviamente ognuno ad ore differenti"

"Allora è deciso" dissi io. E fù così che la mia vita cambiò. Radicalmente.



Saaaaalve gente!

Inanzi tutto buona viglia di natale, dite la verità, sono il primo a farveli ehhhhh?

spero il capitolo vi piaccia. era ora in poi la storia diventerà un po' di più on The Road, quindi vedremo qualcuno (uno del club che ancora non avete visto) guidare con gli altri

come sempre se il capitolo vi è piaciuto commentate e mettete stelline, vi amoooooo e grazie per le 500 views 

Bipolar Mind | Reddie #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora