Capitolo 2

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Sto per uscire dall'aula persa nel mio mondo quando ad un tratto mi sento tirare con forza, rimango sorpresa da quel gesto mi giro per vedere chi possa essere così brusco e mi ritrovo davanti Gioele che mi trascina. Rimango per un attimo sorpresa e non capisco che succede.
<Hey frena frena, dove hai intenzione di portarmi?> chiedo confusa.
<Non preoccuparti, fidati di me.> dice sicuro.
Decido di stare in silenzio e seguirlo. Mi accorgo che mi tiene stretta la mano e a quella visione divento rossa. Sono una ragazza molto timida.

<Ecco siamo arrivati!> si ferma e si gira verso di me e a quel punto nota il mio disagio. <Che succede?> mi guarda interrogativo continuando a tenermi per mano. Non rispondo e continuo a fissare timidamente le nostre mani intrecciate.
<Oh per questo, potevi dirmelo> mi sorride e lascia la mia mano, che ricade lungo il mio esile corpo.
Mi giro per capire dove mi trovo. Rimango sorpresa nel vedere un bel prato verde curato con qualche albero a contornarlo, alzo gli occhi verso l'orizzonte ed è possibile scorgere qualche montagna.
<È stupendo!> esclamo a bocca aperta.
<Volevo condividere con qualcuno questo posto tranquillo, ho pensato subito a te> è disinvolto.
<Perchè proprio io?> sono perplessa.
<Perché ti vedo sempre felice e sorridente, ma a volte ti trovo ferma a fissare un punto e noto nei tuoi occhi un velo di tristezza> abbassa lo sguardo come se dispiaciuto <E così ho pensato potesse esserti utile un posto tranquillo dove pensare senza che nessuno ti disturbi> accenna un sorriso.
<Ohh, sei stato molto carino a pensarmi, forse hai ragione mi ci voleva proprio. Grazie!> gli mostro un sorriso davvero sincero.
<Però potresti farmi una cortesia?> guarda il panorama.
<Certo> rispondo.
<Potresti tenere il segreto solo per noi? Sai se lo venissero a sapere anche gli altri non sarebbe più tranquillo come ora> dice un po' malinconico.
<Tranquillo> lo rassicuro <Con me il segreto è al sicuro>.

Rimaniamo in silenzio ad ammirare il luogo.
<Ma qui dove siamo?> rompo il silenzio.
<Vicino l'edificio vecchio della nostra scuola. Da qui potremo sentire anche la campana suonare> sembra rilassato.
<Da quant'è che conosci questo posto?> sono curiosa.
<Da qualche settimana> dice <Vieni sediamoci qui> indica il prato.
Annuisco.
Mi giro verso di lui e lo vedo sovrappensiero.
<A cosa pensi?> chiedo dopo qualche minuto e con difficoltà, odio la mia timidezza.
<Alla fortuna che ho avuto nell'averti conosciuta, Eleanor...> si interrompe.
Dopo un po' riprende la parola <Sai è da tanto che volevo dirtelo, non ho mai trovato il momento adatto, ma ora sento che posso. Tu mi piaci e anche molto. Purtroppo ho notato come guardi Andrea anche per questo non te l'ho mai voluto dire...> confessa guardando le sue Nike.
<Nono ti sbagli. Io non guardo Andrea in nessun modo> sono nervosa. Davvero si nota tanto?
<Non sono tonto l'ho capito subito. Non preoccuparti non lo dirò a nessuno, anche perchè ce la metterò tutta per farti innamorare di me> dice convinto guardandomi negli occhi.
Rimango senza parole. È un momento troppo imbarazzante. Per fortuna suona la campanella, ci alziamo e ci dirigiami verso la nostra aula con un silenzio imbarazzante.

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