Capitolo 9: Kebab senza pizza

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-La scorsa notte ho preso decisioni
e giuro che le rispetterò.-
Ghali, Come Milano

Jay's pov

Rimasi come immobile sul posto subito dopo la sua proposta. La sua spontaneità, il suo modo di fare cosi allegro e privo di pensieri mi avevano completamente spreso alla sprovvista. Era da tanto che non mi capitava di incontrare qualcuno che irradiasse così tanta positività. Quei minuti trascorsi con lui mi avevano fatto stare bene e non vedevo il perché non avrei dovuto allungare quel nostro primo incontro.

Sapevo che allontanarmi proprio ora avrebbe messo in pensiero in Travis e il mio team, che si aspettava di continuare il resto della notte e festeggiare ma... i suoi occhi mi guardavano intensamente in volto, aspettando con ansia una mia risposta. Quegli occhi avevano un potere magnetico e sentivo di non potevo rifiutare, cosi gli dissi:

"Sai cosa, in effetti non ho mangiato per nulla e ho una gran fame...dove potremmo andare?" Ghali si illuminò in volto e mi disse subito "Grande... non ti preoccupare, ho in mente proprio il posto giusto" e fece quasi per avviarsi spedito, facendomi già strada. "Ghali, aspetta...devo avvisare il mio team" lo frenai allungando una mano sul suo braccio "Vengo a condizione però che ci scortino anche il mio autista e la mia guardia del corpo. So che tu più di chiunque altro capisci il perché..."

"Certo, la tua sicurezza viene prima di tutto" disse lui dolcemente: "Vai pure ad avvisare gli altri... non voglio trattenerti molto, giusto il tempo di mangiare qualcosina".

Andai così ad informare tutti gli altri e ignorando l'espressione preoccupata di Travis mi avviai con Ghali all'uscita. Ci avrebbe guidato lui, visto che non conoscevo Milano di persona. Una volta seduti in macchina con Matthew e Zacharias, il mio autista e la mia guardia del corpo, Ghali mi chiese: "Stavo pensando...Ti andrebbe un kebab? Di sicuro il posto a cui sto pensando avrà ancora aperto anche a quest'ora" "Oddio sì, è da troppo che non ne mangio uno!" risposi felice della proposta. Già amavo il fatto che avesse optato per qualcosa di semplice, senza farsi troppi problemi.

"Ti farò mangiare il miglior kebab di Milano." E così come promesso fece. Comprò un kebab per tutti e quattro presso un locale che conosceva bene. Lo capii da come salutò il proprietario amichevolmente. Ci condusse verso un parchetto isolato ma ben illuminato nelle vicinanze e fu lì che Matthew e Zacharias si misero un po' in disparte, lasciando me e Ghali soli. Risi tra me e me non appena li vidi scartare il loro kebab e azzannarlo contenti.

"Mi piace qui, sembra molto tranquillo" dissi a Ghali cominciando anche io a mangiare. "È uno dei miei posti preferiti. Qui trovo un po' di pace. Posso far ordine nei miei pensieri o non pensare semplicemente a nulla. Anche se sono un tipo socievole a volte ho bisogno di dar tempo solo a me stesso". Mentre diceva tutto questo io approfittai per osservarlo meglio senza farmi notare troppo: la luce calda dei lampioni lo rendevano ancora più radioso. Rimasi ancora una volta ipnotizzata dal linguaggio del suo corpo mentre parlava.

Ci sedemmo su una panchina e dopo aver mangiato mi feci larga, noncurante di ciò che avrebbe potuto pensare lui. Allargai le gambe, in una posa non troppo femminile, giusto per rilassarmi un po e respirare a larghi polmoni quell'aria estiva piacevole, rinfrescata dalla presenza di così tanti alberi. Ghali mi guardo di sbieco e ridacchiò senza dirmi nulla, abbandonando anche lui la sua posizione da seduto e allungando le gambe per star più comodo.

"Allora era buono?" chiese curioso. "Oh cazzo se era buono, grazie davvero, ci voleva. Ora mi sento davvero meglio, a pancia piena tutto sembra migliore". Ghali sorrise e disse: "Allora farò in modo di darti l'indirizzo del locale per quando tornerai a Milano la prossima volta". La prospettiva che ci sarebbe stata una prossima volta mi scaldava piacevolmente il cuore. Da quando non facevo una cosa normale come quella di mangiare qualcosa in un parco in buona compagnia? Se pensavo a Los Angeles, vedevo solo i club, il mio appartamento e lo studio dove registravo la mia musica. Mi concedevo raramente una deviazione dalla norma come quella.

Rimanemmo in silenzio per qualche minuto dove puntai lo sguardo all'insù, reggendomi con i gomiti sulla testata della panchina, cercando di identificare qualche stella. Decisi poi di condividere i miei pensieri dicendo: "Ghali... ci pensi mai che siamo così piccoli in questo universo? Siamo fottutamente minuscoli in confronto a tutto quello che c'è lassù" Lui mi guardò un po' sorpreso, forse pensando al perché avessi fatto una domanda del genere ma si avvicinò ancora di più a me e con naturalezza mi rispose: "Ci penso spesso si... e ogni volta arrivo alla conclusione che tutte le cose per cui ci preoccupiamo nel quotidiano non sembrano essere per niente importanti."

Come non potevo dargli ragione? Cavalcando quell'onda di pensiero continuai e chiesi: "Sei mai arrivato al tuo limite Ghali? Voglio dire... tra il comporre nuovi pezzi, le interviste, le foto, la pressione dei fans... è un mondo folle quello in cui ci muoviamo, non credi?" Ghali mi rispose mentre ancora osservava il cielo sopra di lui: "Ci sono arrivato parecchie volte a quel punto... ho sofferto anche tra le altre cose di attacchi d'ansia per questo motivo. Ma ne sono sempre uscito vivo, se non fosse per i miei amici e mia mamma non so come farei."

Sorrisi a come aveva sempre un pensiero pronto nei confronti della mamma, che lo aveva cresciuto con tanti sacrifici. Commentai: "Sono certa che sono tutti fieri di te e del tuo percorso, soprattutto la tua mamma". Lui si rimise a sedere composto e aggiunse spostando lo sguardo su di me: "Si, ne à valsa la pena per loro. E poi...non sarei mai arrivato a questo preciso momento qui con te, se fosse stato altrimenti. Ci sarà un motivo per tutto questo no?".

Riuscii a reggere il suo sguardo a quelle sue parole e lo guardai negli occhi senza imbarazzo, come per fargli capire che avevo ricevuto bene quel suo flirt. "C'è un motivo per ogni cosa, caro Ghali". Vidi in quel momento Matthew e Zacharias avvicinarsi e capii che era arrivato il momento di andare.

Prima che lui potesse dire qualcosa mi alzai e segnalai a Matt e Zac che ero pronta. "È stato un piacere chiacchierare con te oggi Ghali, grazie per tempo che mi hai dedicato." Alzandosi anche lui disse: "Jay, ma scherzi, mi ha fatto un sacco piacere." "Lascia almeno che ti riaccompagni a casa" gli dissi, cercando di sdebitarmi per la gentilezza da lui mostrata fin ora.

Una volta in macchina decisi di concretizzare un'idea che mi frullava in testa da quando eravamo entrati nel parchetto. Aspettai al momento in cui la macchina parcheggiò per poter far scendere Ghali. "Eccoci qui" mi disse con un velo di tristezza nel volto. "Eccoci qui" lo echeggiai io e senza dire nient'altro tirai fuori dalla tasca della giacca il pennarello indelebile che avevo usato prima per formare il CD e chiesi a Ghali di porgermi la sua mano. Lui mi guardòstranito, non capendo affatto il perché di quella richiesta ma mi fece fare, senza opporre resistenza. Presi la sua mano calda e appuntai il mio numero. Una volta fatto alzai lo sguardo su di lui e notai nei suoi occhi un misto di incredulità ed eccitazione.

"Volevi sapere come è nata Professional, no? E hai promesso di darmi l'indirizzo del kebab più buono di Milano, non puoi cavartela senza". Lui mi sorrise apertamente e non riuscendo sul momento a trovare il modo di articolare quello che gli passava in testa mi disse soltanto: "Jay, grazie...davvero".

"E sarei felice di accoglierti a Los Angeles, se mai ne avessi l'occasione, ok?" conclusi poi io. Ghali mi salutò poi ancora senza parole e una volta sceso dalla macchina mi fece ciao con la mano fino a quando la macchina non parti di nuovo, portandolo definitivamente fuori dal mio campo visivo.

Quella notte sentii uno strano calore avvolgermi e dimenticai per un attimo lo stress accumulato durante il tour. Quel ragazzo mi aveva decisamente scosso dentro e guardando il sedile vuoto che aveva lasciato affianco a me in macchina arrivai a una conclusione inequivocabile: Dovevo incontrarlo ancora.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 20, 2019 ⏰

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