Capitolo 8: Nella mia bolla

103 2 2
                                    

Ghali's pov

Non sapevo come iniziare la conversazione tra noi due ma feci come meglio sapevo, lasciandomi andare, cercando di dimenticare le formalità che avrebbero dovuto accompagnare il fatto di essere in presenza di una superstar. Oh zio, lei era veramente un'icona e mi intimidiva stare lì così a pochi centimetri di distanza, vicino a lei, ma mi aveva onorato con un incontro e questo doveva pur significare qualcosa no?

"Allora Jay" esordii in tono confidenziale, come se ci fossimo conosciuti da sempre e stessimo riprendendo una conversazione già iniziata "Per prima cosa devi per forza firmarmi una copia del mio album preferito" le dissi allegro e tolsi dalla giacca la mia copia di Kiss Land, porgendogliela.

Lei alzò le sopracciglia e disse in tono sorpreso, sedendosi vicino a me: "Kiss Land?" e fece una pausa come per far ordine tra i suoi pensieri prima di dire: "Sei quindi uno dei fans di vecchia data" e mi sorrise apertamente, facendo spuntare delle adorabili fossette sulle sue guance. Cazzo quanto era bella, pensai in quel momento e mi venne l'istinto di sfiorare quelle guance per un secondo...

Cercai di non perdere l'attenzione su quello che volevo dire, distratto dalla sua bellezza e dissi: "Si, i tuoi testi qui sono una bomba. Questo disco ha tanti strati, ogni volta che lo ascolto scopro qualcosa di diverso. La mia preferita è di sicuro Professional. Vorrei tanto chiederti in che contesto è nata questa canzone, muoio dalla voglia di saperlo".

Le mie ultime parole sembrarono convincerti del fatto che ero genuinamente un fan della sua musica, e che non fosse lì solo per farmi pubblicità con il suo nome. Mi fece una dedica sul CD con un pennarello indelebile e me lo restituì dicendo:

"Sono sorpresa, davvero. Pensavo avresti scelto una delle canzoni rap come una delle tue preferite ma non è affatto così, sei andato dritto su un pezzo r&b" Dopo queste parole mi scrutasti il volto, come se stessi cercando di leggere qualcosa che ti era sfuggito su di me. Forse ero riuscito a farti capire quanto già mi interessassi a te?

"Mi hai detto ieri che anche a te piace la mia di musica" la incalzai. Mi fece di sì con la testa senza smettere di sorridere. "Si, assolutamente. Adoro Wily Wily, penso che sia il pezzo che racchiude in modo esemplare tutte le tue sonorità. Charlie ha fatto un buonissimo lavoro sul beat."

"Oh grazie davvero, non sai quanto ne sarà felice di sentire sta cosa!" dissi senza toglierle gli occhi da dosso. Charlie sarebbe di sicuro stato entusiasta, anche se era proprio difficile leggere allegria sul suo viso la maggior parte delle volte.

"Penso dovresti cantare di più in arabo tunisino. Trovo la lingua così affascinante... mi fa pensare ai deserti, all'arte islamica, l'ottimo cibo... "mi dicesti con aria sognante. "Sei mai stata in Tunisia?" le chiesi. "No, ma è decisamente nella mia lista di posti da visitare." mi dicesti poi con gli occhi che si erano fatti grandi.

Andammo avanti a parlare per almeno un'ora e non feci a meno di notare come lei si stesse sciogliendo a poco a poco. La conversazione si faceva fluida ed ero contento si sentisse a suo agio, anche se...mi accorsi di quanto cercasse di evitare un contatto diretto con i miei occhi. O era forse una mia impressione?

Attorno a noi il team di Jay dava sfogo nel frattempo ai festeggiamenti della fine del tour. Mi ero quasi scordato ci fossero altre persone in quella stanza con noi... ero come dentro la mia bolla.

Le chiesi se potevamo fare qualche foto per immortalare quell'incontro e mi proponesti di uscire fuori dal camerino, dove avremmo avuto più spazio per alcuni scatti. Uscendo dalla stanza notai gli occhi del manager di Jay puntati su di me. Quel suo sguardo era intenso, come se stesse cercando di leggere nei miei pensieri. In retrospettiva non lo biasimo, sarei stato protettivo quanto lui. Jay gli disse qualcosa nell'orecchio e lui sembrò annuire, facendomi un gesto con il pollice all'insù.

Una volta fuori dal fracasso, eravamo soli, finalmente. Approfittai per guardarti meglio, come per stampare bene nella mia memoria la tua immagine. Tu mi sorridesti e per continuare di nuovo la conversazione mi chiedesti curiosa di Jimmy, il mio amico immaginario.

Non potei far altro che proporti di fare una foto mentre entrambi portavamo Jimmy sul viso, incorniciando un occhio, la mia mossa tipica. Quello fu il nostro primo contatto fisico, perché mi avvicinai a te cingendoti dolcemente i fianchi per farti avvicinare e fare la foto. Quei stessi fianchi che muovevi un'ora fa sul palco in modo cosi sensuale. Il mio cuore batteva forte... potevo quasi sentire il tuo profumo. Questo piccolo contatto era bastato a inebriarmi e farmi perdere il contatto con la realtà per qualche secondo.

Quando sembrava fosse arrivato il momento ufficiale di congedarsi, come solito durante questo tipo di incontri, mi venne un strano groppo alla gola. Non l'avrei più rivista? Buttai allora giù di lì una proposta, senza pensarci su troppo: "Senti, ma hai già mangiato oggi dopo il concerto? Perché non vieni con me a prendere qualcosa?"

Non volevo andare via, volevo ancora starti vicino. Volevo far parte della tua vita, ancora non sapevo come e se fosse stato possibile in prima linea, ma mi bastava sapere che non mi saresti sfuggita così facilmente e che non avrei perso l'occasione per provare a conoscerti di più. Non dopo averti trovata, non dopo che tu mi avevi sfiorato letteralmente col corpo e con l'anima.

Nota:

Anche qui la canzone menzionata, Professional, è di Abel Tesfaye. La mia preferita ;-) Scoprirete altre cosine su questa canzone in futuro.

Chi ci difende? | GhaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora