Capitolo 3

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Preso dalla noia della lezione mi misi a guardare fuori dalla finestra, come se il tetto della questura adiacente la scuola fosse più interessante... infatti dopo 2 minuti ripresi a guardare le diapositive di Scienze proiettate sulla LIM.
Come la prima lezione, anche questa sembrava non terminare più.
Poco fa ho assistito per la prima volta ad una spiegazione di latino.
In realtà avevo già assistito ad una lezione qualche mese fa, quando ero venuto a visitare la scuola con la mia ex migliore amica il giorno delle "scuole aperte", ma avevamo solo ascoltato Let It Go di Demi Lovato nella sua versione latina.

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Ad ogni modo lo credevo diverso il latino. L'insegnante la trovo magnifica. È professionale, seria ma allo stesso tempo scherza con noi, difficilmente si irrita e quelle volte che accade invece che dare punizioni o scrivere note sul registro preferisce parlare con te e farti capire che stai sbagliando.
Ogni qual volta non capirai un termine lei te lo spiegherà più e più volte fino al momento in cui non lo avrai compreso definitivamente.
Oggi abbiamo iniziato a leggere una pagina del nostro testo, "Familia Romana".
All'inizio pareva noioso. Tutto il tempo a ripetere frasi apparentemente identiche per la struttura come "Rōma in Italiā est"; "Italia in Eurōpā est"; "Graecia in Eurōpā est"; "Italia et Graecia in Eurōpā sunt"; Hispānia quoque in Eurōpā est"; "Hispānia et Italia et Graecia in Eurōpā sunt" e così via... Dopo le cose si sono fatte più interessanti e allo stesso tempo più complicate. Sono arrivati altri termini, vocali brevi e lunghe, particelle... tuttavia mi piace il metodo che è stato adottato nella mia scuola. Ci è stato detto che studieremo il latino come se fosse una lingua moderna. Prima si legge il latino e dalla lettura si estraggono le regole.

- Ehm... Andrea giusto? - sentii dire da una voce non troppo lontana.
Alzai lo sguardo dal mio foglio sul quale stavo appuntando la teoria evoluzionistica di Darwin.
Tre ragazze sedute davanti a me mi stavano guardando. Le osservai attentamente. Una bionda, una rossa e una mora.
- Si? - risposi.
- Ah ok, è giusto - disse ridendo la ragazza mora - Sono Clara - concluse.
- Io Isabella ma chiamami Isa - esclamò la rossa - e lei è Cecilia  - aggiunse indicando la bionda.
- Si ma va bene Ceci - interruppe l'ultima ragazza.
Si presentarono anche a Lello e Matias, i due ragazzi seduti accanto a me, sembravano simpatiche.
Qualche istante dopo essersi presentate suonò la campanella e fu così che passammo l'intervallo assieme.
Non pensavo ci fosse così tanta gente proveniente da lontano nella mia scuola, a quanto pare è ricercata. Durante il classico giro di presentazioni dei primi giorni credo di aver contato massimo 5/6 persone che abitano nei paesini adiacenti quello del mio liceo. Tutti gli altri occupano circa 45 minuti del loro tempo in viaggio per venire fin qui; Clara, Cecilia e Isabella fanno parte di queste persone.
Abbiamo parlato e riso tutto il tempo durante la pausa. Ho conosciuto meglio anche un ragazzo che Clara conosceva già prima dell'inizio della scuola, si chiama Roberto. È di piccola statura coi capelli all'insù castani, questo è tutto ciò che ho notato di lui perché come arrivò da noi la campanella suonò e ci toccò rientrare in classe. Era il momento della lezione di italiano. Mancava solo più quell'insegnante da conoscere (escluse le docenti di spagnolo, educazione fisica e arte che da quel che ci è stato detto sono ancora da nominare).
L'insegnante era una donna di media statura, capelli mossi castano scuro terminanti con dei boccoli, occhi lucidi dello stesso colore dei capelli; vestiva con indumenti larghi, non so perché ho notato fin da subito questo particolare... Pare molto dolce come persona, solo ogni tanto diventa improvvisamente seria e severa...
Come prima lezione ci ha voluto introdurre l'epica e il mito, anche se ci ha comunicato che ci concentreremo prevalentemente sulla prima e se avanzerà tempo parleremo del resto. Meglio così in fondo, ho sempre preferito l'epica.
È così confuso il suo modo di scrivere alla lavagna, quella donna è troppo affezionata al greco e al suo alfabeto, evidentemente non le piace l'assenza di questa materia nel nostro indirizzo in quanto non ci troviamo al classico... il problema è che siamo costretti tutti quanti a prendere appunti! Pretende che scriviamo ogni cosa che dice e la riportiamo sul quaderno "perché l'anno prossimo ve le chiederò queste cose ragazzi, e voglio che voi le sappiate!". E per di più mi mette un po' in soggezione quando parla, spesso ti fissa facendoti credere che l'oggetto del suo discorso si riferisca a te quando magari sta facendo un discorso generale.
In ogni modo ho deciso che gli appunti me li scriverò in maniera disordinata ma completi, sarà poi a casa che me li riordinerò con calma con tanto di penne, pennarelli ed evidenziatori di tutti i colori.
Quando dissi a Deja di questa mia decisione mi rise in faccia, sostiene che alla fine dell'anno mi sarò già stancato di questo metodo e pensava che non ce l'avrei mai fatta... beh menomale che me l'ha detto, è così che mi ha trasmesso ancora più voglia di farlo.
Chiusi la chiamata verso le 23:30, mi lavai i denti e andai a letto. Come ogni sera non avevo sonno e, dopo aver scrollato la home di Instagram e aver visto tutti i post caricati dall'ultima apertura dell'app, mi rimase solo da ripensare a ciò che avevo fatto durante la giornata.
Avevo un pensiero per la testa che non mi lasciava in pace... dopo la lezione di italiano, io, Isabella e Cecilia accompagnammo Clara e Roberto nell'altra ala della succursale siccome volevano andare a salutare dei loro amici di un'altra classe del secondo piano, con cui scambiai due parole anch'io. E fu una volta arrivato dall'altra parte, al primo piano, che qualcosa attirò la mia vista. Una chioma color rosa acceso mi ipnotizzò. Mi fermai un attimo a fissare quel ragazzo, cercando di non farmi notare dai miei amici. Dopo una decina di secondi sentii Isabella chiamarmi.
- Andrea?
- Ehm... si?
- Che fai? Non vieni?
- Oh si. Ehm, arrivo subito - risposi continuando a fissarlo.
Seguii la mia compagna e finalmente arrivammo davanti la classe degli amici di Clara e Roberto.
Voglio scrivere a quel ragazzo.

That Guy - storia di un ragazzo bisex alle prime armiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora