Capitolo 3- Il figlio di Adamo:

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Si era fatta sera quando finalmente Emily e Caspian giunsero al rifugio degli abitati di Narnia.

Si trattava di uno caverna molto lontano da Telmar, dove i sopravvissuti conducevano una vita alloscuro di tutti.

E di certo non erano contenti che proprio un abitante di quel popolo, avesse suonato il corno di Susan.

-Il fatto che abbiate il suo corno dimostra che ci avete derubato di molte cose!- esclamò Nikabrik.

-Le nostre case!-

-La nostra terra!-

Esclamarono centauri ed orsi.

-Voi ritenete me responsabile di tutti i crimini del mio popolo?- domandò Caspian, sentendosi sotto accusa.

-Responsabile e punibile.- affermò Nikabrik.

-Ah, questa è buona detta da te, nano. O hai dimenticato che è stata la tua gente a combattere al fianco della strega bianca?- intervenne Ripicì.

-E lo farei di nuovo se ci liberasse di questi barbari!-

Caspian sospirò e guardò Emily seduta a terra che se ne stava tranquilla con la gamba fasciata.- Hai intenzione di aiutarmi?-

Emily ridacchiò e si alzò.- Non so quanto possa valere la mia parola perché, ehm, non sono il re e il re non è qui, quindi sai..-

Il nano sbuffò.- Ci hai già riempito le orecchie con le tue storielle damore!-

Emily lo guardò male, con un sopracciglio alzato.- Comunque- proseguì. -Devo ammettere che non cè mai stato tempo più prosperoso per Narnia di quando sul trono sedeva un figlio di Adamo.-

-E un abitante di Telmar, perché dovremmo volerlo come nostro re?!- ribatté il nano.

-Perché posso aiutarvi. Al di la di questa foresta io sono un principe. Il trono è mio di diritto. Aiutatemi a rivendicarlo e io riporterò la pace a Narnia.- spiegò Caspian.

-Tu lo credi veramente?- balbettò uno scoiattolo.

-Fino a due giorni fa, io non credevo a centauri e nani.- rispose il ragazzo. -Io non so se quel corno sia magico, ma ci ha fatto incontrare e insieme possiamo unirci per riprenderci ciò che è nostro.-

A quel punto intervenne un centauro che ad Emily ricordava molto Oreius.

-Se la principessa Emily si fida di te, io e i miei figli ti offriamo le nostre spade.-

E allora, anche tutti gli altri intorno a loro tirarono fuori le loro armi, acconsentendo sia a Caspian che ad Emily di guidarli.

Emily notò che Caspian stava sorridendo e gli diede una spintarella.- Non ti ci abituare.-

***

Superato il fiume con la barca, il gruppo continuò verso la strada per raggiungere il posto in cui il nano aveva lasciato Caspian ed Emily.

Si accamparono per la notte ed accesero un fuoco, ma quando venne lalba, qualcosa che si muoveva tra gli alberi fece svegliare Lucy.

Si alzò mentre tutti gli altri ancora dormivano e si addentrò nella foresta, sperando di incontrare Aslan.

Ma invece si trattava di un minotauro che sembrava stesse facendo un giro di ricognizione.

Improvvisamente, Peter zittì la sorella e la fece nascondere dietro un albero, per paura che quel minotauro potesse attaccarla.

Estrasse la spada e andò in contro allanimale, ma qualcuno gli sbloccò la strada e questa volta era umano.

Caspian iniziò a combattere contro Peter, ignari entrambi di chi fossero.

-Fermi!- urlò una voce familiare a Peter.

Da un cavallo nero apparve Emily che li bloccò prima che si facessero del male.

Intorno a loro apparvero anche altri abitanti di Narnia e Peter capì.- Principe Caspian?-

-Si e tu chi sei?- chiese Caspian.

-Sono loro.- rispose Emily, scendendo da cavallo, mentre arrivarono anche Susan ed Edmund.

-Siete i re e le regine di Narnia.- esclamò Caspian, ma dal suo tono era fin troppo sorpreso. -Credevo foste più vecchi.-

Emily ridacchiò.- Già: prima regola per andare daccordo con i fratelli Pevensie..- continuò, spegnendo subito il sorriso. -Non aspettarmi mai niente da loro.-

Peter immaginava che Emily sarebbe stata arrabbiata con loro, mentre Edmund non capiva il suo comportamento.- Emily!-

Laltra lo guardò.- Edmund.- rispose, guardandoli da capo a piedi.- Vedo che ve la siete cavata bene in questi cinque anni.-

-Cinque anni?!-

-Già, il tempo passa diversamente a Narnia.- spiegò lei. – Comunque, lesercito di Miras sarà presto qui, quindi dobbiamo darci una mossa a trovare armi e soldati.-

Peter la trovò leggermente arrogante.- Ah, quindi adesso sei tu a capo di tutto?-

Emily la prese come una sfida.- Già, cera un posto vacante e non lho deciso io, sono stata obbligata.- rispose, guardandolo male. -Sai dirmi perché, Peter?-

Il ragazzo si zittì, non sapendo cosa dire.

-Proprio come immaginavo.-

Dopo avergli voltato le spalle, Emily salì sul cavallo e condusse i fratelli Pevensie al rifugio.

Nonostante erano passati gli anni, agli abitanti di Narnia la lealtà non era mai vacillata.

I centauri li accolsero in fila, con le spade alzate, così che i re e le regine potessero attraversarle ed entrare dentro la caverna, come un saluto.

Ad Emily dava parecchio fastidio, ma purtroppo non poteva fare niente.

Proprio qualche ora prima, i soldati di Narnia avevano saccheggiato un accampamento di Telmar e rubato loro le armi.

Per Emily quel posto era ormai la sua casa, ci viveva da quasi tre anni.

I fratelli Pevensie si guardarono intorno e videro che, allinizio di una galleria, sui muri, cerano incisi dei disegni: loro quattro sul trono, Jedis e perfino il signor Tumnus.

-Ma che posto è?- domandò Lucy, curiosa.

Ad Emily venne anche un po' di tristezza nel pensare a quei momenti che aveva passato tutta da sola.

-Mi sono ritrovata con un po' di tempo libero quando ve ne siete andati, quindi ho fatto mio questo posto.- spiegò la ragazza e dopo aver acceso una torcia, li condusse in una galleria che sfociava in una sala già ben illuminata.

Sul muro principale cera il disegno di Aslan e al centro della caverna, la tavola di pietra spezzata.

-Per questo era ancora vivo.- continuò lei. -Se un innocente si sacrifica al posto di un traditore, la tavola di pietra si spezza e perfino la morte torna sui suoi passi.- raccontò, guardando Edmund.

-E lo hai più visto?- chiese la più piccola.

Emily scosse la testa, mentre Lucy si avvicinò e toccò la pietra.- Un piano di sicuro ce lha.- affermò, riferendosi al leone.

Peter invece non era sicuro che Aslan si sarebbe mostrato, dopotutto non lo aveva fatto per cinque anni.- Credo che tocchi a noi, ora.-

Il Principe Caspian (Rivisitata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora