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"Odiavo la mia vita fatta di zucchero filato.
Odiavo la mia inesperienza. Odiavo non sapere nulla di come si stava al mondo. Quello vero."

Il vapore della doccia bollente anestetizzò per qualche ora i sensi a Yoongi permettendogli di proseguire con la scrittura dei pezzi per il nuovo gruppo che lo aveva ingaggiato. Quel pomeriggio di domenica le prove erano saltate perché i due chitarristi erano fuori città a seguire un corso utile alla loro specializzazione universitaria.

Ma si trattò di una parentesi di serenità, fino a quando Yoongi fu travolto da una nuova ondata di inquietudine appena si accorse che il tempo era magicamente volato troppo in fretta, fuori era buio e lui sentiva nuovamente carenza di ossigeno.

Namjoon non era in casa. Era impegnato con un lavoro. Uno di quelli seri in ufficio, dove devi sfoggiare sempre un impeccabile cravatta ed una camicia ben stirata. Yoongi, cercando una via di fuga dall'ansia, uscì di casa con l'intenzione di tornare al locale del sabato precedente.

Senza esitazione entrò, si sedette al bancone e chiese di Hoseok.

Una delle ragazze gli disse che non avrebbe lavorato quella sera.

Yongi non volle accettarlo, non lo ammise a se stesso, ma tornò a casa deluso per non averlo rivisto.

[...]

La settimana risultò più frenetica di quanto Yoongi si immaginasse. Aveva cercato in ogni modo di tenere occupato il corpo per non rischiare di avere del tempo libero da dedicare ad una mente in perenne fermento e, sopratutto, aveva cercato di non stare per troppo tempo a casa di Namjoon. Non aveva la forza di affrontare le domande che la loro convivenza aveva irrimediabilmente generato nella testa del suo ex.

Per quanto lo avesse numerosamente negato a se stesso, continuava a pensare a lui, a Hoseok. Si tormentava col pensiero di dove potesse essere. Si chiedeva continuamente cosa potesse essere accaduto dal momento che, il giorno precedente la sua sparizione, l'aveva trovato in ottima forma.

"Problemi famigliari" era il motivo della sua assenza, almeno era ciò che i colleghi gli avevano detto e questa affermazione includeva migliaia di possibili avvenimenti che, per la sua indole negativa, causavano altrettanta migliaia di catastrofi. E così Yoongi continuava a tormentarsi per la maleducazione che era riuscito a tirare fuori durante la loro ultima, ed unica, conversazione.

Qualcosa dentro di Hoseok aveva fatto scattare i nervi di Yoongi che si era sentito immediatamente minacciato da una persona che aveva fatto in realtà qualcosa di buono per lui. Anche se il barista gli era sembrato sincero, in lui si era sviluppata la cattiva abitudine di attaccare prima di essere attaccato, per non rischiare di essere scalfito dalle schegge di cattiveria che era abituato ad evitare fin dall'infanzia. Eppure, in qualche modo avvertiva qualcosa che lo legava ad Hoseok, qualcosa a cui non riusciva a dare un nome, un etichetta.

Continuava a ripetersi che, magari, si sentiva legato a quel ragazzo per eccesso di empatia, ma si smentiva subito dopo perche non era questo il caso, dal momento che non sapeva nulla di lui e della sua vita.

Fu tentato più volte, durante quella settimana, dall'idea di recarsi al pub del padre di Hoseok per poter avere qualche informazione utile a placare l'agitazione che rendeva misteriosamente i suoi nervi tesi come corde di violino.

Non ne ebbe mai il coraggio, coniglio com'era. Senza comprenderne il motivo. Forse per timidezza, forse perché gli sembrava di violare la privacy di una persona che ancora non conosceva o, più semplicemente, per il timore che tenesse nascosto qualcosa alla famiglia e, in tal caso, il suo domandare avrebbe di certo insospettito i genitori. Magari Hoseok spacciava bamba ai minorenni e lui avrebbe potuto smascherarlo. Infine quel barista aveva il sorriso da spacciatore, da "quello che ha roba buona".

Fiori di Biancospino • YoonseokDove le storie prendono vita. Scoprilo ora