Ogni volta che eravamo insieme mi tremavano le gambe. Perdevo il respiro, mi sembrava di aver toccato il paradiso.
Ricordo ancora la nostra prima volta: eri a casa mia ed era la mia prima volta; la notte prima non chiusi occhio.
<Ne sarò capace?> Mi chiedevo continuamente.
Avevo paura che dopo mi avresti lasciata, che avresti ottenuto quello che volevi e mi avresti lasciata lì.
Ma il mio desiderio superava di gran lunga le mie paure..
"la prima volta dev'essere speciale" mi ripeteva mia madre. Le raccontavo spesso di Adam, di quanto fosse speciale e di quanto ci tenessi a lui. Forse lei, era l'unica che sosteneva la mia relazione, perché se io ero felice lo era anche lei; a contrario di altre persone, che mi ripetevano spesso di lasciare Adam.
Io e mia madre abbiamo un rapporto speciale, diverso dagli altri rapporti "madre-figlia".
Penso sia una delle persone più sincere che io conosca. Quando le spiegai la situazione, le dissi che le cose non andavano bene e lei fu schietta il più possibile:
<Lascialo, prima che ti faccia stare male>.
Ma quello che lei non sapeva è che io ci stessi già male, ci tenevo troppo e non potevo buttare questi mesi via, come aeroplanino di carta. Quando ne costruisci uno ti impegni cosicché possa volare al meglio... Quando atterra, dopo svariate volte che l'hai lanciato; ti stufi e lo lasci li. Così sono spesso le relazioni: ci sono tantissime aspettative che poi vanno perse, perché si perde anche l'interesse o la voglia di impegnarsi.~Adam~
<Eccoti finalmente!> Valentina mi prende il viso e lascia un bacio sulle labbra
<Hey.. ciao ragazze!> Saluti le sue amiche per educazione, non mi sono mai state simpatiche; sono buone solo a sparlare, soprattutto fra di loro. Oche, direi, eppure molti ragazzi impazzirebbero per stare con loro. Valentina è oggettivamente una bella ragazza, ha le forme giuste ed è molto simpatica. Si trova bene anche con il mio gruppo...a contrario di Demetra; mi faceva impazzire il suo essere timida, il suo modo di essere riservato. Mi faceva impazzire lei.. e cazzo, io l'ho persa e non posso rimediare. Sono cambiato da quando non sono più con lei.. fumo molto di più e bevo, mi ubriaco quasi tutte le sere, questo è un male. Cercai di cambiare per lei, per piacergli.. ma so che lei mi amava nonostante i miei errori e sbagli.
È ormai tardi, e stasera c'è una serata a Bagnoli, buona musica... Ho promesso a vale di andare con lei; i ragazzi sarebbero scesi più tardi.
È 00.00 e dei ragazzi nemmeno l'ombra, tra la folla, il casino e il profumo di alcool ed erba nell'aria mi muovo a ritmo di reggaeton con vale. I suoi occhi non sono su di me, però. Quando ballavo con Dem c'era una chimica ed un empatia assurda. L'avrei guardata per ore ed ore.
<Amo' io vado a prendere una cosa al bar. Aspettami qui> mi dice urlando nell'orecchio, visto la musica troppo alta.
Dopo pochi minuti torna
<Andiamo a ballare sul cubo, dai..diamo vita a questa festa>
Era visibilmente ubriaca, so come va a finire quando lei è ubriaca: lo facciamo.
Stasera non è il caso, ho la mente altrove e non ho neanche voglia di inseguirla
<No valentí io sul cubo non ci vengo> la sgrido.
<Ah pure, vatteno a fanculo, troverò qualcun'altro stasera> a quelle parole un grido liberatorio stava per uscire dal mio corpo. La lascio lì, sul cubo, dove si striscia tra due ragazzi.
Mi dirigo verso il bar, con l'intenzione di ubriacarmi anche io.
Sono un fuoco, in questo momento vorrei avere Demetra con me, ma cazzo io sono un pezzo di merda e non avrei mai dovuto lasciarla.
È tardi, sono quasi le 3 ed apro Instagram.
Demetra Avincola ha postato una storia
A quella visione è come se il pavimento fosse crollato e io stessi sprofondando, non ci voglio credere anche perché sono ubriaco. Da questa foto ho capito che mi manca, e voglio essere la persona che starà al suo fianco nei momenti difficili, voglio essere io quello che la consola, voglio essere la ragione dei suoi sorrisi, voglio tornare con lei.
<Amo andiamo a casa> mi dice barcollando Valentina.
La lascio lì, non ho più tempo per lei, decido di prendere la moto ed andare a Posillipo, devo riavere quello che è mio.