"Vada Arpia, torni pure nella foresta, per oggi non ho più compiti da darle" congedasti la tua aiutante, la quale ti è sembrata subito al settimo cielo dopo aver sentito quelle parole. Non avesti neanche il tempo di analizzare tutta la sua felicità che ormai svolazzava già lontana senza meta. Quella scena ti strappo una risata, ma durò così poco che nessuno nei dintorni riuscì a vederti e, magari, a poter ridere con te. Era da così tanto che non sentivi una risata sincera in quel campo, non è vero?
Ti dirigesti poi verso il tuo accampamento, una tra le tende più grandi. Poggiasti la busta su un tavolino e poi andasti verso la mappa contrassegnata da strani e buffi segni per una di quelle nuove strategie di guerra che senti da giorni ormai.
Avresti dovuto preparare un rapporto sul lavoro dell'Arpia, sulle morti che quella missione aveva causato, ma decidesti di farlo più tardi, al sorgere della luna, non ve ne era fretta e, soprattutto, a Lui non sarebbe importato granché di questa frivola assenza. Aveva altro da pensare, così come ne avevi anche tu. Avevate responsabilità più importanti da non poter essere ignorate a lungo.
Guardasti la mappa e la zona in cui vi trovavate: una pianura molto distante dalla capitale "Aplesa", vicina ai confini del regno di Otrad ma troppo lontana per poter scorgerne le mura che lo circondavano e proteggevano.
Mura, mura, di mura ne avevi viste fin troppe! Costruite con la più dura della pietra nel tuo mondo, imbattibili sotto ogni aspetto, si reggevano alte e delimitavano i confini col regno confinante, Estea.
Ricordasti un libro letto anni or sono: "I Confini, le grandi mura a protezione dei due regni". Così era chiamato.
Avesti il piacere di rileggerlo più volte nel corso della tua vita, ed ogni volta potevi analizzarne meglio il contenuto, potevi affascinarti sempre di più ai Confini.L'ultima volta che lo leggesti era certamente il ricordo più vivido e dolce, lì non eri solo. Al tuo fianco vi era la persona che amavi più di chiunque altro e ricordavi perfettamente come scherzavate di continuo, strappandovi sincere risate.
Ricordavi come ti diceva che presto, quelle stesse mura, sarebbero potute essere distrutte da un gigante molto più grande degli altri e come, col varco aperto, vi sarebbero potuti entrare tanti, molti altri pronti a mangiar tutti gli abitanti di Otrad. Ingenuamente quella volta non cogliesti la citazione che neanche conoscevi visto che non apparteneva al tuo mondo. Così gli hai risposto:
"Molti giganti sono già dentro le nostre mura, molti sono perfino vegani. Sul serio, non capisco dove tu voglia arrivare. E poi cos'è questa storia del Titano colossale, hai bevuto?"
Ridesti pensando a quel momento e a quella dolce risata gracchiante che portasti sul viso di quella persona che tanto ti stava a cuore.
Ti mancava vero? Proprio quando eri da solo e la notte si innalzava nella sua oscurità come in quel momento sentivi di più la sua mancanza. Quel calore che ancora percepivi riscaldarti dal gelido inverno, i dolci baci sulla morbida pelle, quelle notti passate a stringersi e a proteggersi sotto le lenzuola. Potevi sentire ancora quella dolce voce che chiamava il tuo nome, mentre ti portava il più buon caffè che tu avessi mai provato. Era quella la sua specialità e tu ne avevi apprezzato a berne un po' ogni mattina, cosa che mai, prima di allora, facevi. E adesso era quasi un anno che non bevevi quella bevanda, che non sentivi, che non toccavi la persona che più amavi al mondo, più della tua stessa vita.
Più volte ti sei chiesto se ne valesse davvero la pena partecipare a quest'inutile guerra per colpa di un'altrettanto stupida promessa. Più volte hai voluto scappare e tornartene a casa. Più volte avresti voluto poter stringere all'infinito quella persona. Avresti voluto rivederla, non aver la paura di andartene senza dir addio, senza vedere e baciare un'ultima volta il suo volto.
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Enchanted
Fantasi( LEGGERE LA NOTA AUTORE NEL PROLOGO! ) Abbiamo sempre evitato un mondo che è sempre stato sotto i nostri occhi, un mondo che abbiamo creato noi da bambini, semplicemente disegnando su qualche foglio. È sempre stato parallelo al nostro e noi non abb...