3 Capitolo

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Tamburello sul foglio con la penna, in attesa che la prof di fisica mi dia il mio compito, nel mio banco c'è tutto, faccio mente locale: matita?c'è. Penna?c'è gomma?c'è. calcolatrice?c'è anche quella. Foglio? Spalanco gli occhi guardano il mio banco verde pieno di scarabocchi e subito strillo <<Avete un foglio in più?>>.

Il foglio arriva, il compito pure e mi metto all'opera.

Dopo un'ora di ragionamenti contorti, calcoli approssimativi, scarabocchi di possibili soluzioni, picchierello sulla calcolatrice l'ultimo calcolo dell'ultimo esercizio. Scrivo "nome", "cognome" "classe" ma a "data" mi blocco, come tutti.

<<che giorno è oggi?>> spezzo ancora una volta il silenzio che aleggia sopra le nostre teste. La prof inizia ad urlare <<L'avrò detto cinquanta volte! Oggi è il diciotto. Di-ci-ot-to >> mi guarda spazientita e io le rispondo <<Ero concentrata prof>> sventolo in alto il miei fogli unti di inchiostro e faccio spallucce.

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Sofia ha la febbre,motivo per cui oggi a Karate sono sola. Entro sperando che ci sia almeno Antonella , ma di lei nemmeno l'ombra. Invece una persona che non manca mai è Luca! Dei ragazzi non c'è nessuno solo il " principe azzurro"che piace tanto a Sofia, credo si chiami Christian. Dopo il riscaldamento il maestro ci annuncia che oggi faremo stretching di coppia. Pronuncia una serie di nomi di persone di cui non ricordo nemmeno il viso ma trabalzo quando sento il mio nome accompagnato da quello di Christian!! No, porca miseria no,no,no. Perché tutte a me!? Mi fermo un attimo riacquistando la razionalità, meglio Christian che Luca, sìì decisamente fortunata. Ok così, anche se non faccio i salti di gioia mi abituo all'idea di lavorare con lui per le prossime due ore. Lui sembra imbarazzato tanto quanto me. Menomale!

<<Oss! Come ti chiami?>> prova a rompere il ghiaccio lui. Hanno appena detto i nostri nomi.. ma apprezzo comunque il tentativo di iniziare una conversazione anche se preferirei starmene per conto mio.

<< Prima di chiedere il mio nome , dovresti dire il tuo.>> rispondo cercando di scoraggiare una qualsiasi discussione, ma Lui non sembra per niente demiralizzato, sorride e dice <<Mi scusi my lady, il mio nome è baglieri Christian, mi da l'onore di sapere il suo nome? >> mi bofonchia e accompagna la sua presa per il culo, con un 'inchino. Lo fulmino con lo sguardo, ma lui sembra non accorgersene <<Serena Sentino>> taglio corto. Iniziamo l'allenamento: la prima mossa si basa sull'allungamento dei muscoli delle gambe, mi siedo sul tappetino con le gambe distese in avanti piego il busto riuscendo a far poggiare la testa sulle ginocchia, mentre Christian afferrandomi per i polsi mi tira le braccia. Sento qualcuno vicino a noi, e subito dopo sento la voce del maestro che mi dice <<Molto bene Serena! Potete cambiare!>>Cosi è il turno di Christian, noto con divertimento e orgoglio che non è elastico quanto me e difatti non appena tiro un po' mi supplica subito di fermarmi perché gli sto facendo male. Così mi viene spontaneo scherzare sulla sua resistenza e sulla sua elasticità, trasgredendo al mio proposito iniziale, ma è più forte di me fa ridere. lui sta al gioco e mi definisce delicata quanto una wrestler. Rido sinceramente divertita e cambiamo esercizio. Il secondo è più difficile del primo, la posizione consiste nel fare una spaccata in verticale mentre l'altro esercita pressione da dietro, schiena contro schiena. Inizio io, la pressione che dovrebbe esercitare contro di me è inesistente, ci va piano, intuisco che ha paura di farmi male. Così lo sprono sperando di tranquillizzarlo

<<E' tutta questa la tua forza?>> lo provoco.

Lui pacatamente risponde <<Ho paura di farti male.>>

<<Ma smettila.. ti sei forse dimenticato che hai a che fare con una wrestler?>> Lo sento ridacchiare e infine mi dice <<ok, come vuoi! Ma a parte lo scherzo se ti faccio male dimmelo!>> Senza pensarci troppo, rispondo sicura <<Vai, vai spingi, tranquillo>>l'istante dopo rimpiango d'averle dette, sembrano delle allusioni a sfondo sessuale..merda ! Non era mia intenzione. Il suo silenzio ne è la conferma, ha frainteso. <<Mi fa male la spalla>> dice dopo un po' e sono convinta che abbia detto la prima cosa che gli è passata per la testa pur di coprire il buco che si è venuto a creare. Evito di guardarlo negli occhi mentre ci scambiamo le postazioni. Anche nel secondo esercizio lui è un fiasco totale, continua a essere rigido. Cambiamo esercizio: il terzo prevede l'allungamento di una gamba facendola arrivare nell'incavo dell'ascella dell'altro. Come tutti gli altri esercizi, inizio anche questo. Convinta che il mio piede non arriverà mai nell'incavo ascellare, visto la sua altezza, slancio la gamba, mi irrigidisco di colpo quando il mio piede colpisce qualcosa. Ritraggo la gamba e d'istinto mi porto una mano alla bocca spalancata.

Lasciati colpireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora