5 Capitolo ESAME

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Capitolo 9

pov. serena!

Sono in ritardassimo, entro. Sono tutti in palestra che fanno riscaldamento, mi affretto a posizionarmi sperando di passare inosservata. Il maestro mi vede e serio esclama <<Non che questo debba essere un rimprovero>> il suo sguardo tagliente dice tutt'altro e perlopiù ha attirato l'attenzione della gente che fino a pochi secondi fa creava un mormorio e invece adesso tace, lasciandomi in balia della vergogna. <<Ma quando si arriva in ritardo si abbia, almeno l'accortezza di fare il saluto e chiedere se si può entrare>>. Lo guardo con uno sguardo che in sé dice tutto, vorrei spaccagli la faccia. POSSO FARLO, VI PREGO? Mi guardo intorno,cercando le mie amiche con lo sguardo, non ci sono. Comincio a pensare che non era uno scherzo il fatto che non venissero. In questo momento avrebbero capito subito il mio intento. Il mio sguardo ritorna al centro della platea e il maestro continua a guardarmi, inarca le sopracciglia sollecitandomi all'umiliazione. Per il carattere che ho io, questo è davvero troppo. Non è neanche colpa mia se sono arrivata in ritardo e poi se anche fosse perché mi devo mortificare così davanti a tutta questa gente? Faccio il saluto da karateka e a denti stretti chiedo <<Mi scusi per il ritardo , posso entrare?>>. Il maestro fa un cenno impercettibile con la testa e riprende il riscaldamento. Finalmente, iniziamo l'esame il maestro incomincia a chiederci di eseguire alcune mosse, in cui vado benino e inizio a credere che la giornata non sia del tutto rovinata, ma ogni mio presupposto di migliorare l'esame, mi crolla addosso, quando il maestro ci chiede una mossa che io non ho mai fatto perchè il giorno in cui ,il maestro la fece provare, io non c'ero e lui non la fece riprovare più. Che senso aveva farla fare adesso?? Scaccio via i pensieri negati cercando di rimanere positiva, cerco di copiare i movimenti di Christian, che mi sta a fianco, lui mi sorride cogliendo la mia preoccupazione e facendomi l'occhiolino mi incoraggia a fregarmene e a divertirmi nonostante tutto. La mia demoralizzazione però raggiunge il picco , quando il maestro toglie i bambini davanti lasciando me, Christian, Luca, Antonella, Carlo e Mario, senza protezione. Mi sento a disagio perché non so le mosse e perlopiù adesso sto davanti. Non c'è la faccio, furibonda esco dal tappetino e mi dirigo truce dal maestro. <<Scusi, io non l'ho mai provata questa mossa>> dico con screzio. Il maestro impassibile mi risponde di ritornare sul tappeto e fare quello che riesco a fare. Così di controvoglia ci ritorno, accennò qualche movimento confuso e scoordinato, dopodiché sento le guance scanalate dalle lacrime e prima di idealizzare che sono scoppiata veramente a piangere davanti a una folla di sconosciuti , sono al sicuro negli spogliatoi.

Non riesco a capacitarmi, io piangere? Io non piango per cose del genere, io non sono il tipo! La porta si apre e cerco disperatamente di ripulirmi le guance dalle lacrime e dal mascara colato. Christian avanza lentamente verso di me, con delicatezza mi solleva il mento costringendomi a guardarlo dritto negli occhi.<<Tutto apposto?>>. Mi affretto ad annuire con la testa e allontanandomi da lui gli dico <<Per favore, te ne vai?>> nell'istante stesso in cui lo dico mi rendo conto che nonostante il "per favore" appaio fredda e scontrosa, quando invece vorrei solo un abbraccio dove poter sprofondare. Christian sparisce silenziosamente lasciandomi da sola. Mi siedo e tiro rumorosamente su con il naso.

POV. Cristian.

La lascio da sola così come mi ha chiesto. Esco dagli spogliatoi e mi viene incontro Carlo. <<Hey ,ciao>> gli dico sorridente, lui non mi presta attenzione e mi chiede solo<<Hai visto Serena?>> sbigottito gli faccio di "sì" con la testa e gli indico lo spogliatoio delle ragazze. Lo vedo fiondarsi nella direzione che gli ho indicato ed entrare, aspetto che esca anche lui come me , da quella porta cacciato da Serena. Ma con mia sorpresa e delusione, non esce nessuno. E' rimasto con lei, lei non l'ha cacciato. Quindi non era una questione di voler rimanere da sola, ma solo che non voleva me. Esco dagli spogliatoi , non riesco a non rimuginare su quello che ho appena visto. D'altronde che mi aspettavo? Io ho ventisei anni, lei invece è una ragazzina, ha diciassette anni, quasi diciotto.E' normale che si trovi più a suo agio con Carlo che ha solo diciannove anni. Sono un folle, spero che non si sia fatta una brutta opinione di me, spero non abbia capito niente. Smetto di pensare quando la rivedo, affianco a lei c'è Carlo che le tiene un braccio sulle spalle. Lei è bellissima ha delle piccole ciocche che le incorniciano il viso invece il resto dei capelli biondi ribelli è raccolto in una treccia ,che le ricade sulla spalla destra. Penso a quanto è buffa e tenera, cerca freneticamente di ripulire il candido kimono dal mascara che le è colato dal viso. Per un attimo mi sorprendo di aver ricordato il nome di quel materiale di cui le donne vanno pazze. Il maestro segue ogni passo che fa Serena mentre ritorna alla sua postazione e mi sorprende che non sia andato a vedere come stava. Dopo qualche secondo di smarrimento in cui ci chiediamo dove sia finito Luca , lo vediamo emergere dagli spogliatoi e riprendiamo con l'esame. Il maestro dà i comandi ,mi metto in posizione ma il piede sinistro vacilla sotto il mio peso facendomi cascare. Questa sì che è una figura di merda,scoppio a ridere e vedo Serena titubante. Alla mia risata vi si aggiungono quelle della gente, ne sono felice e spero che questo basti a far dimenticare le brutte figure di Serena. Lei è ancora vulnerabile, anche se non lo vuole dare a vedere ma fin quando non imparerà a fronteggiare e a fregarsene dell'opinione della gente,ha bisogno d'essere protetta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 13, 2014 ⏰

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