"Guarda Luisa, ti ricordi di questa foto? Eravate appena in prima liceo." Mi disse la nonna sorridendomi.
"Non potrei dimenticare nemmeno se volessi." Risposi forse un po' troppo fredda.
Guardai la foto che mia nonna mi stava porgendo. Quegli occhi bellissimi, quel sorriso che non vedevo più da tempo.
Tris era diversa ormai, era un'altra persona. Adesso aveva diciassette anni, mentre io li avrei compiuti a breve, ma sarei tornata volentieri indietro, a quando il primo giorno di scuola ci sedemmo vicine, ignare di cosa ci sarebbe successo dopo.
Gliel'avevo promesso, durante la malattia le sarei stata vicina, se possibile ancor più di prima, ma no, lei aveva fatto di testa sua, ci aveva allontanati tutti, prima me e Jason e poi Meggie.
Avevo provato più volte ad andarla a trovare a casa, ma i suoi genitori me lo vietavano. Avanti, volete che muoia così, davanti ai miei occhi? Cazzo, odiavo non poter fare nulla, e odiavo il suo comportamento infantile.
Ero la sua migliore amica, perché non voleva vedermi? E Meggie? Aveva passato i momenti più tristi e felici con lei. Perché doveva farci soffrire così?
Nel giorno del mio compleanno lei non venne. Avevo sempre odiato le cose in grande con tanti invitati. L'avevo chiesto solo a Jason, Meggie e Tris, non che avessi molti più amici.
Era un giorno di dicembre. Il cielo piangeva mentre io non avevo più lacrime da versare, erano ormai cadute tutte, nella speranza che qualcuno venisse a salvarmi, ma questa volta lei non sarebbe arrivata.
Jason era in camera mia da almeno cinque minuti quando sentii bussare alla porta. Andai ad aprire speranzosa. Margherita. Non ebbi nemmeno la forza di salutarla, le chiesi semplicemente:"Tris?" Vidi comparire un sorriso pieno di tristezza sul suo viso. La ragazza di fronte a me scrollò le spalle e varcò la soglia della mia abitazione.
Odiavo i regali, mi metteva in imbarazzo doverli aprire davanti a qualcun'altro e fare una faccia sconvolta fingendo che mi piacessero tanto. Ripensadoci odiavo anche fare le feste di compleanno. L'unica persona che le rendeva più abbordabili non c'era.
Scartai i due pacchetti e ringraziai i miei invitati, per una volta gradivo sul serio ciò che mi avevano donato.
Ad un certo punto chiesi se se ne potevano andare. Non lo chiesi con rabbia, si sentiva il tono di malinconia nella mia voce. Meggie mi chiese se volessi che rimanesse con me, ma scuotendo la testa le feci capire che volevo solo rimanere sola.
Appena sentii sbattere la porta mi portai le mani a coprirmi gli occhi. Iniziavano a bruciare, come ogni sera. Le lacrime che poco prima credevo fossero finite, credevo non avrebbero attraversato più il mio volto comparvero, e ranicchiandomi nell'angolo della mia camera mi resi conto di aver iniziato una battaglia che stavo perdendo in partenza.