Capitolo 3

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"Sei sempre la solita testa di cazzo." Mi disse la mia amica.

Non sapevo se cogliere una nota di ironia in quello che mi diceva.

Mi alzai e infilai un cd che avevo portato da casa nello stereo di Tris.

"I hate everything about you..." I three days grace non mentono mai.

"Quella musica fa schifo" Mi urlò lanciandomi un cuscino Tris.

Fingendomi offesa alzai il volume.

"Questa malattia non mi ammazzerà, lo farai tu con questa canzone."

Improvvisamente spensi lo stereo e mi girai verso di lei, seria.

"Liz, stavo scherzando."

So che la ragazza di fronte a me voleva solo scherzare, ma quelle parole mi spezzarono il cuore. Non pensavo sul serio che avrebbe potuto perdere la vita a causa mia, ovvio, però mi accorsi di quanto potesse essere fragile in quel momento, di quanto soffrisse.

Nel periodo dela sua malattia avevo solo pensato a me, a quanto stessi male perchè non potevo parlarle, non potevo vederla, ma lei?

"Come stai Patrizia? Sul serio però." Le chiesi cercando di non far trapelare nessun'emozione.

"Ci crederesti se ti dicessi che non lo so? E' da così tanto tempo che non ci penso. In realtà nessuno me lo chiede mai. Tutti danno per scontato che morirò, sono convinti che stia male, quindi perchè chiedermi un semplice 'come va?' Meglio un 'Stai meglio?' o un 'Rimettiti'."

"Non morire."

Non so perchè lo dissi. Forse perchè io la capivo. Vedevo che dietro i suoi occhi si celavano solo paura e timore. Sapevo che la prima a pensare che non ce l'avrebbe fatta era lei.

"Come, scusa?" Mi domandò evidentemente confusa.

"Non morire, ok?" Continuai asciugandomi una lacrima. "Non andartene anche tu. Io ti aspetterò. Non vuoi ritornare come prima? Tornare a correre e ad essere la ragazza cazzuta di una volta? Andare a vedere il tramonto con Meggie? Allora fatti forza. Perchè io non vedo l'ora di rivederti col sorriso, di commentare uno stupido film trash insieme e di sentirmi porre le tue domande imbarazzanti su come vada con Jason."

Le sorrisi.

"Resta."

Tris fissandomi si alzò dal letto e mi abbracciò. Poi in preda ai ripensamenti mi allontanò.

"E' meglio che tu vada a casa, come faremo se sarai tu ad ammalarti?"

Annuii. Ero solo stanca, avevo bisogno di andare a casa e rilassarmi.

Salutai Patrizia promettendole che sarei tornata a trovarla molto presto.

Scesi velocemente le scale della sua abitazione, prima arrivavo a casa meglio era.

Ad un certo punto andai a sbattere contro ad un'altra persona e caddi a terra.

"Scusi." Dissi imbarazzata credendo si trattasse della madre di Tris

Quando alzai lo sgaurdo mi accorsi con stupore di trovarmi di fronte a Margherita.

Mi porse la mano per aiutarmi a rialzarmi.

"Sei venuta a trovare Tris?" Le chiesi sorridendole.

Con un cenno del capo mi fece capire che era lì per altri motivi.

"Tua nonna mi aveva detto che ti avrei trovata qui."

Sinceramente l'ultima cosa che volevo era parlare dei problemi sentimentali di Meggie, povera illusa che ero, magari avesse voluto parlarmi di quello.

Mi invitò ad uscire, aprendomi la porta.

Interruppi il silenzio che si era creato mentre ci dirigevamo verso casa mia.

"Non prendermi come una maleducata, ma penso che la tua fidanzata abbia bisogno di te più di quanto ne abbia io in questo momento."

"La mia fidanzata..." Bofonchiò la ragazza.

"Sì, sai quella per cui sei stata tanto male? Un breve riassunto: arrivi nella scuola, diventate tanto amiche, lei ti dice che ti ama, crisi d'identità, tu baci un altro, mi arriva l'istinto di fustigarti a morte, ma poi fate pace, vi baciate e yeee... Ecco quella. Non le hai ancora fatto una maledetta visita."

"Tu non capisci Liz. Ho rovinato tutto. Niente a più senso."

La guardai per qualche secondo chiedendomi cosa potesse aver fatto.

Questa volta fu lei a rompere il silenzio.

"Sono incinta, Luisa."

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