stesa sul letto,
con la mente che vola
chissà dove
lontana.punto lo sguardo sulla finestra,
ammiro il cielo azzurro, limpido
senza smagliature.
le stesse smagliature
che mi hanno sputato sul
corpo sgualcito,
che mi tormentano
in ogni mio riflesso.un cielo piatto,
come vorrei che fosse
il mio ventre
ormai pestato dalla fame.un cielo luminoso.
come te,
che probabilmente
starai corrucciando la fronte
cercando di migliorare
la base a cui stai lavorando
o probabilmente, starai
soffiando via il fumo
come se volessi espellere
tutti i problemi e i pensieri
dalla testa.
dopodiche starai imprecando,
pestando il resto della sigaretta
appena iniziata, andando a servire
un cliente appena entrato in negozio,
forse apposta per interrompere
il flusso
dei tuoi pensieri.a cosa pensi, francesco?
dimmelo, ti prego.devi distrarmi da ciò che penso io,
finirei per essere annegata
da questi pensieri.insegnami a non piangere,
che non ne posso più.dunque, come te la spassi?
ultimamente non mi scrivi più,
ma lo accetto.
non sono tanto interessante
come credevi.tu invece, oh tu invece sì
che lo sei.osservo le tue mani,
mentre accarezzano buga, la tua gatta.
sono delicate, quanto vorrei
mi accarezzassero l'animo insicuro
e flaccido.
ma sono troppo complicata,
ho i fili troppo ingarbugliati
con un nodo che va ingrossandosi
ogni giorno.
sono troppo poco per te
che sei arte.
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