Capitolo 1

43 2 0
                                    

Premessa: questa storia é basata su fatti realmente accaduti ed é per me una via di sfogo. Può non essere ricca di colpi di scena come le altre storie che si trovano, ma rispecchia la realtà.

《Sophie, è l'ora. Su, alzati.》

Ed era così che iniziava ogni sua giornata, ogni sua interminabile e monotona giornata. Fortunatamente, però, da qualche tempo era arrivato lui a dare un senso alle sue giornate.

Sophie mugolò un buongiorno a sua madre e si mise a sedere sul letto, aprendo gli occhi il tanto che bastava per vedere sua madre che le appoggiava il toast sul comodino con un sorriso stampato sul viso coperto ormai di rughe.

Non sapeva come facesse ad essere così attiva e gioiosa al mattino: lei non ci sarebbe riuscita neanche mettendosi d'impegno.

Buttò giù svogliatamente la colazione ed accese il cellulare. Sulla schermata home apparve la notifica di un promemoria. Sophie aggrottò la fronte: non accadeva mai nulla nelle sue giornate, come poteva avere qualcosa di così particolare da ricordarsi da essersi dovuta mettere un promemoria?

Guardò la data. In alto a sinistra stava scritto "10/05/2014". Un sorriso le trapassò il viso: ma certo! Come aveva fatto a dimenticarsene? Era il suo primo mesiversario!

Esattamente un mese prima era in gita scolastica, la gita dove tutto era iniziato. Era lì che aveva scoperto che il ragazzo più figo della scuola le faceva il filo, era lì che lo aveva conosciuto ed era lì che, sotto il cielo polacco, lo aveva baciato per la prima volta, dando inizio ad un periodo della sua giovane vita tutto fiori e farfalle.

Si connesse a internet e trovò un solo messaggio, arrivato a mezzanotte precisa:

《Auguri♥》

Lei a quell'ora era già nel bel mezzo del mondo dei sogni, quindi rispose di mattina

《Auguri a lei♥》

Le piaceva essere ironica e sdrammatizzare sempre, anche se in quel caso si sarebbe aspettata qualcosa di più di un semplice messaggio con scritto "Auguri" seguito da un cuore.

Beh, forse lui avrebbe voluto scrivere "Auguri amore♥"

Ma lei gli aveva esplicitamente chiesto di non chiamarla così, perchè non voleva sprecare il significato di quella parola e voleva usarla quando fosse stata veramente sicura di quello che provava; lui le aveva risposto che era assolutamente sicuro di quello che provava per lei, ma che se le dava fastidio avrebbe aspettato quanto sarebbe stato necessario.

Lei lo aveva trovato molto dolce.

Si preparò in fretta e furia e uscì da casa di corsa per recarsi alla femata dell'autobus che l'avrebbe portata a scuola. Durante il tragitto in bici tre automobilisti le suonarono il clacson indignati per la sua mancata attenzione, ma lei sorrise e tirò avanti: aveva la mente compleatamente altrove.

Il tragitto in autobus non le era mai parso più lungo: lo passò a tamburellare le dita sul bracciolo tanto da farsi guardare male da molti altri passeggieri.

All'altezza del solito incrocio suonò lo stop e si preparò a scendere. Guardava in basso mentre scendeva le scale del mezzo, e solo dopo si accorse che lui era lì.

Come il giorno senza il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora