7.

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Entro in negozio giocando nervosamente con le dita, oggi devo parlare con Fede. Nessuna scusa, non voglio continuare a prenderlo in giro e prendere in giro me stessa.
Non penso di potermi fermare molto dal momento che poi devo correre in università per le lezioni del pomeriggio, ma non potevo aspettare ulteriormente. Voglio essere sincera con lui, non voglio illuderlo. Sono giorni che provo ad entrare in negozio con l'obbiettivo di parlargliene ma non riesco a trovare il coraggio, e torno sistematicamente a casa sconfitta, mangiandomi le mani per la mia eterna paura di far soffrire gli altri.

La chiacchierata notturna con Cesare mi ha però convinta e mi ha fatto prendere finalmente coscienza dei miei sentimenti.

"Bea?" Mi sorride Fede, emergendo dal magazzino dopo aver sentito il rumore della campanella, e mi abbraccia contento. Mi irrigidisco, mostrandogli un sorriso di facciata, perché mi rendo conto di non essere pronta a "spezzargli il cuore".

Ora o mai più. Deglutisco, cercando le parole giuste.

"Dove sei stata questi giorni?" Mi chiede curioso: probabilmente non sospetta nulla.

"Dobbiamo parlare." Dico infine, con tono rigido e teso, senza rispondere alla sua domanda, facendo uscire le parole in modo molto più autoritario del voluto. Annuisce, un po' confuso, trascinandomi con lui nel retro.

Faccio un grande sospiro prima di prendere parola. "Okay, vado diretta al punto. Fede, sei un ragazzo fantastico e per questo non ti voglio illudere. Mi dispiace, ma non può funzionare, ho altro per la testa e non riesco a prendermi questo impegno." Butto fuori tutto in un unico fiato. Lo guardo, ha un'espressione che traspare tristezza.

"Cesare?" Dice solo, dopo pochi istanti; sento il respiro fermarsi in gola, quasi a soffocarmi. In profondo, inconsciamente, so che è anche per lui che sto chiudendo i "rapporti" con Fede. Non riesco a trascurare e ignorare l'effetto che ha su di me quel ragazzo, supera tutto ciò di cui ho avuto esperienza. Mi arrendo, trovandomi ad annuire, desolata. "Non è una cosa che riesco a controllare. Mi dispiace davvero tanto." Scuote la testa prima di accennarmi un sorriso ed abbracciarmi. "Nessun rancore Bea, ho visto come vi guardate, e ho sempre saputo che non saresti mai stata completamente mia, finché lui ha il tuo cuore."

-

Oggi ho deciso di lasciare la bicicletta a casa e camminare da e verso l'università, sto mettendo su qualche chilo di troppo mangiando schifezze praticamente ogni giorno con i ragazzi, e non avendo tempo rimanente per andare in palestra, soprattutto dopo l'incontro dell'ultima volta, ho deciso di camminare di più.

Mi guardo in giro mentre procedo verso casa, fermandomi ogni tanto a curiosare in qualche vetrina o panetteria.

Non resisto alla tentazione ed entro nel primo negozio di dolci che trovo, acquistando una scatola di sei ciambelle glassate, ognuna scelta accuratamente per ogni membro della Valle Spaziale.

Suono il campanello del loro studio e vengo investita da un'ondata corale di "ciao Bea". Saluto Cesare con un bacio sulla guancia, che ricambia con uno smagliante sorriso. Gli faccio un cenno del capo per fargli capire che la questione con Fede è risolta.

Ultimamente sta cercando casa, un appartamento simile al mio per andare a vivere da solo e finalmente rendere fieri i suoi genitori della sua indipendenza: la cosa mi rende al contempo contenta per lui ma anche un po' triste, questa convivenza mi sta piacendo.

Distribuisco le ciambelle a ciascuno di loro, spiegandone il contenuto, ricevendo ringraziamenti per avergli migliorato la giornata.

"Bea, ne stavo parlando prima con i ragazzi. Il mio compleanno è tra una settimana e visto che alla sera ho un concerto con i rovere, pensavo poteste venire anche voi per poi andare insieme in un pub, così festeggiamo anche Cesi che compie gli anni il giorno prima! Cosa ne pensi?" Chiede Nelson, prendendosi una pausa dall'editing.

Bugia bianca - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora