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Sono stesa sul letto, cercando di concentrarmi dal momento che oggi pomeriggio ho il terzo, e più difficile, esame di questa sessione: diritto urbanistico e sociologia urbana. Dopo la passeggiata di ieri pomeriggio con Cesare e Chewbe, ho la testa da tutt'altra parte, e mi infastidisce molto non riuscire ad avere un saldo controllo delle mie emozioni. Quel ragazzo mi ha mandato a pallino il cervello.

Tra l'altro, non ha ancora risolto la questione con i suoi, nonostante sia passato ormai un mese e stia cercando casa da qualche giorno. Ogni tentativo di metterli in contatto e farli chiarire è vano. Proverò a parlargliene nuovamente stasera, se troverò l'occasione, quando saremo al concerto. Il programma della serata è assistere al concerto, ci saranno con noi anche le fidanzate di Tonno e Frank, e poi andare in un pub per festeggiare il compleanno dei due frontmen di Space Valley. Ma prima di tutto ciò devo passare quell'esame. Concentrati Bea!

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Esco dall'aula due ore dopo, stanca ma soddisfatta, e mi precipito fuori dal complesso dell'università, montando in sella alla mia amata e al contempo odiata bicicletta. Saluto la mia compagna di studi Gloria e mi dirigo verso casa, con le cuffiette nelle orecchie, felice di aver terminato questa sessione brillantemente. Faccio prendere aria ai miei capelli, che in questi mesi ho lasciato allungare fino a metà schiena e proteggo i miei occhi chiari con un paio di occhiali scuri, ovviamente graduati, data la mia miopia. Sull'uscio di casa trovo Cesare, di ritorno dalla palestra. Indossa un paio di pantaloncini corti, una maglietta nera che mette in mostra le sue spalle, su cui è appoggiato un borsone.

"Cesi, smettila di andare a gonfiarti in palestra, non funziona." Scherzo, aprendo il portone che dà sulle scale. "Ma cosa credi, ci vado solo per vedere le ragazze che corrono sui tapis roulant!" Mi fa un occhiolino divertito, lasciandomi indietro a roteare gli occhi per il suo commento. E' forse una frecciatina nei miei confronti?

"Vado a farmi una doccia, così poi ti lascio il bagno per prepararti. Vuoi unirti?" Mi sale il cuore in gola, lo guardo con gli occhi sbarrati, quasi sputando l'acqua che stavo bevendo, mentre è girato: ho sentito bene? Il sole di oggi deve avermi dato le allucinazioni. Mi ricompongo velocemente per poi commentare: "Mh, ti piacerebbe".

"Molto."

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Dopo essermi fatta la doccia, da sola, essere diventata paonazza nel vedere il mio "coinquilino" girare per casa con solo un paio di pantaloncini addosso e aver mangiato qualcosa di veloce, all'alba delle 19, inizio a prepararmi: decido di indossare qualcosa di semplice, un paio di jeans a metà polpaccio, piuttosto stretti sulle mie gambe e una maglietta bianca di rovere. Non amo truccarmi, per cui uso solo il minimo indispensabile per essere presentabile. Capelli leggermente mossi sulle punte, come di consueto, e occhiali da vista. Mi ritrovo ad aspettare Cesare, ancora più lento di me a prepararsi; infilo la giacca di pelle nera e le vans dello stesso colore appena prima di uscire di casa, intorno alle 20, per raggiungere la zona all'aperto in cui si terrà il concerto.

Appena vedo Nelson, corro verso di lui ad abbracciarlo per augurargli un buon compleanno. Sorride, imbarazzato da tutte le attenzioni ricevute, ringraziando.

"Sei carico? Non vi ho mai visti dal vivo!" Batto le mani, forse più esaltata di lui, facendo ridere il riccio accanto a me, che a sua volta augura buon compleanno all'amico con un abbraccio. "Si, molto, spero vi divertia-" Lo chiamano da dietro le quinte dei ragazzi con tute nere, probabilmente tecnici audio. "Ragazzi, devo andare, scusate, ci vediamo dopo!"

Riusciamo a prendere una birra ciascuno prima di scendere tra il pubblico, infilandoci tra la massa di gente e raggiungendo il resto del gruppo.

"Ciao piccioncini!" Ci saluta Dario, ridacchiando nel vedere la mia reazione imbarazzata. Gli mostro il dito medio, prima di cambiare completamente espressione per presentarmi a Linda e Matilde.

Bugia bianca - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora