11.

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"Appoggia quella con scritto cucina sul tavolo, l'altra in bagno, grazie." Dirigo il via vai dei ragazzi di Space Valley, obbligati dalla sottoscritta a trasportare su e giù per le scale scatole stracolme di oggetti.

Oggi Cesare si trasferisce, abbiamo deciso di aiutarlo nel trasloco da casa sua e stasera ci troviamo per inaugurare l'appartamento insieme alla sua famiglia. E' un bilocale molto carino, a circa cinque minuti di distanza dallo studio, ammobiliato ma ancora mancante di tutto il necessario per viverci. Ha un piccolo balcone che spero di aver il permesso per riempire di piante e cactus.

"Bea, perché non porti anche tu un po' di scatole?" Mi chiede Dario, emergendo a malapena con il viso dagli scatoloni che tiene tra le braccia con fatica. Scuoto la testa con convinzione, fingendo di essere scioccata dalla sua proposta, guadagnandomi una risata dal gruppetto di ragazzi, insieme ad alcune lamentele per la mia pigrizia.

"Io vi devo dirigere, avete bisogno di qualcuno come me, un leader carismatico che vi stimoli a fare meglio e a non mollare." Alzo i pollici verso di loro, per instillargli in qualche modo la carica, per poi cominciare a svuotare lo scatolone davanti a me, per riporre le pentole e gli utensili da cucina nei ripiani e negli armadietti.

"Smettila di fare il capo, mi rubi il lavoro." Una voce mi fa sospendere, facendomi alzare da terra per guardare al di là della porta della cucina.

"Oh buongiorno, era ora che ci raggiungessi, la casa è tua dopo tutto. E' mezzogiorno, è da un'ora che ti aspettiamo! Adesso ti do qualcosa da fare, aspetta! Non c'è tempo da perdere!" Punto un dito contro il suo petto, cercando tra i fogli appoggiati sul tavolo la lista dei lavoretti che devono ancora essere ultimati. Le sue mani si posano sulle mie guance, per sollevare il mio viso verso il suo e darmi un dolce bacio sulle labbra, il quale mi manda in brodo di giuggiole.

Ebbene sì, qualcosa si è mosso. Abbiamo deciso di provarci, senza dare necessariamente una definizione a qualunque cosa ci sia tra di noi, semplicemente godendoci il tempo che passiamo insieme. Mi alzo ogni mattina con un sorriso più grande di quello della mattina precedente, la sua presenza è ormai una costante a cui non riesco a rinunciare.

Da una parte sono contenta che vada a vivere da solo, perché ci aiuterà sicuramente a costruire più solidamente la nostra relazione, se si evolverà in qualcosa di più, avendo i nostri spazi e tempo per noi stessi.

"Ci credo che comandi, sei raccomandata da Cesare." Sbuffa Nelson, entrando in cucina, sudato come l'ho visto poche volte, passandosi una mano sulla fronte imperlata. Non importa che sia inverno o estate, Nelson indosserà sempre vestiti eccessivamente pesanti per il periodo. Oggi è una splendida giornata, più calda delle precedenti nonostante sia gennaio e il calore del sole si fa sentire.

"Shh, non mandare tutto all'aria!" Rido, allungandogli un meritato bicchiere d'acqua fresca. "Avete finito di portare su gli scatoloni? Adesso bisogna sistemare tutto qui sopra." Indico con un indice lo spazio attorno a me, facendo buttare indietro gli occhi a Nic, che ci ha raggiunti. "Preferite fare una pausa pranzo prima? Posso ordinare sushi!" Offro contenta, concedendogli un po' di meritato riposo; il sushi mi mette sempre di buon umore.

Tonno mi fa gli occhioni dolci annuendo e io sono già alla ricerca su justeat di un ristorante giapponese che consegna in zona. "Okay, sake, nighiri misti, sashimi, hosomaki, uramaki e due poke bowl. Va bene?" Mi guardo intorno, ricevendo sorrisi di assenso da tutti i ragazzi, .

"Però poi al lavoro, dobbiamo finire prima di cena, che arrivano i genitori di Cesi." Dico mentre finisco di sistemare le ultime stoviglie nei cassetti, tentando di terminare il locale cucina prima di passare all'arredamento di bagno, salotto e camera da letto.

Bugia bianca - Cesare CantelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora