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Jocelyn's Pov

Suona la campanella della sesta ora ed i miei compagni si alzano, tranne Mary e Noah.
Metto via lentamente le cose, tiro fuori cuffie e telefono e mi incammino verso l'uscita.
Non riesco a non pensare a ciò che mi ha detto Mary alla fine della seconda.

-Ehy aspettami.
Dice Mary, mi fermo, mi giro verso quest'ultima e mi scontro con Shnapp che stava uscendo dalla classe. Mi affretto a dire:
-Scusa.
Mi guarda.
-Sta più attenta la prossima volta.
Non rispondo. Lascio correre. Ho di meglio da fare.

Io e Mary facciamo un pezzo di strada insieme fino ad un incrocio in cui siamo costrette a separarci. A quel punto infilo le cuffiette nelle orecchie e faccio partire una playlist.

La prima canzone finisce, e nel intermezzo tra essa e la seconda sento dei passi dietro di me, mi girai. D'istinto. È Noah, per fortuna aveva lo sguardo basso e non si è accorto. Cos'è? Mi sta seguendo? Giro a destra e anche lui fa lo stesso. Sta facendo la mia stessa strada. Lascio perdere. Premo play e mi perdo tra i miei pensieri.

Arrivo all'entrata della mia via e lo sento dietro di me. Ma questa volta lui gira a sinistra e raggiunge quella che è "la casa più grande del quartiere". Quella che ieri era circondata da poliziotti. Corrugo la fronte ma poi capisco. Noah è appena tornato dal riformatorio, è abbastanza normale.

Inizia a piovere, accelero il passo, prima di entrare in casa mi giro verso l'abitazione di Shnapp. È lì, completamente fradicio che mi guarda. La maglia è ormai trasparente ed i suoi addominali sono evidenziati. Deglutisco a fatica. Ha un'aria triste, sono lontana sì, ma riesco a percepirlo anche da qua.

Mi giro e corro dentro, mi tolgo le scarpe infangate e vado in camera. Mi spoglio velocemente e butto i vestiti nella cesta dei panni sporchi, accendo il rubinetto della vasca e due candele alla cannella. Nel frattempo prendo della biancheria pulita e la appoggio sulla scrivania insieme alla maglietta di Marcus. Accendo la musica e mi immergo.

Vado sott'acqua con la testa e chiudo gli occhi. Vedo tutti i miei sedici anni passarmi davanti. I tradimenti dei miei. Le urla. Gli schiaffi. Gli abbracci di mio fratello mentre mi tappava le orecchie. Le lacrime.

Il fiato finisce e riemergo, ho il fiatone. Mi riprendo e spruzzo un po' di bagnoschiuma nella vasca. Accendo l'idromassaggio e mi rilasso.

Sono le tre e mezza ormai, esco dall'acqua e mi avvolgo in un asciugamano. Tampono i capelli bagnati e scendo al piano inferiore.

Accendo la tv, la sensazione d'essere osservata mi disturba, mi giro verso la finestra e lo vedo. Mr. Arrogante che mi guarda dal ciglio della strada.

Lo sguardo adesso è sempre triste ma un po' meno. Mi squadra da capo a piedi e mi ricordo di essere nuda. Grido. Ride. Chiudo la tenda. Alzo gli occhi al cielo ma non riesco a non sorridere. M'arrabbio e decido di farmi una tisana.

Appoggio la tazza vuota nel lavandino e torno in camera. Mi vesto: dei pantaloni della tuta dell'adidas e una felpa della stessa marca. Mi asciugo i capelli e li lego nella mia solita crocchia.

Prendo lo zaino e ci metto dentro delle buste della spesa, soldi ed un ombrello. Chiudo la porta e metto le chiavi nella taschina del mio eastpack. Mi ricordo che non conosco un supermercato. E adesso che faccio?

Vedo entrare qualcuno nella via, mi avvicino e mi rendo conto che quel qualcuno è Noah. Alzo gli occhi al cielo, sospiro e mi faccio forza.

-Ehi Noah, scusa. Dove posso trovare un supermarket?
Mi guarda, da capo a piedi e sorride. Quell'aria triste abbandona il suo viso.
-Ti sei vestita, quindi. Vedi di non metterti più così in mostra la prossima volta.
Dice con una punta di gelosia e arroganza. Ma chi si crede di essere? Però ho bisogno di lui quindi Joe respira e inspira.

-Quindi? Mi dai una mano?
Lo guardo con aria di sfida.
-Ti ci accompagno, devo prendere qualcosa da bere.
Alzo gli occhi ed annuisco.
-Beh fammi strada.
Inizia a camminare e lo seguo.

Dopo una decina di minuti arriviamo ad un supermercato, si ferma davanti all'entrata e fa il segno con le mani "prima le donne" Alzo nuovamente gli occhi al cielo ed entro. Finita la spesa ci ritroviamo alla cassa, lui ha bottiglie e bottiglie di alcolici.

-Cos'hai da guardare? Ho una festa.
Lo guardo male.
-Ma è lunedì.
Mi sorride.
-Appunto.
E mi fa l'occhiolino. Arrossisco.

Paghiamo ognuno per sé stesso e in silenzio torniamo a casa, mi accompagna fino alla porta e prima di salutarmi si ferma a guardarmi. Quell'aria triste è tornata e allora lo affronto.
-Che succede Shnapp?
Fa no con la testa, si gira e va verso casa. Perché deve essere così dannatamente lunatico. Lascio perdere.

Entro e metto ogni cosa al suo posto, imposto la sveglia per le sette: così preparo qualcosa per cena. Voglio sorprendere Marcus. Lo so, ha scritto che sarebbe tornato alle sette ma lo conosco: prima delle otto/otto e mezzo non sarà a casa.

Mi cambio ed indosso la maglia di mio fratello, mi stendo nel letto, accendo il computer e inizio un film "Bird box", sembra carino.

Suona la sveglia ed entro in cucina, tiro fuori due bistecche e le cucino, spremo dei limoni e ne faccio della limonata, prendo insalata, carote mais ed è fatta.
Lascio la carne sulla piastra calda così che non si freddi e l'insalata nel frigo.

Mi siedo sul divano e mi copro con una coperta, fa molto freddo sta sera. Suonano al campanello: sarà Marcus, sono le otto passate ormai. Perciò non mi preoccupo del mio abbigliamento. Mi sposto una ciocca di capelli dietro le orecchie che è caduto dalla crocchia e apro. È Noah.

Un po' come Romeo e GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora