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Jocelyn's Pov

Suona la campanella che annuncia la fine della giornata e mi fiondo fuori dall'edificio. Con passo svelto mi dirigo verso l'Accademia, entro e vedo Mary, mi avvicino a lei e le sussurro un Ciao.
Mi sorride e mi siedo accanto a lei aspettando che qualcuno venga a chiamarmi.

-Tu conosci già i tuoi orari?
Le chiedo sempre parlando a bassa voce. In sottofondo sento della musica classica che proviene da un corridoio.
-Sí, dato che faccio solo moderna ho le lezioni ogni giorno dalle 6:00 alle 8:00.
Annuisco e mi guardo intorno.

Una signora seduta al lato opposto della saletta legge una rivista sulla danza jazz con accanto un passeggino su cui è steso un adorabile bambino. Sorrido.

-Come mai sei qui a quest'ora?
Dico tenendo lo sguardo fisso sulla piccola creatura lontana.
-Ho un problema alla gamba e il fisioterapista della scuola mi ha dato appuntamento oggi.
-Capisco, io invece sono parecchio ansiosa di scoprire i miei orari. Spero proprio di avere moderna con te.
Mi giro verso di lei e le stringo la mano.
-Lo spero anch'io.

Fa un sorriso, falso.
-C'è qualcosa che non va?
Mi guarda con gli occhi velati e scoppia a piangere, allora l'abbraccio e le accarezzo la schiena.
-Sh, va tutto bene, va tutto bene.
Nel frattempo la signora col bambino esce e Mary si calma.

-Ti va di dirmi che succede?
Annuisce e tira su col naso, le asciugo le guance bagnate.
-Ho paura che il problema alla gamba sia una cosa seria. Mia mamma da giovane faceva la ballerina, proprio come me, aveva un sogno e una borsa di studio ma un giorno qualcosa andò storto e la gamba mandò in frantumi tutti i suoi progetti. E se accadrà la stessa cosa con me? Io no, proprio non posso farcela senza la danza. È il mio unico appiglio.
Dio quanto la capisco, la mia paura di fare un incidente o di prendere un'infezione ogniqualvolta mi taglio sulla gamba mi logora da anni ma è normale per una ballerina appassionata.

-Intanto adesso di appigli ne hai due perché nella tua vita è appena entrata una grande rottura di palle chiamata Jocelyn Reeds e secondo vedrai che andrà tutto bene. Sarà solo uno strappo o qualcosa del genere, ok?
Sorride e mi abbraccia.

-Signorina Reeds, venga.
Dice una bella signora molto giovane appena sbucata dal corridoio.
-Arrivo subito, grazie.
Mi stacco da Mary e la guardo negli occhi.
-Io adesso vado e faccio ciò che devo fare, tu intanto fai quella visita ed io ti aspetto qui. Quando esci andiamo insieme a casa tua, prendi i libri per domani e dei vestiti, vieni a dormire da me e passiamo una bella serata solo noi due, okay?
Le si illuminano gli occhi e gioisco a vederla di nuovo felice.
-Okay, grazie grazie grazie Joe, ti voglio bene.
-Anch'io.
Le do un bacio sulla guancia e seguo la donna snella che mi stava aspettando.

Arrivo in uno studio in cui trovo una signora sorridente, sulla sessantina, che appena mi vede si alza e mi fa segno di accomodarmi su una poltrona.

-Piacere io sono Luciana Bredfort e sono la madre della direttrice dell'accademia nonché insegnante di danza classica: Lisa Bredfort.

Sento una porta aprirsi e mi giro, vedo entrare un uomo, anch'esso sulla sessantina, con dei fogli in mano.
-Oh salve, lei deve essere la signorina Jocelyn Reeds, giusto? Io sono Leonardo, il marito di Luciana, è un piacere accoglierti nella Art Academy of New York. Ti troverai bene.
La signora indignata lo interrompe.
-Il discorso di accoglienza è un mio dovere Leo, esci immediatamente.
Quest'ultimo sbuffa e mi guarda facendomi l'occhiolino, a me e a Luciana scappa una risatina.

-Come stava per dire lui, in questa scuola non è importante solo la tecnica ma anche la passione. Insegnamo a danzare, ad avere disciplina e a mantenere un impegno costante, pretendiamo un andamento ottimo anche nella scuola quindi chiediamo ogni pagella e infine beh, benvenuta.
Mi sorride ed io faccio altrettanto.
-Grazie mille, già adoro questa accademia.

Mi porge dei fogli.
-Sono contenta, Lisa si è informata su di te e si aspetta molto dato che eri la migliore nella tua vecchia scuola, quindi mi raccomando. Questi sono i tuoi orari, inizierai settimana prossima. Adesso Susan, la cugina di mia figlia, ti farà fare un giro dell'accademia così da non doverti trovare spaesata lunedì, va bene?
Prendo i documenti e li metto nello zaino con delicatezza.
-Certamente, ancora molte grazie e arrivederci. A lunedì.
Mi sorride e mi saluta con la mano.

Esco e scopro che Susan è la signora che prima era venuta a chiamarmi, penso sia una specie di segretaria. Mi mostra tutte le aule: di hip hop, moderno, contemporaneo e classico, la sala studio e quella del fisioterapista, gli spogliatoi e lo sgabuzzino. Finito il tour mi riaccompagna all'entrata e mi saluta.

Io, però, mi siedo ed attendo Mary. Nel frattempo chiamo Marcus per informarlo della nostra ospite.
-Sí, pronto Marcus, ci sei?
-Sí scusa, stavo guardando la TV. Dimmi tutto peste.
-Sta sera verrà a dormire da noi una mia amica quindi per favore passa al supermercato per comprare qualcosa da mangiare e riordina in giro, va bene?
Lo sento ridere ed alzo gli occhi al cielo.
-Va bene, mammina perfettina.
Non faccio tempo a controbattere che attacca.

Mary fa il suo ingresso in saletta con sguardo indifferente.
-Ha detto che non riesce a capire cos'ho dopo una sola visita, ne abbiamo fissata un'altra per la settimana prossima. Potrebbe essere tutto apposto come no.
Fa spallucce, mi alzo e le prendo la mano.
-Andrà tutto bene, vedrai. Adesso andiamo che ci attende una lunga giornata all'insegna del "Netflix e schifezze".
Ridiamo e ci dirigiamo verso casa sua.

Dopo aver recuperato libri e vestiti andiamo a casa mia e Mary rimane sbalordita dalla grandezza di essa.
-Beh guarda quella là.
Le indico casa Shnapp.
-Ci abita Noah.
Mi guarda sbigottita ed io annuisco con viso disperato.
Entriamo, le faccio posare le sue cose in camera mia e la porto in soggiorno, ci sediamo ed iniziamo a selezionare un paio di film da guardare.

-Joe mi sono dimenticato di passare per il superm.. Cazzo, scusa. Un'altra cosa che mi ero scordato.
Ci giriamo e vediamo Marcus, a petto nudo completamente bagnato coperto solo da un asciugamano avvolto in vita.

Mary diventa tutta rossa e lo guarda con occhi sognanti. Rido.
-Marcus questa è Maria, una mia compagna. Maria questo e Marcus, mio fratello. Dai su, stringetevi la mano.
Non ho mai visto mio fratello così.. perso. La fissa negli occhi e ha le labbra un po' a O. Fra questi due nascerà qualcosa. Penso.

Maria fa per alzarsi e Marcus la precede prendendole la mano e baciandola.
-È un piacere.
Arrossisce.
-Piacere mio.
Alzo gli occhi al cielo.
-Oh, ci siete? Piccioncini? Fratellone ordina tre pizza, va a vestirti e torna da noi.
Dopo aver guardato Mary per un'ultima volta corre al piano superiore.

-Quello. È. Tuo. Fratello? Quanti anni ha?
Scoppio a ridere e lei mi dà un colpetto sulla spalla.
-Sí, è mio fratello. È single e ha due anni in più di noi, quindi accessibile.
Le scappa un sorriso e torniamo a guardare Netflix.

Dopo un po' Marcus scende e si siede affianco a Mary che si gira e mi guarda.
Le rivolgo uno sguardo perverso e rompo il ghiaccio.

-Beh abbiamo optato per un film horror se per te non è un problema.
La mia amica si drizza e mi guarda.
-No cara, noi avevamo scelto un film d'azione. Cos'hai in testa? Lo sai che mi terrorizzano gli horror.
Sorrido maliziosamente e annuisco.
-Fanno paura anche a me ma ormai ho scelto.
Lei mette il broncio. Vedo mio fratello perso a guardarla a sorrido.

Suonano al campanello.
-Vado io.
Marcus si alza e Mary impazzisce.
-Tu sei completamente matta, un horror? Ma dove vuoi arrivare?
Rido in modo malefico.
-A te avvinghiata a mio fratello.
-Tu brut..

Non fa in tempo a parlare che Marcus con affianco Noah si posiziona davanti a noi. Aspetta cosa?! Noah! Che ci fa qui.
-Lui, perché è nel nostro soggiorno?
-L'ho invitato io.
Dice quel bastardo di mio fratello.
-Non si può, abbiamo ordinato solo tre pizze.
-In realtà no.
Fulmino con gli occhi Marcus e incrocio le braccia incazzata. Noah sorride soddisfatto e si siede affianco a me.

Un po' come Romeo e GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora