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Jocelyn's Pov

La voce metallica annuncia il ritardo del nostro volo e sbuffando alzo gli occhi. Marcus mi carezza e mi abbraccia, sa quanto per me sia difficile cambiare vita così frettolosamente.

Ho ancora un'ora prima della partenza del nostro aereo allora decido di stendermi sulla panchina e di chiudere gli occhi per riposare.
Fa molto caldo qui, a Los Angeles, con pantaloni della tuta e felpone ma a New York è previsto brutto tempo quindi dovrò sopportare.

I miei sono già là, hanno sistemato la casa e messo apposto i mobili. Mancano solo le nostre cose che abbiamo deciso di sistemare personalmente.

Nelle cuffie parte "Natural" degli Imagine Dragons e tra le note di questa canzone mi addormento.

A svegliarmi è uno strattone di mio fratello che agitato non riesce a rimanere fermo: -Joe, Joe muoviti: sennò perdiamo il volo.
Mi alzo, infilo lo zaino, prendo la valigia ed insieme a Marcus corro verso l'aereo.

L'altoparlante annuncia: -Gentili passeggeri chiediamo cortesemente di spegnere qualsiasi tipo di connessione per non avere interferenze.
Prima di mettere modalità aereo saluto Martyn, il mio migliore amico.

L'unico che io abbia mai avuto. Facevamo il bagnetto insieme da piccoli, è stato il mio primo bacio. Poi ha scoperto di essere gay e si è fidanzato. È tornato single ed io ero lì. L'unico che ha sempre capito la mia difficoltà a fidarmi.

Accendo la musica scaricata e mi appoggio al finestrino, l'aereo lascia il suolo ed io mi godo lo spettacolo.

Persa nella mia testa penso a tutta l'ansia che mi incombe. Dopo sedici anni ancora non ho imparato a fare amicizia, come farò?
Ho solo un'idea ed è la quale su cui mi concentrerò ogni giorno fino alla maturità.
Eccellerò nello studio e nella danza che farò cinque ore ogni giorno dal lunedì al venerdì. Non voglio distrazioni quindi zero legami.

A distogliermi dai miei pensieri è Marcus che mi chiama per la colazione: stanno passando col carrello.
Prendo solamente un cappuccino ed un dolcino al cioccolato. Mangio e bevo velocemente perché stiamo per atterrare.

Recupero ogni cosa e scendo dal mezzo. Fuori dall'aereoporto cerchiamo un qualsiasi taxista che abbia in mano un cartello con sú scritto "Reeds", quando lo troviamo entriamo nel veicolo e partiamo per raggiungere la nostra nuova casa.

New York è pazzesca, mi sorprende sempre di più. Artisti di strada, gente che va a lavoro e ragazzi che corrono verso scuola. Mamme indaffarate e bambini chiassosi. Palazzi alti, tanti negozi e bar.
Giungiamo nel quartiere più ricco della città "Green Park Street": si chiama così per la grande macchia verde che ha al centro della lunga via a cerchio.

La nostra casa è la terza dopo l'entrata,  è molto vicina ad una stradina che porta ad un boschetto. Ottimo per le mie corse notturne. L'auto si ferma, Marcus tira giù le valige ed io mi guardo intorno. A dividermi dall'abitazione maggiore c'è solo il parco. Essa cattura la mia attenzione perché lì di fronte sono parcheggiate molte macchine della polizia. Non sono una ficca naso. Lascio perdere.

Mi giro verso la mia nuova casa e rimango a bocca aperta. Quella di Los Angeles sì, era grande ma questa sarà il doppio.
È la tipica costruzione moderna bianca quadrata, con tante vetrate, attico ed un enorme giardino.

Entro e alla mia destra c'è una porta, la apro e trovo una grande sala giochi, con biliardo, minibar e minibowling.

Esco e ammiro il gigantesco soggiorno che è alla mia sinistra. Due grandi divani rossi, tre puff ed una poltrona, una TV con schermo ricurvo e una console per la PlayStation. 

La cucina dà sul salotto, anch'essa grandissima con una vetrata dalla quale puoi accedere all'esterno. La piscina. -C'È LA PISCINA!
Urlo e sorrido come una bimba.

Vicino alle scale c'è una stanza con su scritto il mio nome. Entro. Gli occhi mi si illuminano. Esattamente come la volevo. Pareti rosa pastello. A sinistra una grande finestra con sotto un divanetto viola (pastello). Affianco un enorme guardaroba. A destra la scrivania con sopra uno specchio circondato la lucine. Con accanto un grande quadro pieno di scomparti da riempire di foto; e la cosa che più preferisco, nella parete di fronte a me c'è il letto azzurro, anch'esso pastello, matrimoniale pieno di cuscini con ai lati due comodini. Sempre a destra una porta che da su un bellissimo bagno con vasca idromassaggio.

- È bellissima.
Dico con la poca voce che mi rimane.
-Ti piace? È come l'avevi descritta, no?
Annuisco, mi giro e butto le braccia al collo di Marcus. Gli voglio così bene.
-Grazie, grazie, grazie.
Dico contro il suo petto muscoloso: è molto alto.
-Di tutto per la mia piccola sorellina.
Mi ha sempre fatto un po' da padre dato che l'unico interesse del mio è il lavoro.
Ci stacchiamo e lui va ad aprire: sono arrivate le nostre cose.
Mentre scarica gli scatoloni io finisco il giro della casa.

Salgo le scale e davanti a me si presenta un lungo corridoio. A destra la stanza di Marcus con di fronte il suo bagno, idem per la camera dei miei e quella degli ospiti.
In fondo si innalzano davanti a me due  scale. Una che va a destra, più lunga ed una che va a sinistra, più corta. Dietro di esse c'è una porta però chiusa a chiave quindi decido di salire la rampa sinistra.

Quasi non mi reggo in piedi dalla bellezza che ho davanti. Una palestra gigante, con sbarra e tanti piccoli attrezzi per lo stretching e altri tipi di allenamento. Un grande sistema stereo e due pareti ricoperte da specchi. Infine un pianoforte nell'angolo. Qui, affronterò ogni mio momento buio.

Ballo fin dalla nascita, sempre corsi intensi. Classica, moderna, contemporanea e ginnastica muscolare. Adesso frequenterò i corsi pomeridiani della Art Academy of New York. Amo la danza con tutta me stessa. Mi ha sempre salvata.

Esco da quella magnifica stanza e salgo la rampa di destra. arrivata ad una porta la apro e rimango sbalordita: l'attico. È enorme. Fornito di vasca idromassaggio, tavolini, sedie, sdraio e un minibar. Già immagino le feste che Marcus organizzerà.

Torno al piano terra ed inizio a sistemare le mie cose. Sistemo per colore i vestiti nell'armadio. I pupazzi sul letto. I cosmetici nel bagno. I pochi trucchi sulla scrivania. I mie futuri libri di scuola in un armadietto sotto al quadro.

Una foto mia e di Martyn sul comodino e alla fine, esausta, mi lascio cadere sul comodo letto. Non pranzerò: ho fatto colazione tardi.
Così, lentamente mi lascio prendere dalle braccia di Morfeo.

 Così, lentamente mi lascio prendere dalle braccia di Morfeo

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**questa è Jocelyn**

**questa è Jocelyn**

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**questo è Marcus**

Un po' come Romeo e GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora