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Mary's Pov
-Tu non ti meriti di stare qui, sei solo una bambina orrenda.
Grida Chase, guardandomi negli occhi. Le fragorose risate dei presenti mi entrano nelle orecchie e mi muovono qualcosa. Dio Mary, fa qualcosa. Devi smetterla di lasciarti maltrattare così, non te ne rendi conto? Fai così schifo che ti lasci bullizzare. Muori. Reprimo quel lato di me, scoppio a piangere e corro a casa.

-Lasciatemi stare!
Grido e mi sveglio, in un letto non mio, in una camera sconosciuta e con accanto Marcus. Collego e capisco. Cazzo la scuola. Guardo il telefono sul comodino e sono le 9:00. Ormai rimango a casa.

-Ehi ehi, che succede principessa?
Mi giro e vedo quel del dio greco steso accanto a me che mi parla con faccia stanca e voce impastata dal sonno,  capelli arruffati e coperto solamente da un paio di pantaloncini. Aspetta cosa?! Rimango a fissarlo per qualche secondo e solo dopo mi accorgo di avere le lacrime agli occhi.

-Niente, solo un brutto incubo.
Abbasso gli occhi e un'altra lacrima scende piano sulla mia guancia. Lui l'asciuga e mi abbraccia. Mi lascio andare e scoppio.
-È per quello e altri brutti sogni che ti fai questi?
Dice prendendomi delicatamente i polsi tra le mani. Li copro velocemente con una coperta e abbasso lo sguardo.
-Ehi principessa, con me puoi parlare.
Faccio un respiro profondo, lo guardo negli occhi e prendo coraggio.
-Alle medie sono sempre stata presa di mira per il mio fisico troppo magro. Mi davano dell'anoressica e cose del genere. Questo mi ha portato ad avere una bassa autostima perché dai, diciamocelo. Zero forme, zero curve. Comunque, ho combattuto però con un demone molto più grande che vive dentro di me e che sono riuscita a tenere a bada. Era una voce che mi dava conferme di ciò che mi dicevano i bulli. Quindi sì, è per ciò che sogno che lo facevo.

Mi copro le mani col viso per la vergogna, mi alzo, infilo la felpa che era piegata sulla scrivania e solo dopo mi accorgo che non è la mia. È di Marcus e mi sta enorme, data la mia magrezza e la sua robustezza. Torno seduta accanto al ragazzo e aspetto che dica qualcosa.

Mi prende a mo' di sposa e mi porta di fronte allo specchio a parete.
-La vedi quella ragazza lì? Ecco, è bellissima. Anche con una felpa tanto larga e ciò la rende ancora più carina. È buffa, simpatica e dolce. Ha due occhi blu come il mare in cui mi ci perderei e capelli così morbidi.
Dice passando una mano tra di essi.
-Sei fantastica e sono felice che tu sia riuscita a smetterla.
Indica i tagli.
-Ma non devi vergognarti di te stessa. Non avrai tutte le forme di questo mondo ma che importa? Sei perfetta così.
Mi giro e lo stringo forte.
-Grazie.
Sussurro.
-La felpa puoi tenertela, sta meglio a te.
Lo guardo e sorrido.

Dopo un po' torno a casa e mi rimetto a dormire. Sta volta però, nessun incubo.

Jocelyn's Pov

La sveglia suona alle 6:50, la spengo e mi alzo in modo goffo. Oggi sono di cattivo umore. Vado in camera di Marcus e lo trovo abbracciato a Mary, sorrido e decido di lasciarli dormire.
Torno al piano  terra e faccio colazione con i cereali dietetici. Mi lavo i denti e mi vesto. Pantaloni larghi della tuta e un felpone. Prendo lo zaino, ci metto tutto ciò che mi serve ed esco di casa.

Arrivata al cancello sento dire.
-Non capisco perché ti vesti sempre così. Con abiti larghi. Mostrale ogni tanto quelle forme da urlo.
Shnapp.
Sento la rabbia che mi arriva alla gola ma la blocco. Non ne vale la pena.
Alzo il dito medio ed entro nell'edificio.
Prima ora letteratura. La mia materia preferita.

La campanella della sesta ora suona, prendo i miei libri, mi alzo ed esco di scuola con sguardo basso cercando di non incontrare nessun paio d'occhi.
-Ehi, Jocelyn giusto?
Alzo lo sguardo e rimango incantata.
Davanti a me si presenta un ragazzo bellissimo. Occhi chiari e capelli ricci biondi, alto e palestrato con la divisa della squadra di baseball.
-Sí, piacere. Tu sei..?
Sorride e dio, che sorriso.
-Non mi sono presentato. Sono Jacson Sinclar ma puoi chiamarmi Jake.
Fa un inchino teatrale e scoppio a ridere.
-Sei carina quando ridi sai?
Arrossisco e mimo un "Grazie".
-Beh volevo invitarti alla partita di sabato, alle tre qua nel campo. Ti va?
Riguardo la mia agenda mentale e che dico? Non ho nessun impegno.
-Certo, con piacere.
Gli sorrido.
-Perfetto, grazie. A sabato allora, ciao!
Mi posa un bacio sulla guancia e continua per la sua strada. Solo amicizia, sarà solo una bella amicizia.

Un po' come Romeo e GiuliettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora