theater

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-Posso fare la strada con te? Aspettami!- sentendo queste parole urlate da qualcuno dietro di lui, Jimin si fermò, sicuro che non fossero per lui ma dovendosi ricredere nel vedere un sorridente Taehyung affiancarlo, cercando di riprendere fiato per la corsa appena fatta.

-Perchè non vuoi lasciarmi in pace?- chiese Jimin decisamente scocciato, non perché non gli facesse piacere che qualcuno si stesse finalmente accorgendo della sua esistenza, semplicemente perché non voleva essere la causa dei mali di questo ragazzo.

Non voleva sentirsi in colpa.

-Perchè voglio diventare tuo amico!- sorrise ampiamente il nuovo arrivato, camminando allegramente al suo fianco, facendo un piccolo saltello di tanto in tanto.

-Nessuno vuole diventare mio amico, perché vorresti tu. Sei masochista o qualcosa del genere?- domandò Jimin estremamente confuso, stringendosi nelle spalle. Non capiva assolutamente e, come se non bastasse, pensava anche di non essere degno di un amico. Non ne aveva mai avuti, forse solo all'asilo e alle elementari, ma era piccolo e non riusciva più a ricordarseli. Non sapeva fare amicizia, era sempre timido e Seunghyeon sicuramente non invogliava le persone ad avvicinarsi a lui.

-Non sono masochista, semplicemente non ho paura di quel tipo lì. Non sono un codardo.- quelle parole fecero spuntare un leggero sorriso, appena accennato, sul volto di Jimin.

Aveva sempre pensato di essere circondato da codardi, tutti avevano troppa paura.

-Beh, dici così semplicemente perché non ti ha ancora messo le mani addosso.- rispose prontamente, infilandosi le mani in tasca.

Era stranamente rilassato, i corridoi erano vuoti e non doveva preoccuparsi di nulla, stava andando a teatro e lì Seunghyeon e i suoi amici non c'erano. Era al sicuro.
E in più stava anche avendo una conversazione normale con qualcuno.

Davvero surreale.

-So difendermi, stai tranquillo. Mi puoi ricordare il tuo nome, ho una memoria che fa pena e, anzi, non credo nemmeno tu me lo abbia mai detto.- si mise davanti a lui, camminando all'indietro per poterlo guardare, sempre col sorriso rettangolare sul volto.

-Park Jimin e tu... Taehyung vero?- non doveva ricordare troppi nomi, parenti e alcuni compagni di corso erano più che sufficienti.

-Kim Taehyung al rapporto! Esattamente!- scoppiò a ridere il castano, portando la mano alla fronte, imitando il tipico saluto militare, che fece ridacchiare anche Jimin.

Forse per una volta poteva essere egoista...

Lo studiò appena, sempre fermo in quella posizione, continuando ad indietreggiare davanti a lui.
Inclinò la testa leggermente di lato, per poi spalancare un secondo gli occhi, afferrandolo per le spalle e facendolo voltare di colpo, salvando dallo sbattere contro al muro.

-Dovresti camminare guardando avanti, è pericoloso, rischi di inciampare o sbattere- borbottò Jimin con le guance leggermente rosse, togliendo le mani dalle sue spalle.

Taehyung lo ascoltò, tornando al suo fianco, alzando però le spalle con noncuranza, passandosi una mano tra i capelli.

-Stavo osservando bene il mio nuovo amico! Non posso?- domandò tranquillamente, ridendo nel vedere quanto Jimin fosse arrossito, distogliendo anche lo sguardo.

-D-da quando siamo amici scusami?- mormorò guardando ovunque tranne che il ragazzo di fianco a lui.

-Beh, da ora, mi pare ovvio. Anche se saremmo potuti diventarlo prima, ma tu non volevi.- rispose ovvio, come se fosse una cosa normale e per niente strana.

-E chi ti dice che ora voglio invece?- domandò Jimin, girandosi finalmente a guardarlo, inarcando un sopracciglio.

-Intuito, tutti hanno bisogno di un amico e sono sicuro che tu venderesti un rene per avere qualcuno su cui poter contare e, non per vantarmi, ma mi ritengo piuttosto buono come amico.- ammiccò velocemente, facendo un occhiolino.

-C'è tanta gente in questa scuola, potresti diventare amico di chiunque tu voglia...- disse solamente, non provando neanche a ribattere.

Le cose che aveva detto erano vere, avrebbe dato qualsiasi cosa per un amico sincero, qualcuno con cui parlare, scrivere, fare chiamate lunghe e poter commentare la bellezza di Yoongi quel giorno.

Qualcuno che non lo giudicasse, che gli volesse bene, lo proteggesse e gli desse consigli.

Una spalla su cui piangere e delle braccia dove rifugiarsi, sicuro che, con qualcuno al porprio fianco, sarebbe stato tutto più facile.

-Si beh, loro non hanno le palle che hai tu. Insomma, sei così ingenuo e ti fai mettere i piedi in testa, si, però sei anche coraggioso. Qualsiasi altra persona sarebbe corsa dalla mamma a piangere o avrebbe abbandonato scuola, cambiato città o cambiato se stesso. Tu sei ancora qui, da quello che posso vedere.- rispose sinceramente, esponendogli quello che aveva avuto modo di vedere in quelle ore passate ad osservare e parlandogli come se lo conoscesse da una vita.

Come se fossero stati destinati a diventare amici.

-Vedi tutte queste cose positive in me?- si sorprese Jimin, sistemandosi lo zaino in spalla e afferrando con una mano la maniglia della porta, tirandola giù per aprirla, entrando nella stanza del laboratorio di teatro, dietro al palcoscenico.

Taehyung non rispose, entrò nella stanza dopo di lui, guardandosi un po' attorno per poi riportare l'attenzione al suo nuovo amico.

-Allora... Me lo dai il tuo numero di telefono?-

a. a.
sono tornata dalle vacanze e la vmin nonbfa mai male a nessuno

Me, you and hope -Yoonmin !!HIATUS!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora