Duetto?

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Ore 18.00

Scendo dal taxi, finalmente sono arrivata all'Aquafan di Riccione.

Mentre Luca e Eugenio vanno a prendere qualcosa da mangiare, mi guardo intorno. Sembra un posto niente male e nonostante il caldo si sta bene.

Sono un po' in ansia e per tranquillizzarmi penso che andrà tutto bene.

Si tratta solo di cantare, che è la cosa che amo fare di più al mondo.

Non mi deve importare di altro: io, la mia musica e i miei fan.

Quelli che non mi hanno mai abbandonata e mi sono sempre stati accanto nonostante tutto. 

So di non essere una persona facile e sono davvero felice che molte persone siano andate oltre il mio lato freddo e apparentemente acido vedendo la vera me, un cioccolatino con il cuore di miele.

In realtà so benissimo che l'ansia che provo non è solo causata dall'imminente concerto, ma anzi è soprattutto legata al fatto che rivedrò lui, che è il mio più grande sogno e allo stesso tempo il mio più grande incubo. 

So come mi devo comportare, ma nonostante questo sono estremamente nervosa e ho paura di non riuscire a reggere la situazione. È da così tanto tempo che non lo vedo e non so che effetto mi farà. O meglio lo so, ma spero che quello che penso non accada.

"Ehi Tish! Finalmente sei arrivata!" sento la voce di Rudy e gli corro incontro abbracciandolo forte.

"Ciao Papà! Eh sì, eccomi qui direttamente da Gorizia solo per te!" gli dico sorridendo. Sono così felice di rivederlo.

"Andato bene il viaggio?"

"Interminabile, ma finalmente eccoci qui".

"Sono così contento che tu sia venuta, ho un'idea geniale".

"Di che si tratta?" domando curiosa.

"Che ne diresti di concludere con un duetto?" mi chiede Rudy quasi sussurrando l'ultima parola.

"Un cosa?" gli rispondo io non sicura di aver capito bene.

"Un duetto Tish" ribadisce Rudy "Hai presente quando due artisti si esibiscono insieme?"

Prima che io possa dire qualsiasi cosa, sento una voce fin troppo famigliare alle mie spalle "Non penso sia una buona idea Rudy".

Mi giro di scatto e lo vedo: occhi magnetici blu oceano, riccioli neri, tatuaggio di Euterpe e sorriso smagliante.

È lui.

È il mio Alberto.

O meglio è Alberto, perché mio non lo è più.

O forse non lo è mai stato.

"Ciao Tish" mi dice guardandosi le punte dei piedi.

"Ciao Alberto" gli rispondo in un sussurro.

Perché non mi guardi Alberto?

Perché non mi mostri quei tuoi splendidi occhi?

Perché non fai incrociare il tuo sguardo con il mio?

Di che hai paura?

In realtà la stessa paura che hai tu, la ho anche io.

Ecco perché mi comporto nella stessa identica maniera fissando il pavimento.

Siamo uno di fronte all'altro, eppure siamo così distanti.

Terrorizzati da quello che può accadere.

Spaventati da quelli che oramai erano i nostri sentimenti.

Ora sono morti e sepolti.

E non devono essere assolutamente risvegliati.

Perché è questo che abbiamo deciso vero Alberto?

Ognuno per la sua strada.

"Avremmo messo su un palazzo intero e invece ci divide un muro" cantava Emma, ed è proprio così che mi sento. Lontana da te anni luce. Separata da te da un enorme muro.

La tensione che c'è tra di noi si taglia con il coltello.

Rudy pare accorgersene e tenta di cambiare discorso. "Ehi Alberto eccoti! Hai già finito di provare?"

Silenzio.

Nessuna risposta.

Sei così concentrato ad evitarmi che nemmeno rispondi.

Come ci siamo ridotti così Albe?

Come è possibile che una passione così grande si sia trasformata in una tale freddezza?

Come può il fuoco trasformarsi in ghiaccio?

"Sì ho finito" risponde dopo alcuni secondi che sembrano interminabili. "Nessun duetto comunque Rudy, non se ne parla".

"Sono d'accordo" rispondo io "Siamo due artisti separati, non canteremo più insieme".

Ricordo ancora l'ultima volta che abbiamo duettato, che la tua voce si è fusa con la mia.

E no, non deve riaccadere mai più.

Ce lo siamo promesso. 

22 Giugno 

"Ed ora tocca a Tish e Alberto"  dice Rudy invitando il mio compagno di avventure sul palco accanto a me. "Il duetto che tutti stavate aspettando".

Ed eccoci qui. 

Di nuovo insieme. 

Di nuovo pronti a condividere il palco. 

Quel palco che ci ha fatti conoscere. 

Quel palco che ti ha fatto prepotentemente entrare nella mia vita. 

Sento le grida dei fan, ma appena incrocio il tuo sguardo tutto scompare. 

Mi perdo nei tuoi occhi. 

Non ho più ansia, né tanto meno paura. 

Non c'è più nessuno.

Ci siamo solo noi e la nostra musica.

La musica ci ha sempre uniti facendoci diventare una cosa sola. 

Due cuori e un'anima. 

"Ed anche a distanza il cuore danza questa melodia d'amore che mi fa sognar".

La distanza non ci ha mai spaventato Albe. 

Ce lo scrivevamo anche su Instagram ricordi?

Ci siamo sempre detti le peggio cose: ci siamo arrabbiati, abbiamo alzato la voce, abbiamo pianto guardandoci negli occhi, ci siamo offesi a vicenda mille volte. 

Ma nel momento esatto in cui uniamo le nostre voci tutto ciò scompare. 

Non ci sono più litigi, inutili gelosie, futili battibecchi. 

Non esiste distanza che tenga. 

Ci siamo solo noi. 

La nostra musica.

I nostri cuori che battono all'unisono.

I nostri sentimenti. 

"Sei stato la prima persona con la quale io abbia duettato in vita mia. La prima. La prima volta che io ho messo insieme la mia voce ad un'altra ed è uscita una cosa bellissima".

Non posso lasciare che tutto ciò accada nuovamente.

Ognuno per la sua strada, è giusto così. 





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