Quando ancora conducevo una vita normale, e per normale non intendevo Gwen che ululava, ero solita frequentare con ragazzi della mia età, ma molto spesso non ci facevo nulla per il semplice fatto che, con tutte quelle attenzioni che mi davano, mi annoiavo e dopo un po' mi stancavo di loro; Capii presto che le 'creature' per quanto strane potessero sembrare con tutte quelle orecchie a punta, i capelli colorati e gli abiti stravaganti a metà tra Harry Potter e l'ultima collezione di Alexander McQueen, avevano gli stessi gusti degli umani, ergo erano altrettanto manipolabili. Una volta superata la timidezza e la paura del confronto con degli stranieri, misi in atto la prima fase del piano che avevo ideato nell'esatto secondo in cui avevo capito che Sam non aveva alcuna intenzione di portarmi da Kevin.
Beh, non nell'immediato...
-Dean, prendi le scarpe. Carl, tienimi la borsa. Ehi tu, biondino di cui non ricordo il nome, non mi servi, sparisci. Illium!- L'elfo dai capelli azzurri mi guardò come un soldatino
-Si, Elòis?- Amavo come pronunciava il mio nome e come sorrideva mentre lo faceva.
-Quante creature riescono a leggerti nel pensiero?-
-Vampiri, demoni, angeli...- con una mano arruffò i capelli azzurri e ci pensò -E' una capacità molto comune-.
Quindi Sam aveva realmente ascoltato ogni mio pensiero... mi salì il sangue alle guance dall'imbarazzo, poi raggiunse il cervello e mi venne voglia di ammazzarlo. Trovare una soluzione a quel grave problema era il primo passo da compiere per rigirare la situazione e impugnare il coltello dalla parte del manico. Ero stata presa in giro per troppo tempo, era arrivato il momento di analizzare la situazione e manipolarla.
-Come proteggermi?-
-Con un oggetto Celeste-.
Ero indecisa se chiedergli se intendesse qualcosa di letteralmente celeste, come il colore dello smalto, ma fortunatamente gli elfi avevano un QI superiore a quello umano e capì da solo di doversi spiegare.
-Intendo qualcosa creato dalle Creature Celesti, come un anello, un bracciale o un medaglione...- spiegò mentre poggiava una mano sulla mia spalla e mi guidava in direzione di un negozio che da fuori somigliava parecchio al sexy shop di Lockwood -Con uno di questi nessuno potrà leggerti la mente-.
-Dovrò solo indossarlo?- chiesi all'elfo.
-Dovrai solo indossarlo.-
Era il negozio più inquietante che avessi mai visto; a partire dalla porta in legno che recitava 'Lasciate ogni speranza.' che non entusiasmava più di tanto, soprattutto perché circondata da occhi che si muovevano freneticamente in ogni direzione. Due mi fissavano il petto.
-Non è così spaventoso come sembra, credimi.- rise Illium vendendo la mia faccia.
-Non ho mica paura!- dichiarai, ma quando posai coraggiosamente la mano sul pomello e quello mi leccò, urlai e mi nascosi dietro di lui -Quello schifo mi ha leccata!- additai il pomello.
-La vecchia è un po' paranoica, così registra l'odore di tutti quelli che entrano e in caso di furto può rintracciarli e...-
-Grazie, ma non voglio sapere cosa gli fa.-
Gli lasciai aprire la porta e asciugai la mano sulla sua maglietta, facendo finta di tirargli delle pacche. Per prima cosa notai che le assi in legno del pavimento e del muro erano completamente bruciate, così come tutti gli scaffali su cui erano adagiati oggetti di vario tipo che spaziavano da comunissimi occhiali ad armi strane con più di quattro lame.
-Vende vestiti che non siano decorati con corna di drago, coda di chimera o becco di grifone?- e non ero sarcastica.
-Ti servirebbe uno di questi!- disse porgendomi un mantello nero con il cappuccio che avevo visto addosso a parecchie persone. L'unica differenza era un nastro color prugna all'altezza della gola che serviva a tenerlo chiuso -Con questo attirerai meno l'attenzione di elfi molesti come me-.
-Illium- lo rimproverai mentre indossavo il mantello, poi allungai il collo così da invitarlo a fare un fiocco con il nastro in raso -Io adoro attirare l'attenzione di elfi come te-.
-Ti sta d'incanto-.
-Avevi dubbi?-
Piroettai su me stessa e mi lasciai baciare dal suo sguardo incantato. Non mi restava che trovare dei vestiti nuovi, perché quelli di Mary Jane non li avrei indossati neanche sotto tortura, a differenza di quella traditrice di Gwen. L'abito meno appariscente che trovai era a collo alto, dal taglio molto cinese, e lo abbinai a un paio di stivali alti. All'inizio avevo pensato che sarebbero stati grandi, invece una volta messi si erano ridimensionati da soli, grazie a qualche strano incantesimo. Forse non potevo nascondere il mio odore da umana, ma senza la divisa rosa shocking della scuola ero sicuramente meno appariscente.
-Quanto mi verrà a costare tutto questo?-
-Qui non usiamo soldi umani.-
Ma bene... mi autoimposi di mantenere la calma, avevo dalla mia parte una quinta di seno e un bel faccino ed ero pronta ad usarli, ma quando mi voltai verso la cassa con l'intenzione di corrompere il proprietario, scoprii che quello non era altro che una vecchia che sembrava più morta che viva: aveva quattro capelli contati che svolazzavano a ogni movimento, un occhio di vetro, due denti storti e separati, le mani callose e una gobba da far invidia al K2. Avrei avuto gli incubi per settimane.
-Ehm, Illium- mi voltai verso di lui sbattendo le ciglia e giocando con una ciocca di capelli -Se me li compri ti prometto che stasera mi troverai alle dieci sul retro della locanda...-
Non avevo la più pallida idea di che razza di posto fosse questa locanda, ma ero sicura della sua esistenza.
-Alla locanda? Sai almeno se c'è una locanda, in questo posto?- ridacchiò e girò la testa per controllare che la proprietaria non ci stesse osservando -Vai via dal retro.- sussurrò mentre allungava un braccio e afferrava un anello d'argento da sopra una delle mensole e se lo infilava nella tasca della giacca bianca. Gli stampai un bacio sulla guancia e volammo fuori di corsa. Non riuscivo a smettere di ridere e non avevo la più pallida idea di dove diavolo fossimo diretti, ma ci fermammo solo una volta lontani dal negozio. Avevo il cuore che batteva a mille e il fiatone, mentre Illium aveva solo i capelli vagamente spettinati e le guance un po' arrossate.
-Ha registrato il nostro odore- ansimai, mentre me ne stavo piegata in avanti dalla fatica -Pensi che verrà a cercarci?-
Illium, i cui occhi erano trasparenti come vetro, rimase a fissarmi con un sorrisetto, poi sollevò la mano che teneva ancora stretta alla mia e infilò agilmente l'anello che aveva rubato nel mio indice.
-Questo è tuo- poi mi toccò la fronte con un dito -Proteggi quello che hai qui dentro-.
Allungai il braccio e lo ammirai da lontano e, nonostante fosse parecchio pesante, adoravo il modo in cui brillava. Mi sentivo come se avessi appena ricevuto una proposta di matrimonio ed ero pronta ad urlare "Si, lo voglio!", quando mi ricordai che no, non lo volevo (volevo Sam!) e non mi aveva chiesto di sposarlo.
-Sto cercando una persona.-
Era arrivato il momento di spostare la conversazione su un territorio più pericoloso e, quando lo guardai furtivamente, vidi che aveva arcuato un sopracciglio, curioso di sapere di chi parlassi.
-Chi?-
-Kevin, Kevin Lockwood.- e come in un film, subito dopo aver pronunciato il suo nome si udì un tuono assordante.
Le persone che ci camminavano vicino si bloccarono improvvisamente e si voltarono a guardarmi, altri svoltarono improvvisamente e Illium sbiancò... in un secondo mi ritrovai la sua mano stretta attorno al polso rotto e, ignorando le mie proteste, mi trascino verso una stradina con poche persone. Avevo deciso di cercare mio fratello un secondo dopo aver capito che nessuno mi avrebbe portato da lui, ma per farlo avevo bisogno di capire perché nessuno morisse dalla voglia di parlare di lui. Considerando che il mio obiettivo di sposare Sam era andato in fumo, cercare mio fratello sembrava un rimpiazzo più che convincente.
-Elòis, non nominarlo mai più in pubblico, soprattutto quando sei circondata da creature con l'udito super sviluppato.- si era abbassato alla mia altezza e mi guardava negli occhi con profonda serietà, poi lasciò andare il polso e si scusò -Non volevo farti male-.
Strinsi la mano ferita al petto e chiusi gli occhi, mentre speravo di non svenire dal dolore.
Lui- improvvisamente abbassò il più possibile il tono di voce -Non è un buon periodo per parlare di Kevin Lockwood.-
-Perché no?-
-È pericoloso, punto. Non so dirti altro.-.
-Spero per te che abbia zanne, artigli e sputi fuoco... altrimenti puoi dire addio ai tuoi splendidi capelli turchini.-
Cominciai a incamminarmi per tornare sulla via principale e Illium corse ad affiancarmi, ridacchiando. Non riuscivo più a trovarlo divertente, volevo solo tornare da Gwen e mettere del ghiaccio sul polso indolenzito, inoltre era chiaro che da lui non avrei ricavato alcuna informazione.
-Trovi che i miei capelli siano splendidi?- disse mentre mi prendeva a braccetto e mi tirava sotto l'ombra di un balcone.
-Che fai?-
-Non senti l'odore?- inspirò profondamente a occhi chiusi -sta per piovere.-
-Hai mai pensato di fare il meteorologo?-
Al mio quattordicesimo compleanno avevano garantito che ci sarebbe stato il sole, invece era scoppiato un temporale proprio mentre ci imbarcavamo per raggiungere le Hawaii.
In quel momento, mentre la pioggia cominciava a venir già, udii un suono che mi riportò con la mente alla mia infanzia, nostalgico a tal punto che mi si appannò la vista: un fischio, dolce e musicale come il cinguettio di un uccellino. Da bambini Sam fischiava in quella maniera per attirare la mia attenzione o quando mi vietavano di uscire e si presentava sotto la mia finestra con un regalo in mano. Quando alzai lo sguardo Sam era proprio davanti a me, dalla parte opposta della strada e sotto un altro balcone, e mi guardava con un sopracciglio arcuato, come a dire 'e tu che ci fai qui?'; poi squadrò Illium e aggiunse 'con un Elfo?' . Il tutto ovviamente in tono arrabbiato.
-Una comune essere umana arriva in un posto del quale non dovrebbe neanche essere a conoscenza, fa strane domande sul re dei vampiri e viene tenuta d'occhio dal suo braccio destro- Illium mi lanciò un'occhiata penetrate -Si può sapere chi sei? Non voglio guai-.
-Se non vuoi guai- risposi mentre tiravo su il cappuccio -Allora non vuoi neanche sapere chi sono-.
Gli sorrisi e mi buttai sotto la pioggia dove Sam mi aspettava avvolto dal suo mantello, pronto ad acchiapparmi da un braccio neanche fossi un cane al guinzaglio.
-Hai paura che possa scappare?- gli chiesi con finta gentilezza.
Non rispose, ma i suoi occhi erano carichi di quell'odio che poteva provare solo chi era appena stato fregato. Forse aveva dimenticato che non ero molto incline a lasciarmi manipolare, o forse mi aveva ingenuamente sottovalutata, fatto sta che da quel momento in poi non avrebbe più abbassato la guardia.
Mi trascinò via a forza come aveva già fatto un milione di volte e rimpiansi la felicità che quella mattina avevo provato in compagnia di Illium. Avevo la sensazione che non mi aspettava una conversazione felice, così sospirai e lanciai un ultimo rapido sorriso a quell'elfo che mi aveva fatta sentire l'adolescente quale ero.
-Sei stupida come quattro anni fa.-
Sam e gli esordi non erano mai andai d'accordo, così come con la sua capacità di pensare qualcosa, riconoscerne l'idiozia e bidonarla il più lontano possibile dalla possibilità di pronunciarla ad alta voce.
-Tu sei sempre il solito pezzo di me-
-Tutta Warlock parla di te-era furioso -Mi sono alzato e ho scoperto che una biondina umana andava in giro ad ammaliare elfi e fare domande strane!- afferrò ferocemente il colletto del mio abito nuovo e avvicinò il mio volto al suo -Questi almeno li hai pagati?-
-Non vorrai mica baciarmi? -
-Ovviamente no!- mi urlò di sopra -Li ho pagati io prima che quella dannata vecchia ti trovasse! Cosa ti ha fatto pensare che potessi andartene in giro a fare compere?-
Forse perché quella mattina mi ero risvegliata da sola? Avevo aspettato per due ore che qualcuno venisse a prendermi, poi ero scesa da Dimitry e non avevo trovato neanche lui, così ero uscita.
-Non hai mai detto di rimanere in camera-.
-Era implicito! -
Lo era, ma l'idea di restare chiusa lì dentro in attesa che lui si ricordasse di me, mi aveva mandata fuori di testa. Mentre Sam se ne stava abbracciato a Mary Jane in un comodo letto io mi rigiravo nel mio, scomodo e impolverato, chiedendomi cosa avrei fatto da quel momento in poi. Come poteva non capire che ero terrorizzata? Tutto ciò che volevo era rivedere mio fratello e scoppiare a piangere fra le sue braccia, per poi sentirmi dire che era tutto ok e mi avrebbe protetta lui.
-Non fidarti degli elfi- mi consigliò con un tono più controllato -Sapevi che loro non hanno odore? Per questo oggi ha rubato senza preoccuparsi delle conseguenze-.
-Cosa mi sarebbe accaduto se tu non avessi pagato?-
-Ti avrebbero arrestata, ma le nostre prigioni non sono pensate per gli esseri umani-.
Nulla da quelle parti era pensato per gli esseri umani, ero letteralmente fuori posto e diventava sempre più evidente. Quella situazione iniziava a starmi stretta, sentivo il bisogno di agire e di farlo subito.
-Sam, ma qual è il piano?- ero stanca di tutte quelle mezze risposte -Non posso tornare a Lockwood, ma è evidente che non vuoi portarmi da mio fratello... pensi di tenermi nascosta in quella bettola per tutta la vita?-
Avrei voluto vedere la sua espressione e leggervi un sorriso rassicurante, ma il volto di Sam era girato dall'altra parte, il più lontano possibile dai miei occhi, forse perché mentire era più facile quando non avevi una pistola puntata contro.
-Per ora- sussurrò con preoccupazione - il piano è tenerti viva-.
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The Lockwood Age - Come nasce una regina
Fantasy-Sam...-, piagnucolai, mentre tiravo su col naso. -Saaam...-. -Sapevo che prima o poi saresti esplosa-. -Eri morto!-. -Ma adesso sono vivo!-. -Eri mooorto!-. -Ho capito!-. -Mooorto!-, e lo scossi con enfasi. Rise istericamente, borbottando uno sco...