𝒟𝑒𝓊𝓍𝒾è𝓂𝑒

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𝒟𝑒𝓊𝓍𝒾è𝓂𝑒

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𝒟𝑒𝓊𝓍𝒾è𝓂𝑒

Quella mattina il mercato straripava di gente, tanto che la distanza tra le persone era minima e, sebbene il maltempo, iniziava persino a far caldo. La confusione era evidente, la gente si guardava intorno, concentrava le proprie attenzioni su una bancarella, magari attratta involontariamente dalle merci messe in vendita, ma poi, come risvegliata dal proprio stato di trance, continuava a cercare ciò per cui era uscita di casa, tirando con sé i figli o dei semplici accompagnatori.
Lilith si tolse il cappotto nero che aveva indossato quel giorno, provando a non perdere di vista la madre e il fratello che si era proposto di aiutarle, quando qualcosa attirò improvvisamente la sua attenzione. Tra la folla era quasi impossibile intravedere una bancarella nella propria totalità, di solito le persone del posto facevano le strade inconsciamente, spinte dall'abitudine, dalla memoria, mentre per i visitatori era estremamente difficile passeggiare e riuscire a comprare tutto ciò che era presente nella propria lista della spesa, spesso si doveva persino sgomitare per farsi spazio e riuscire a prendere qualcosa prima che venisse esaurita. Quel giorno, però, un bancone in particolare era vuoto, nessuno vi si accostava, anzi, quasi risultava che la gente lo evitasse a tutti i costi, ma i motivi erano del tutto ignoti, perché il venditore era un uomo per bene che era ritornato dalla guerra con una gamba in legno. Comunque quest'ultimo dettaglio per lui non aveva mai rappresentato un problema, poiché quando i ragazzini lo prendevano in giro, lui si appoggiava al muro più vicino, toglieva la protesi e minacciava di lanciarla, e a quel punto loro correvano via come lepri. Aveva uno spirito d'animo invidiabile, glielo aveva sempre detto la moglie, che ringraziava ogni giorno Dio onnipotente per averlo fatto ritornare solo senza una gamba.
L'uomo buono era in possesso di una quantità incredibile di pesche succulente e quando Lilith le vide successe tutto in un attimo.
La ragazzina si fermò, tutto intorno a lei sembrava come non riguardarla. Donne, uomini, bambini le passavano accanto, alcuni la spingevano infastiditi, altri le tiravano i capelli, ma lei non reagiva. Quelle pesche erano le uniche cosa a contare davvero.
Finalmente, Lilith si avvicinò, le osservò, ne afferrò una grande, grossa e rosata al punto giusto, dura al tatto, e la avvicinò al naso per odorarla. Sapeva di fresco; le piacque.
Stava proprio per morderla, affondare i denti dentro quel gustoso frutto e assaporarlo, quando l'uomo dinnanzi a lei la vide e cominciò a urlarle contro.
Il viso dell'omaccio si era contratto del tutto, sputava parole e ringhiava in disappunto, mentre le puntava un dito accusatorio contro.

- Ladra! - disse l'uomo.

- Al ladro! - insisté, rivolgendosi ai passanti.

- I-Io, - provò a replicare Lilith, ma non riuscì a dire assolutamente nulla. La pesca cadde rovinosamente a terra, macchiando l'asfalto del succo di cui era intrisa. Lilith indietreggiò spaventata, provando vergogna e imbarazzo allo stesso tempo, sarebbe persino scappata via, se una mano non le si fosse poggiata su una spalla e l'avesse rassicurata.

- Va tutto bene, - le disse.
La voce dell'uomo era familiare, era quel tipo di voce che avrebbe fatto suo fratello per farla addormentare, ma era diversa da quella di quest'ultimo.
Questa nuova era calda e ipnotizzante.
L'uomo dietro di lei la spinse in avanti verso il bancone della frutta, e lei, come un'automa, gli permise di farlo senza opporsi.

- Padre, la ragazzina ha provato... - balbettò il venditore, che adesso sembrava un bambino che era stato beccato con le mani dentro la marmellata.
Padre Ryes, dal suo canto, non lo fece proseguire. Affondò la mano all'interno della tasca dei pantaloni neri e ne tirò fuori qualche monetina, che porse al fruttivendolo.

- La perdoni, Mr. Brown, è un'anima pura e ingenua, non distingue ancora il bene dal male. -

Mr.Brown non contraddì padre Ryes e accettò le monetine di buon grado.

- Siete troppo buono. -
Esordì il fruttivendolo per ringraziarlo, così si congedarono.

Padre Ryes adagiò una mano alla base della schiena della ragazza, incitandola a camminare. Averla a una tale vicinanza lo spaventò e pensò lo stesse spingendo lontano da Dio e più vicino a Satana.

'È esattamente così che il demonio si manifesta, attraverso la tentazione, tentazione che risiede nel corpo di una bambina,' pensò tra sé il sacerdote, preoccupato dei suoi medesimi pensieri.

La ragazzina, intimiditasi, gli camminò a fianco senza proferire parola.
Lo aveva riconosciuto, aveva tenuto la messa tre giorni prima.

- Dov'è tua madre? - Domandò il parroco, interrompendo il silenzio che era calato tra i due, riempito dagli schiamazzi della gente e dalle urla dei venditori ambulanti.

La ragazzina alzò gli occhi nei suoi, sembrava terribilmente preoccupata e ansiosa.

- Non lo so, prima era là, - disse guardandosi intorno, ma non indicò un punto preciso, come farfugliando le prime cose che passavano per la sua piccola testolina. Il sacerdote si abbassò alla sua altezza, le squadrò il viso e non poté fare a meno di soffermarsi sulle labbra rosee e in particolare su quello inferiore tirato in fuori.
Credette stesse per piangere, per cui si affrettò a calmarla.

- Come ti chiami? - Le chiese innanzitutto.

- Lilith, - allorché si allontanò di scatto.
Le domandò di nuovo come si chiamasse.
Il suo cuore batteva all'impazzata, mai in vita sua si era sentito in tal maniera.

- Lilith, - ripeté confusa quella.

'E se Dio mi stesse mettendo alla prova? E se Lui volesse verificare che io sia all'altezza del mio ruolo, delle mie aspirazioni?' , pensò.

'È solo una bambina,' concluse infine e, confortato da quest'idea, le sorrise calorosamente subito dopo aver tirato un sospiro di sollievo.
'Ci sono tante bambine con questo nome,' concluse.

- Proviamo a trovare tua madre, va bene? -
Lei annuì, ma quando entrambi rivolsero lo sguardo dinnanzi a sé, vi erano già la signora Roberts e il figlio Adam ad aspettarli.
La prima era in agonia, il secondo era sì in ansia, ma soprattutto stranito dall'intera faccenda, ora che l'aveva ritrovata. La sorella non si era mai persa in precedenza, chissà cosa le era preso. Era sempre stata molto servile e obbediente, dunque gli pareva a dir poco una stranezza tale avvenimento, fortuna che non era andata troppo lontano.

- Grazie a Dio è con lei, padre Ryes! - Strillò Bethany, stringendo la figlia in un abbraccio rigido. Al contrario, quest'ultima aveva a malapena ricambiato la stretta.
Quando la madre aveva terminato di stritolarla, mostrando per lei delle attenzioni e dell'affetto che normalmente non le avrebbe riservato, Adam se l'era messa accanto.

- Non la perda più d'occhio, ché di questi ultimi tempi si sentono molte cattive notizie, - disse il sacerdote con tono premuroso, provando a scacciare il pensiero della bambina e del suo nome.

- Ma no, no, padre Ryes, non lo farò. Grazie per averle badato. Comunque, immagino avrà molto da fare, perciò non la tratteniamo ulteriormente, - esordì frettolosamente la signora Roberts.
Si augurarono 'buona giornata' e si voltarono in direzioni opposte, eppure Lilith girò la testa un'ultima volta dietro di sé e, vedendo padre Ryes fermo tra la gente ad
osservarla, gli mimò 'grazie', ricevendo in cambio un sorriso smagliante.

Chi cammina nell'integrità va sicuro,
chi rende tortuose le sue vie sarà scoperto.
Proverbi 10:9.

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N/A:Ciao gente.
Qualcuno di voi ha colto il riferimento religioso all'interno di questo capitolo? A chi lo farà, sappia che gli/le spetterà la mia gratitudine, perché mi sono impegnata per farlo notare💔.

Infine, come vi sembra il personaggio di padre Ryes?
Fatemi sapere nei commenti!

A presto,
lei x.

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