𝒞𝒾𝓃𝓆𝓊𝒾è𝓂𝑒

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𝒞𝒾𝓃𝓆𝓊𝒾è𝓂𝑒

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𝒞𝒾𝓃𝓆𝓊𝒾è𝓂𝑒

- Non fa tanti capricci, è buona, padre, la accetti, - lo pregò la signora Roberts. Qualche giorno dopo la festa di carità, lei e la figlia si erano dirette presso la parrocchia di padre Ryes. La signora Roberts non lo stava davvero convincendo o provando a farlo, poiché non ve ne era alcuna necessità. Lui si mostrava ben contento e soddisfatto di avere Lilith con sé, anzi, Mrs. Roberts si permise di definirlo quasi entusiasta di riceverle e di sentir da loro la nuova.

- Sa pure suonare il pianoforte, cosicché possa prendere parte al suo coro, se ne dirige lei stesso uno. -

- Sì, sì, ne teniamo uno...- lasciò in sospeso la frase, perdendosi nell'osservare la piccola.
Aveva questi occhi che frugavano dentro le cose senza neanche sfiorarle, bensì con la mente. Si guardava in giro distratta, addocchiava qualcosa che le suscitava particolare interesse o curiosità e vi si soffermava, ancorandovi lo sguardo. Continuava a portare una ciocca ribelle dietro l'orecchio e a mangiare, tirandola, la pelle screpolata delle labbra.
I movimenti che compieva la bocca nel masticare le pellicine assorbirono per un momento padre Ryes, che si distrasse a tal punto da far rimproverare Lilith dalla madre.

- I modi, per piacere! - Quando soddisfatta la notò tornare composta e fintamente attenta alla conversazione, proseguì discutendo con il parroco.

- Se vuole, può lasciarla con noi sin da subito. Le ragazze saranno contente di conoscerla. Ovviamente i ragazzi sono separati da loro, - decise di puntualizzare alla fine.

La signora Roberts si sentì felice come non la era da tempo.

- Ma certo, certo! Eh, Lilith? Ti va bene, sì? -

La diretta interessata annuì senza sapere realmente di cosa si stesse parlando. Si era nuovamente distratta, ma tempo prima aveva imparato una sacra lezione con la madre: qualsiasi cosa le avesse chiesto, lei avrebbe sempre e in qualsiasi caso risposto positivamente. Le conseguenze a una possibile diversa risposta non le piacevano proprio. La madre la spinse tra le braccia di padre Ryes e la figlia pensò fosse una sciocca. Il pensiero arrivò spedito, rapido, veloce, per poi dissolversi nel nulla. Non si accorse neppure di averlo pensato.

- Ti verrà a prendere Adam non appena torna, divertiti! - Esultò la signora Roberts, baciandola sulla fronte per poi scomparire dalla loro vista.

I due rimasero da soli e per un istante il più anziano si pentì di averla invitata là. Starle così vicino lo faceva stare in ansia, a disagio, si sentiva sempre sul punto di cedere, di fare qualcosa di pericoloso, oltraggioso.
Le labbra della più piccola si schiusero per dar luogo al suono melodioso cui corrispondeva la sua voce.

- Padre? Tutto bene? -

- Sì, andiamo dalle altre. -

Rinsavì ed entrambi si incamminarono verso le camere antistanti attraversando un corridoio le cui pareti erano verniciate di un colore che una volta sarebbe dovuto essere un acceso dorato, ma che ora sembrava un morto giallo con qualche luccichio qua e là. I muri erano tappezzati di croci e di fotografie in bianco e nero raffiguranti ora un gruppo di suore, ora un prete e vari uomini in giacca e pantaloni eleganti stagliati contro la facciata di una chiesa, ossia quella in cui si trovavano in quell'esatto istante. Le espressioni erano tutte cupe, neanche l'ombra di un sorriso.

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