𝒫𝓇𝑒𝓂𝒾𝑒𝓇

505 21 2
                                    

𝒫𝓇𝑒𝓂𝒾𝑒𝓇

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

𝒫𝓇𝑒𝓂𝒾𝑒𝓇

Era una domenica mattina di novembre vagamente soleggiata e quasi totalmente priva di nuvole. Si poteva avvertire il chiacchiericcio soffuso della gente riversa in strada, pronta a comprare al mercato, dove le voci si alzavano di qualche tono, oppure a dirigersi dai parenti a intrattenersi con notizie di paese e a riempirsi lo stomaco di cibo ben preparato. Oppure, come la famiglia Roberts, profondamente religiosa, la gente andava a messa.
Bethany sistemò per un'ultima volta il colletto della camicia della figlia, Lilith, e la cravatta del figlio maggiore, Adam. Attentamente, fece scorrere un'ultima volta gli occhi lungo le loro figure per cogliere dettagli fuori posto. Soddisfatta di ciò che vedeva, data l'assenza di difetti nei propri due figlioli nati belli, in salute e pieni di morale e di spirito, si voltò e si avviò in chiesa accompagnata a braccetto dal marito Logan. In mente, si ripeteva continuamente, come un nastro ininterrotto:"Dobbiamo fare buona impressione, siamo nuovi, la città è piccola." Allora Bethany sospirò e, stringendo la presa sul marito, si avvicinò a un gruppo abbastanza ampio di persone disposto sulle scale in marmo bianco che precedevano l'ingresso della struttura, cui facciata prometteva già uno stile gotico, grazie alla particolare attenzione data all'ornamento.
Il gruppo indossava tra i più elaborati completi e abiti, usciti freschi quella medesima mattina dalle migliori sartorie del posto, e che suscitavano anche una certa invidia - non biasimabile - nella povera gente, la quale, invece, si era apprestata a indossare il solito abito da festa, che veniva ricucito e messo a posto più volte, tenendo conto che non se ne poteva permettere uno nuovo.
La famiglia Roberts, che apparteneva più alla prima categoria, fece la propria comparsa, si presentò agli altri, si complimentò con gli altri, sorrise a trentadue denti, affondò le unghie in animi deboli e ne ricavò profitto, facendo considerazioni gradevoli e adeguate, annuendo nei momenti giusti, concordando sulle cose in cui credeva giusto concordare, criticando animatamente ciò che era più corretto criticare e così via, almeno fin quando non fu loro dato annuncio che le funzioni stavano per iniziare. A quel punto, tutti si apprestarono a varcare la soglia del sacro edificio, si bagnarono dall'acquasantiera prima la fronte e il centro del petto, poi la spalla sinistra e quella destra e infine le labbra, socchiudendo gli occhi in un attimo intimo, privato, durante il quale pronunciarono un bacio religioso al Supremo. Gli occhi si alzarono verso il soffitto ricolmo di volte a ventaglio (che confermavano lo stile gotico primitivo inglese), in preghiere silenziose verso i cari defunti o che supplicavano protezione e salute.

All'interno della chiesa, la marmaglia trasformò le conversazioni intrattenute all'esterno in bisbigli, confidandosi pettegolezzi di paese che li macchiavano di incoerenza. Sfortunatamente, quest'ultima fu ben presto costretta dal sacerdote a prendere posto e ad ascoltarlo. Con una scocciatura velata da un perbenismo indispensabile, anche le donne dalla lingua biforcuta si sedettero, interrompendo i propri discorsetti.

Il sacerdote si appostò dietro l'ambone, suscitando curiosità a Bethany, che si chiese per quale motivo un uomo così giovane si trovasse là; le sembrò un mobile che rovinava l'arredamento, eppure nessuno dei presenti si rivelava altrettanto sorpreso, di conseguenza un'espressione più posata e sicura velò l'improvvisa emozione.

Il sacerdote aveva dei capelli castani e corti, una pelle apparentemente liscia e priva di rughe, e il viso vantava di due occhi verde bosco, un naso dritto e due labbra grandi e rosse.
Strinse un angolo del libro della bibbia, recitò i riti di introduzione e iniziò con un argomento in particolare, riferendosi ai fedeli. Parlò di peccati, citò versetti che trattavano di questi, le parole uscivano fuori sicure, arrivarono alle persone, scaturendo in loro pentimento e desiderio di redenzione. Per riuscire a raggiungere i lati più oscuri di coloro che aveva dinnanzi, i suoi occhi corsero veloci tra le file, soffermandosi infine in una in particolare.Il tempo parve non andare al suo stesso passo, il fiato gli venne mozzato, e le mani presero a tremargli.

Le parole uscivano a rilento o gli arrivavano alle orecchie in ritardo?

Notò lei là, tra due persone, si guardava intorno un poco annoiata e un poco indecisa se esserla, mentre le sue gambe collidevano e si strusciavano tra loro e le mani si apprestavano a giocherellare con i lembi della gonna nera a balze che aveva indossato quel giorno. Il dolce e fresco viso, a metà strada tra uno tondo e uno ovale, pieno di lentiggini, si alzò su quello del sacerdote, fingendosi improvvisamente interessata. Inclinò la testa di lato, aggrottando le sopracciglia e mordendo il labbro inferiore. Gli occhi erano grandi e azzurri e la pelle lattea.
I due si guardarono proprio quando l'uomo più anziano recitò un versetto: - Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria. -
Proprio in quell'istante, il sacerdote ebbe un mancamento. Più si soffermava sul viso della ragazzina, più in lui cresceva una sensazione strana ed estranea, mai provata in passato.
Desiderò carezzarle il viso e baciarglielo, ma quando questo pensiero si fece spazio nella mente, lo represse scandendosi la voce, tossendo e distogliendo lo sguardo da quell'anima pura e innocente che sedeva di fronte a lui. La tentazione fu forte, volle ardentemente guardarla una seconda volta, ma la sua fermezza di spirito non glielo permise, e ne fu fiero quando, al termine della messa, se ne andò senza rivolgerle un ultimo sguardo.
Pensò, dunque, che soltanto Dio era stato fautore e al contempo autore della sua forza e della sua volontà d'animo:<<Convertitevi e desistete da tutte le vostre iniquità, e l'iniquità non sarà più causa della vostra rovina.>>

Inconsapevole di cosa avesse appena provocato dentro il sacerdote, Lilith si alzò con tranquillità insieme al fratello, il quale, molto più alto di lei, le faceva ombra. Il risultato era una Lilith più piccola di quanto realmente non fosse.
Adam fece pressione sulla sua spalla e le scostò i capelli biondo limone, provocandole un gaio e infantile riso. Nel frattempo, avevano raggiunto l'uscita, dove già si trovavano gli austeri genitori.

- Non credete che il sacerdote sia molto giovane? - La madre si rivolse soltanto ai due uomini della famiglia. Il suo sguardo da una parte cercava consenso, mentre dall'altra era sicuro, fiero, consapevole.
Adam e il padre annuirono all'unisono, concordando con lei.

- La fede è proprio cosa indistruttibile e ineguagliabile, se porta un tale giovane uomo a dedicarsi alla vita ecclesiastica, - commentò ancora, troppo incredula.

- Non ti sorprendere, cara moglie. Con la guerra che ha portato via molti mariti, compagni e padri, qualcuno doveva pur restare qui a badare a voi donne, - commentò il signor Logan. E per quanto Bethany si trovasse d'accordo con la sua affermazione, non ne era totalmente convinta.

- Già, indistruttibile, - feco eco Adam alla madre, che non era stato in grado di sentire nient'altro.
A lui non erano di certo sfuggiti gli sguardi lascivi del sacerdote. Lanciò un'occhiata alla sorella e le sorrise, ma lei non ricambiò, troppo attenta ai fiori che aveva raccolto da un arbusto che faceva da ornamento.

~~~~~~~~

N/A: Questa storia mi mancava così tanto che... non so, sentivo il bisogno di repostarla. Non indicherò l'età della protagonista perché se no Wattpad la banna. Pian piano, revisiono i vari capitoli e riprendo a pubblicare regolarmente.

____

spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto. Se vi va, fatemelo sapere nei commenti o magari lasciando una stellina!

Per quanto riguarda le immagini che carico, non sono di mia proprietà né voglio prendermi i diritti di nulla e di nessuno.
Se qualcuno di voi le possedesse, basterebbe scrivermi e vi darei i giusti crediti.

Per concludere, se doveste avere qualche appunto da fare su delle imprecisioni, ben vengano, perché, per esempio, non sono molto informata su ciò che concerne i riti, le cariche religiose ecc.

A presto,
lei x.

PéchéDove le storie prendono vita. Scoprilo ora